Libri di Stefano Ardito
Monte Bianco. Il gigante delle Alpi
di Stefano Ardito
editore: Laterza
pagine: 328
I ghiacciai e le vette del Monte Bianco, le sue pareti di granito e le sue creste di neve dove s'incontrano Italia, Francia e
Guida curiosa delle Dolomiti. Un viaggio alla scoperta dei luoghi più insoliti delle montagne più famose del mondo
di Stefano Ardito
editore: Newton Compton Editori
pagine: 416
Le Dolomiti sono le montagne più famose e visitate del mondo, e anche tra le più belle
Il sangue sotto la neve
di Stefano Ardito
editore: Rizzoli
pagine: 288
Antonio Renzi è un giovane ufficiale degli alpini
Passeggiate ed escursioni sulle Dolomiti. Itinerari mozzafiato per scoprire le montagne più sorprendenti e più belle del mondo
di Stefano Ardito
editore: Newton Compton Editori
pagine: 448
Itinerari mozzafiato per scoprire le montagne più sorprendenti e più belle del mondo Le Dolomiti, montagne belle, sorprendenti
Alpini. Una grande storia di guerra e di pace
di Stefano Ardito
editore: Corbaccio
pagine: 276
1872-2022 150° anniversario del Corpo degli Alpini
Cammini e sentieri nascosti d'italia da percorrere almeno una volta nella vita
di Stefano Ardito
editore: Newton compton
pagine: 509
In Italia esistono migliaia di sentieri
Incontri ad alta quota
di Stefano Ardito
editore: Corbaccio
pagine: 373
Trentacinque interviste, che raccontano un secolo di arrampicata e avventura
Il gigante sconosciuto. Storie e segreti del Kangchenjunga, il terzo Ottomila
di Stefano Ardito
editore: Corbaccio
pagine: 304
Il Kangchenjunga, terza cima della Terra, si alza tra il Nepal e il Sikkim, che oggi è parte dell'India. Culmina a 8596 metri, pochi meno del K2. Ma il "Kangch" resta una montagna poco nota. Visibile dalla pianura del Bengala, sacro per gli uomini e le donne che vivono ai suoi piedi, ha visto passare per secoli spie, monaci buddhisti, soldati, contadini in cerca di lavoro e mercanti. Gli europei lo hanno scoperto a metà dell'Ottocento, quando Darjeeling è diventata una meta alla moda, e i primi esploratori hanno puntato verso i passi e i ghiacciai, li primo tentativo alla cima risale al 1905, le spedizioni degli anni Venti e Trenta hanno affrontato difficoltà straordinarie. Nel 1955 la prima salita del Kangch da parte di George Band e Joe Brown è stata una magnifica impresa, ma non è diventata famosa come quelle dell'Everest, dell'Annapurna e del K2. Da allora, molti tra i migliori alpinisti del mondo hanno lasciato la loro firma sul gigante. L'autore rievoca le ascensioni di Reinhold Messner e Doug Scott, di Jerzy Kukuczka e Pierre Béghin, di Anatoli Boukreev, di Nives Meroi e di tanti altri. Segue i viaggi di Giuseppe Tucci e Mark Twain, e le esplorazioni di Fosco Maraini, Vittorio Sella e Douglas Freshfield. Si commuove di fronte alla fine di Benoit Chamoux, di Wanda Rutkiewicz e degli altri alpinisti che sul Kangch hanno incontrato la morte.
Alpi di guerra, Alpi di pace. Luoghi, volti e storie della grande guerra sulle Alpi
di Stefano Ardito
editore: Corbaccio
pagine: 240
Allo scoppio della prima guerra mondiale gli eserciti italiano e austro-ungarico hanno scavato trincee, tunnel, strade di arroccamento e caverne artificiali, hanno costruito caserme e altri edifici, hanno installato reticolati e teleferiche e portato cannoni e mitragliatrici sulle vette più impervie. Nel 1917, dopo Caporetto, la maggior parte delle postazioni è stata abbandonata e dopo la fine della guerra le popolazioni di montagna sono sopravvissute recuperando ferro e cimeli. Un mestiere pericoloso, che a causa delle migliaia di ordigni inesplosi ha causato altre mutilazioni e altre morti. Oggi camminare sulle Alpi orientali significa rivivere la storia di cento anni fa. Una storia intessuta delle singole storie degli uomini, come le racconta Stefano Ardito, e dei luoghi che queste storie hanno ospitato e di cui conservano indelebile memoria.
La grande avventura. Filippo De Filippi e la sua spedizione attraverso le montagne dell'Asia (1913-1914)
di Stefano Ardito
editore: Corbaccio
pagine: 223
Nell'agosto 1913 un gruppo di austeri signori attrezzati con pendoli, termometri, palloni sonda e teodoliti, si imbarca a Marsiglia e approda a Bombay per un lungo viaggio nel cuore dell'Asia, destinato a interrompersi inaspettatamente nell'agosto del 1914, con la notizia dello scoppio della guerra in Europa. A ideare e dirigere questa spedizione straordinaria è il quarantaquattrenne medico torinese Filippo De Filippi, già noto nel mondo dei viaggiatori dell'epoca per aver accompagnato il Duca degli Abruzzi in Alaska e al K2. De Filippi e i suoi compagni esplorano le valli del Karakorum, dell'Himalaya occidentale e del Turkestan cinese, facendo tappa a Skardu, a Leh, sul ghiacciaio Rimu, sull'altopiano del Dèpsang e a Kashgar, in pieno deserto del Taklamakan: luoghi dai nomi ancor oggi non del tutto familiari, ma che ai primi del Novecento significano un tuffo nell'ignoto. La passione che li muove ha molte componenti: spirito di avventura, rigore scientifico, curiosità tutta umanistica per i popoli e le culture che incontreranno per via. Mappano territori inesplorati, raccolgono campioni di rocce, effettuano rilevazioni gravimetriche, studiano le società e le economie locali di Baiti, Ladakhi, Uiguri, Kirghisi... Eredi di Marco Polo, apriranno la strada ad altri grandi viaggiatori del Novecento come Ardito Desio. E il loro viaggio, anche se si è concluso in maniera imprevista, resta una "grande avventura" che a cent'anni di distanza continua a interessare e affascinare.