Medusa Edizioni: Polaroid
Girard. Oltre il sacrificio. Conversazione con Girard
editore: Medusa Edizioni
pagine: 111
Il cristianesimo è il primo e insuperato illuminismo
La critica impossibile. Conversazioni con Cesare Garboli
di Cesare Garboli
editore: Medusa Edizioni
pagine: 96
Deleuze. La fine degli intellettuali
editore: Medusa Edizioni
pagine: 85
Abbiamo tutti da imparare da queste conversazioni con Gilles Deleuze
Céline. Il demone dello stile. Conversazioni con Louis-Ferdinand Céline
editore: Medusa Edizioni
pagine: 77
"La lettura delle interviste che Céline rilascia nel corso della vita è una porta interessante per accedere al suo orizzonte estetico non sempre di agevole frequentazione. E non per coglierne le idee o per saggiarne le idiosincrasie, ma per mettersi in ascolto di una sua esigenza: il recupero di una parola viva, che taglia, ferisce, travolge e turba ma rompe con il sopore anestetizzato dell'accademia. Lo sforzo di rendere viva e parlata lo parola scritta serve a Céline per creare uno stile adatto a ridare senso a un mondo che ha vissuto l'apocalisse della Grande Guerra e lo schianto di tutti gli ipocriti valori morali. E l'unico modo per farlo nascere consiste nello scuotere la superficie del mondo regolata dall'esattezza. Solo così l'emozione divampa. E l'emozione non esiste che grazie allo stile. Non si tratta di rendere un'emozione attraverso lo stile ma di creare con esso l'emozione. E il modo migliore per farlo è trarre da sé e dalle proprie esperienze l'energia necessaria." (Simone Paliaga)
L'occhio del silenzio. Conversazioni con Henri Cartier-Bresson
editore: Medusa Edizioni
pagine: 87
"Si parla sempre troppo. Si usano troppe parole per non dire niente. La matita e la Leica sono silenziose", disse Henri Cartier-Bresson nel 1994 a Pierre Assouline. "Per durare - sosteneva Bachelard - bisogna affidarsi a dei ritmi, ovvero a dei sistemi di attimi". E il tempo non è stato in fondo altro - da Platone in avanti - che l'eternità in diuturno naufragio e movimento. Lo sapeva e se ne ricordava bene Carlos Fuentes - il grande romanziere della "Morte di Artemio Cruz" -, che su HCB scriverà un pezzo in assoluto fra i più lancinanti e belli: dialettica giunzione fra "il movimento dell'attimo e l'immobilità dell'eterno", anche il linguaggio fotografico - come lo spaventoso castello della "Recherche" - è forse un "sistema di attimi" partorito in veglia torpida, a partire dal sonno, dentro la sostanza abbacinante e onirica del mondo: "...il fotografo è l'ostetrico di questi sonni che uniscono, che costituiscono, che vivono, che creano un mondo possibile e solo migliore perché portano la speranza a partire dal sonno, perché immaginano il mondo grazie al momento interno, sognato. Un mondo migliore, un mondo possibile solo perché lo sguardo dell'altro ha rispettato l'intimità profonda, spogliata, in cui il sonno è una forma della nudità e la nudità una forma del sonno". In questo libro, curato da Diego Varini, sono raccolte alcune brevi conversazioni col grande fotografo.
La rinascita del pianeta. Conversazioni con Paul Ricoeur
editore: Medusa Edizioni
pagine: 141
Attendere la rinascita? È questa la proposta che ci viene da Paul Ricoeur in questa scelta di interviste che spaziano dalla bi
La pazienza dell'inquietudine. Quattro interviste con Norbert Elias
editore: Medusa Edizioni
pagine: 87
Un uomo lungo un secolo, ecco chi è Norbert Elias
Lo scrittore verticale. Conversazione con Vincenzo Consolo
editore: Medusa Edizioni
pagine: 87
Sembra che Vincenzo Consolo, in questa serratissima conversazione-racconto del suo apprendistato e del singolare destino di narratore, abbia voluto schizzare il suo più fedele (pubblico) autoritratto intellettuale. Troviamo, infatti, tutte le parole-chiave che compongono il suo credo civile e barocco, la sua geografia metaforica: il memorare e il ritorno; il rapporto tra storia e letteratura (e dunque tra potere, scrittura e racconto); l'imperativo categorico dell'impegno, epperò senza mai nulla concedere a fiduciose deleghe verso l'immediatezza bugiarda d'un linguaggio corrotto; al quale opporre, invece, un'archeologia di parola, un verticale contro-codice di rottura che ne tradisce, "malgré lui", il sogno inconcepibile (e forse anche il destino misconosciuto fino al silenzio) di "essere poeta"; di essere, in fondo, l'ultimo aedo civile del Novecento che Antonio Franchini, nella Prefazione, ricorda così: "Era un uomo piccolo che esprimeva una grande forza, enorme determinazione, una fede incrollabile nella letteratura".
