Il cambiamento tecnologico crea non «un uomo nuovo», come prospettavano i manifesti cyborg, ma «del nuovo nell'uomo», poiché non esiste innovazione tecnica a cui non corrisponda una mutazione antropologica. Le tecnologie sono infatti oggetti sociali rivestiti di simbolico, ma soprattutto proiezioni della coscienza dell'uomo, delle sue virtù e dei suoi vizi. I mezzi messi a disposizione dalle biotecnologie - trasferimento di geni, trapianti di tessuti e organi, interventi di ingegneria molecolare - rischiano tuttavia di oscurare le molteplici risorse animali già presenti in ognuno di noi, eredità dei nostri predecessori non umani e quasi sempre represse perché difficili da inquadrare in una visione intelligente della vita e del mondo. Codificare le istanze che caratterizzano il postumano, che ha un largo impatto nel panorama scientifico e culturale contemporaneo anche se non ancora una definizione univoca, interpella la vita pastorale e consente di riflettere sui tentativi di relegare l'uomo nel sogno - o nell'illusione - di un'immortalità realizzata tecnologicamente. Prefazione di Giuseppe Lorizio.
L'animale e la macchina. Come il post-umano interpella la pastorale

Titolo | L'animale e la macchina. Come il post-umano interpella la pastorale |
Autori | Paolo Benanti, Antonio Mastantuono, Massimiliano Padula, Giovanni Iacovitti, Carlo Cirotto |
Argomento | Storia, Religione e Filosofia Religione |
Collana | Cammini di chiesa, 108 |
Editore | EDB |
Formato |
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Pagine | 80 |
Pubblicazione | 2017 |
ISBN | 9788810521595 |
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