Nel 1904, in occasione del VI centenario della nascita di Francesco Petrarca, la collezione petrarchesca allora di casa Trivulzio fu oggetto di studio da parte di un gruppo di filologi e bibliografi, capitanati da Francesco Novati. Prese così corpo il volume miscellaneo Petrarca e la Lombardia, in conclusione del quale era pubblicato un succinto catalogo delle edizioni possedute dai marchesi Trivulzio. A distanza di un secolo, in concomitanza con il VII centenario, una folta schiera di studiosi, coordinati da Giancarlo Petrella, ha condotto un’indagine approfondita dell’intero Fondo Petrarchesco della Trivulziana.
Ne è scaturito il catalogo descrittivo di una delle più cospicue raccolte petrarchesche d’Italia, composta di quasi centocinquanta unità: diciannove manoscritti, datati tra la fine del Trecento e il pieno Settecento, tra cui alcuni codici quattrocenteschi di fattura lombarda e toscana impreziositi da ampie miniature; quattordici incunaboli, dalla princeps veneziana del Petrarca volgare, stampata a Venezia da Vindelino da Spira nel 1470, alla princeps del Petrarca latino, apparsa a Basilea nel 1496 per i tipi di Johann Amerbach; poco più di cinquanta edizioni del XVI secolo che coprono un arco cronologico di oltre ottant’anni e testimoniano la diversa fortuna del Poeta al di qua e al di là delle Alpi: dall’aldina del 1501 alla princeps basileese (1582) delle Rime del Petrarca brevemente sposte per Lodovico Castelvetro, con un’incursione nel capitolo della fortuna popolare del Petrarca tramite due curiosi rifacimenti in dialetto bergamasco della parte iniziale del primo Triumphus Cupidinis. Completano e arricchiscono il Fondo Petrarchesco circa sessanta edizioni, dal primo Seicento agli inizi del Novecento.
Uno sguardo, parziale ma ampiamente rappresentativo, sulla fortuna petrarchesca lungo i secoli che, attraverso le ampie descrizioni dei manoscritti e delle edizioni quattro-cinquecentesche, nonché la più succinta schedatura delle stampe dal Sei al Novecento, consente di ripercorrere una delle più preziose collezioni di materiale petrarchesco conservate nelle biblioteche pubbliche italiane.
Ne è scaturito il catalogo descrittivo di una delle più cospicue raccolte petrarchesche d’Italia, composta di quasi centocinquanta unità: diciannove manoscritti, datati tra la fine del Trecento e il pieno Settecento, tra cui alcuni codici quattrocenteschi di fattura lombarda e toscana impreziositi da ampie miniature; quattordici incunaboli, dalla princeps veneziana del Petrarca volgare, stampata a Venezia da Vindelino da Spira nel 1470, alla princeps del Petrarca latino, apparsa a Basilea nel 1496 per i tipi di Johann Amerbach; poco più di cinquanta edizioni del XVI secolo che coprono un arco cronologico di oltre ottant’anni e testimoniano la diversa fortuna del Poeta al di qua e al di là delle Alpi: dall’aldina del 1501 alla princeps basileese (1582) delle Rime del Petrarca brevemente sposte per Lodovico Castelvetro, con un’incursione nel capitolo della fortuna popolare del Petrarca tramite due curiosi rifacimenti in dialetto bergamasco della parte iniziale del primo Triumphus Cupidinis. Completano e arricchiscono il Fondo Petrarchesco circa sessanta edizioni, dal primo Seicento agli inizi del Novecento.
Uno sguardo, parziale ma ampiamente rappresentativo, sulla fortuna petrarchesca lungo i secoli che, attraverso le ampie descrizioni dei manoscritti e delle edizioni quattro-cinquecentesche, nonché la più succinta schedatura delle stampe dal Sei al Novecento, consente di ripercorrere una delle più preziose collezioni di materiale petrarchesco conservate nelle biblioteche pubbliche italiane.
Biografia dell'autore
Giancarlo Petrella, dottore di ricerca in Italianistica (Letteratura Umanistica) all’Università Cattolica di Milano, è attualmente assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Verona. Si occupa di letteratura geografico-antiquaria fra Medioevo e Rinascimento (L’officina del geografo. La Descrittione di tutta Italia di Leandro Alberti e gli studi geografico-antiquari tra Quattro e Cinquecento, Vita e Pensiero, Milano 2004) e di storia del libro, con particolare riguardo alla produzione e circolazione del libro a stampa fra Quattro e Cinquecento. Nel 2004, in occasione del VII centenario petrarchesco, ha curato le esposizioni tenutesi presso la Biblioteca Trivulziana e la Biblioteca di via Senato di Milano.