I temi qui trattati riguardano l’influsso che il linguaggio religioso esercita sulla comunicazione umana. La questione viene esaminata nei tre ambiti della preghiera, orale o a stampa, in dialetto o in lingua; dell’oratoria sacra, dal Cinquecento all’Ottocento; e delle relazioni estatiche, sotto le forme dell’autobiografia, del diario e della trascrizione in diretta dalla dizione orale. Il confronto tra preghiera, predicazione e dettame mistico chiarifica le caratteristiche del discorso religioso cristiano. Esso trova fondamento e norma nell’incarnazione del Verbo di Dio dentro la caducità e molteplicità delle lingue umane; perciò, ogni enunciato che abbia Dio quale termine od oggetto deve conformarsi al discorso che Dio ha usato per comunicare se stesso all’uomo. In particolare, i saggi di Giovanni Pozzi scandagliano il singolare rapporto dialettico tra oralità e scrittura che connota i diversi modi in cui la lingua cristiana si esprime. Tale dinamismo pertiene alla natura stessa della nostra tradizione religiosa, a partire dal suo documento d’origine, la Bibbia, che è scrittura generata da parole e insieme generatrice di parole.
Biografia dell'autore
Nato nel 1923 a Locarno, p. Giovanni Pozzi appartiene all’ordine dei minori cappuccini ed è stato a lungo professore di letteratura italiana a Friburgo (Svizzera). Ha curato edizioni di testi (Brunetto Latini, Hypnerotomachia, Ermolao Barbaro, Marino), antologie (Angela da Foligno, Maddalena de’ Pazzi, scrittrici mistiche italiane) e ha pubblicato saggi sull’umanesimo e il barocco. Tra i volumi più recenti si segnalano: Sull’orlo del visibile parlare (Milano 1993) e Alternatim (Milano 1996).