Si parla sempre più di interculturalità, sempre
meno di multiculturalismo. In effetti, la
molteplicità culturale non è certo una
novità. C’è sempre stata nella storia umana.
E tutto questo potrebbe dirsi anche dell’interculturalità.
Perché allora queste realtà
socio-politiche sono diventate problema?
Semplice: perché nessuno tollera più culture
egemoni. Ogni cultura rivendica una qualche
parità ed esige rispetto: chiede di poter partecipare
alla vita comune sulla terra senza
anatemi. A volte anche senza restrizioni. Ma
questo è davvero possibile? E soprattutto:
questo è giusto? Sembra proprio di no. Senza
alcune restrizioni, a volte no: dice l’etica.
Anche le realtà culturali, come tutte le
realtà di questo mondo, devono essere attraversate
e illuminate dalla domanda intorno
al bene e al male. Il fatto è che nessuna cultura
è, in sé e per sé, buona o cattiva: va
interrogata nelle sue forme e nelle sue pretese,
perché potrebbe portare con sé elementi
che giocano contro la comune umanità
(per esempio, certi casi di mutilazione del
corpo). Ogni cultura va rispettata e onorata,
certo, ma a misura che essa, a sua volta,
rispetti e onori l’umanità comune. Il principio
del riconoscimento, che è il punto di
riferimento regolativo di tutto il libro e che
è l’ispiratore, più o meno celato, del recente
passaggio dalla cifra fattuale del multiculturalismo
alla cifra prescrittiva dell’interculturalità,
deve poter dispiegare la sua universalità
anche riguardo alle differenti identità
culturali.
Biografia dell'autore
Carmelo Vigna è dal 1981 ordinario di
Filosofia morale presso l’Università degli
Studi Ca’ Foscari di Venezia, dove ha diretto
il Dipartimento di Filosofia e Teoria delle
Scienze e ha fondato e attualmente dirige il
Centro Interuniversitario per gli Studi
sull’Etica (CISE). È direttore (con Francesco
Botturi) dell’Annuario di etica (edito da Vita
e Pensiero). È Presidente del Centro di Etica
Generale e Applicata (CEGA) dell’Almo
Collegio Borromeo di Pavia. È autore di
numerose pubblicazioni.
Egle Bonan, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia, è docente e responsabile dell’Opzione Mediazione Interculturale del Master di Filosofia presso l’Institut Catholique de Paris. Collabora con il Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica (CISE) ed è membro del Laboratoire d’Anthropologie et de Philosophie Pratique (LANPRAT) e del REPHI, Reseau Philosophique de l’Interculturel dell’ICP. Ha pubblicato una monografia sul pensiero di Levinas, una serie di saggi sulla filosofia contemporanea francese e sulla questione della diversità culturale nelle organizzazioni internazionali.
Egle Bonan, dottore di ricerca presso l’Università degli Studi Ca’ Foscari di Venezia, è docente e responsabile dell’Opzione Mediazione Interculturale del Master di Filosofia presso l’Institut Catholique de Paris. Collabora con il Centro Interuniversitario per gli Studi sull’Etica (CISE) ed è membro del Laboratoire d’Anthropologie et de Philosophie Pratique (LANPRAT) e del REPHI, Reseau Philosophique de l’Interculturel dell’ICP. Ha pubblicato una monografia sul pensiero di Levinas, una serie di saggi sulla filosofia contemporanea francese e sulla questione della diversità culturale nelle organizzazioni internazionali.