Il gioco dell'apprendista. Dieci interviste con William Faulkner
editore: Medusa Edizioni
pagine: 125
Le leggende che circondano l'uomo Faulkner lo ritraggono precisamente come un "uomo del Sud", completamente immerso nel mondo rurale dell'arcaico Mississippi marcato dall'economia coloniale della ricostruzione post-bellica. Letterariamente, Faulkner era un moderno con le carte in regola. Oltre a Proust e Bergson, conosceva Mann, Joyce, Kafka, e Valéry. Ma il tragitto mentale da Oxford, Mississippi, fino a Parigi o a Praga gli costava meno fatica di un viaggio fisico alle porte di Washington. Per lui, come per molti bianchi e neri della sua terra, il resto degli Stati Uniti, fosse Hollywood o New York, era all'incirca un paese straniero. Rifiutò un invito alla Casa Bianca perché affrontare una trasferta, peraltro non molto impegnativa, da Charlottesville in Virginia (dove allora abitava) fino a Washington gli sembrava una fatica eccessiva solo per andare a cena, come disse, "con degli estranei". Assunto a Hollywood come sceneggiatore, chiese a un produttore se poteva lavorare anche da casa. Quando il produttore gli disse di sì, la prima cosa che Faulkner fece fu di andare all'aeroporto e tornare subito a Oxford. Durante una partita di caccia con Howard Hawks e Clark Gable, resosi conto che la conversazione verteva sugli scrittori americani, si presentò come uno dei maggiori scrittori viventi. Divertito, Gable gli chiese: "Oh, lei scrive?". Faulkner rispose: "Certo, signor Gable. E lei che cosa fa?" Prefazione di Alessandro Carrera.
Ho sognato Anita Ekberg. Intervista con Federico Fellini
editore: Medusa Edizioni
pagine: 171
Nel 1963 José-Luis de Vilallonga intervistò Fellini dopo 8 1/2. Ne nacque questa bellissima conversazione ora tradotta in italiano. Aneddoti della sua biografia presentano lati nuovissimi. Fellini parla di tutto. Dell'infanzia e della crescita: Rimini, la Romagna, Roma; i sogni veri o inventati, dove prefigura una donna divina in riva al mare, che si incarnerà in Anita Ekberg. Inscena i sensi di colpa della Chiesa cattolica. Descrive gli esordi; ironizza sul "suo" neorealismo; parla dei propri film con dettagli inediti. Si sofferma sugli scrittori, da Ariosto a Dante a Pasolini; mostra il legame con la moglie Giulietta. Riflette sul destino dell'artista, dipingendo con ironia il quadro della vita borghese, all'ombra della Chiesa. Vilallonga accompagna Fellini in lunghe passeggiate, sale sulla Jaguar guidata da lui a sussulti, sullo sfondo della splendida Roma glamour degli anni Sessanta. Ma questa splendida scenografia non è l'unico sfondo che prende forma mentre Fellini parla...
Traversate d'Occidente. Conversazioni con Michel De Certeau
di Michel de Certeau
editore: Medusa Edizioni
pagine: 72
Il ruolo della cultura in Francia e in America; pragmatismo e democrazia; iconografia e autorappresentazione dei popoli; il femminile nell'esperienza giudaico-cristiana; il nuovo statuto della psicanalisi; il corpo e l'amore come forma di conoscenza... In tre interviste rilasciate negli anni Ottanta, de Certeau posa lo sguardo lucido e sorprendente del savant su molte questioni del nostro tempo, applicando i propri strumenti storici e concettuali non più alla cultura medievale o alla mistica secentesca, ma a temi profondamente radicati nell'oggi. Lezioni di pensiero ma anche conversazioni piacevoli, in cui de Certeau non esita a rispondere con spontaneità alle curiosità degli intervistatori sulle sue impressioni di viaggiatore, sulle sue abitudini, sul suo tempo libero. Una possibilità inedita offerta al lettore italiano per conoscere meglio un pensatore a volte difficile e misterioso, nella varietà e vivacità dei suoi interessi e in una dimensione più affabile.