All’interno della filosofia di Edmund Husserl vi è un ambito che il fondatore della fenomenologia chiamava «estetica
trascendentale». Esso allude a un insieme di problemi relativi alle strutture fondamentali della sensibilità. Nel presente volume si intende mostrare la funzione fondativa che questo settore esercita entro la fenomenologia trascendentale. Nella razionalità interna allo strutturarsi dei contenuti sensibili viene cercata la giustificazione per prese di posizione filosoficamente più impegnative e, a partire dal primato della sensibilità, viene interpretata la nozione stessa di soggettività trascendentale. Lungo questo percorso emergono come concetti fondamentali della fenomenologia trascendentale quelli di «associazione trascendentale», di «sintesi passiva» e di «attività cinestetica».
A partire da questi concetti viene interamente reinterpretata la nozione di «sensibilità», anche rispetto ad alcune proposte che pure emergono da opere husserliane come le Ricerche logiche e Idee, I.
Biografia dell'autore
Vincenzo Costa (San Cono, CT, 1964) è dottore di ricerca in Filosofia. Studioso del pensiero contemporaneo, si è occupato, anche attraverso un lungo soggiorno di studio presso l’Archivio Husserl di Lovanio, della fenomenologia di Husserl e del pensiero post-fenomenologico francese. Ha curato la traduzione italiana di J. Derrida, Il problema della genesi nella filosofia di Husserl (Milano 1992), ha tradotto le Lezioni sulla sintesi passiva (Milano 1992) e il Libro dello spazio (Milano 1996) di Husserl, corredandolo con un saggio introduttivo e note. Ha contribuito a un volume della collana «Phänomenologica» con un saggio su L’estetica trascendentale e il problema della trascendentalità; ha approfondito il rapporto tra la fenomenologia trascendentale e la filosofia di Derrida con il volume La generazione della forma (Milano 1996), ed è autore di numerosi saggi apparsi su riviste italiane e straniere.