Carocci: Biblioteca medievale
La macina e il telaio. Due carmi mitologici norreni
editore: Carocci
pagine: 154
Vengono qui tradotti e commentati due carmi norreni d'ispirazione eddica, il Gróttasöngr e il DarraDarljód, dove si parla di una macina cosmica e di un telaio del tutto particolare. Entrambi i componimenti trattano del destino: quello universale amministrato da due gigantesse, e quello individuale affidato a un gruppo di valchirie. Nei due carmi mito, leggenda e storia si fondono in maniera tale da offrire una rappresentazione viva e affascinante della tradizione scandinava medievale con riferimento a figure sovrannaturali femminili. Il ricco e particolareggiato commento del curatore guida il lettore nella complessa trama dei riferimenti mitologici, degli aspetti linguistici e nell'affollato mondo del Medioevo scandinavo. Il volume è completato da un contributo "al femminile" di Paola Mura sulla tessitura e i suoi risvolti simbolici.
L'indignazione di un poeta-crociato
I versi gnomici su Acri
editore: Carocci
pagine: 190
La letteratura tedesca medievale ci consegna un documento singolare e di particolare interesse storico: "I versi gnomici su Ac
Libro delle creature. Differenze sottili delle nature diverse
di Ildegarda di Bingen (santa)
editore: Carocci
pagine: 421
Ildegarda di Bingen (1098-1179), benedettina tedesca, deve la sua fama soprattutto all'opera mistica e filosofica, alle vision
L'Entrée d'Espagne. Rolando da Pamplona all'Oriente
di Anonimo padovano
editore: Carocci
pagine: 416
Con "L'Entrée d'Espagne", poema epico della prima metà del Trecento sulle imprese di Rolando negli anni precedenti la rotta di Roncisvalle, l'autore, un padovano che sceglie di tacere il proprio nome, rinnova felicemente il genere della chanson de geste. L'ampiezza della cultura e dell'esperienza umana, il senso della realtà, l'ironia, il talento stilistico gli permettono di rappresentare il famoso eroe in una veste inedita. Il suo Rolando si muove come un cavaliere errante in un Oriente già ricco delle suggestioni del Milione di Marco Polo e costellato dai ricordi delle gesta del Macedone. Egli associa alla prodezza e alla superbia tradizionali la sapienza, l'inclinazione spirituale - memorabile l'episodio "graaliano" dell'incontro con il vecchio eremita penitente -, la generosità, il brio, divenendo modello esemplare di cortesia, incarnazione di quell'ideale aristocratico cavalleresco che, nel sogno di una vita più bella, il Padovano immagina condiviso da cristiani e pagani e per il quale esclamerà poi l'Ariosto: "Oh gran bontà de' cavalieri antiqui!".
Canzoni d'amore e di taverna. Nel Trecento alla corte di Shiraz
di Hafez
editore: Carocci
pagine: 343
Nella Shiraz del Trecento, in una corte dove si alternano principi gaudenti e principi bacchettoni, emerge il genio di Hàfez (1319-1390), il più grande lirico persiano da qualcuno paragonato a Petrarca, ammirato da Goethe e da Emerson che lo conobbero in traduzione. Lo "stilnovo" hafeziano canta le grazie di un bellissimo e innominato amico, in cui, a seconda delle prospettive ermeneutiche adottate, è dato vedere vuoi un amore proibito, vuoi un simbolo dell'Amico divino, vuoi una controfigura del principe lodato. Poeta mistico o poeta epicureo? Le sue immagini ci appaiono comunque traslucide di realtà soprannaturali: il vino può rimandare a mistiche ebbrezze, il bel coppiere può ricordare il Dio del Corano (LXXVI, 21) che versa il vino ai beati; e la condotta trasgressiva, il peccato ostentato in barba alla legge e ai dottori, può magari sottilmente rinviare a una ricerca di santità. Ma sopra ogni cosa colpisce il frammentarismo strutturale e irriducibile di questa poesia, densa e tersissima, soffusa di quella grazia squisita e ineffabile che è nelle tante miracolose "sospensioni nel vuoto" che si producono nel passaggio da un verso all'altro, là dove l'autore sa spesso introdurre novità repentine di tono, cambi imprevisti di giro d'immagini, alternanze inattese di pensieri, arguzie, argomenti, ironie.
Vino, efebi e apostasia
di Hafez
editore: Carocci
pagine: 324
Vino, efebi e apostasia sono un po' i tre pilastri, sotto il profilo tematico, della poetica persiana classica, che tipicamente predilige motivi "mal-famati" o bad-nâm, un termine dal trasparentissimo etimo indoeuropeo. Abilmente orchestrando questi elementi, Hâfez ha saputo produrre una poesia che si libra tra il Sensibile e il Sovrasensibile, tra il terreno e il celeste, qualcosa che incantò il vecchio Goethe, il quale rese omaggio a Hâfez nel suo West-Oestlicher Diwan e lo definì "il mio gemello orientale". Poeta edonista e cantore della vita libertina all'apparenza, le sue immagini sono traslucide di realtà soprannaturali: il vino può rimandare a mistiche ebbrezze, il bel coppiere può ricordare il Dio del Corano (LXXVI, 21) che versa il vino ai beati; e la condotta trasgressiva, il peccato ostentato in barba alla legge e ai dottori, può magari sottilmente rinviare a una ricerca di santità. Ma sopra ogni cosa colpisce il frammentarismo strutturale e irriducibile di questa poesia, le tante "sospensioni nel vuoto" che si producono nel passaggio da un verso all'altro, là dove l'autore sa spesso introdurre sorprese, novità repentine di tono, cambi imprevisti di giro d'immagini, alternanze inattese di pensieri, arguzie, argomenti, ironie.
Poesie e canzoni
di Oswald von Wolkenstein
editore: Carocci
pagine: 120
Questa breve antologia di componimenti autobiografici di Oswald von Wolkenstein intende presentare il trovatore tardomedievale sudtirolese attraverso alcune canzoni su viaggi ed avventure, poesie sull'alternarsi delle stagioni, sulla gioia e la fatica del vivere, la terra natale, l'amore, nonché attraverso alcune riflessioni filosofiche e religiose. Spiccano in particolare la complessità e l'originalità, ma anche l'intensità espressiva della vena lirica e musicale del cavaliere-poeta, così lontano eppure così vicino per le tematiche trattate e le impressioni rievocate. Le poesie, in traduzione italiana con testo in tedesco protomoderno a fronte, sono accompagnate da commenti letterari e stilistico-linguistici. Una introduzione critica sulla vita e le opere di Wolkenstein, sulle edizioni e i manoscritti e sugli aspetti linguistici e musicali dei suoi componimenti completa questa prima traduzione italiana.
Da Roma a Taprobane. Dai Collectanea rerum memorabilium. Testo latino a fronte
di C. Giulio Solino
editore: Carocci
pagine: 191
Evocazione favolosa di terre vicine e lontane, i "Collectanea rerum memorabilium" di Solino - un letterato della tarda età imperiale romana (III sec.d.C.) - costituiscono una sorta di caleidoscopio che mescola dati naturalistici e curiosità, mostri e meraviglie, allineando sullo stesso piano di credibilità quanto percepito dai sensi e quanto narrato dalla tradizione. Sarà proprio questa dimensione bizzarra e affabulatrice a fare la fortuna del testo, che viene tradotto per la prima volta in italiano dal Rinascimento, fino al Flaubert della "Tentazione di sant'Antonio".
Otia imperialia
Libro III. Le meraviglie del mondo. Testo latino a fronte
di Gervasio Di Tilbury
editore: Carocci
pagine: 428
Concepito per un sovrano (Enrico Plantageneto il Giovane, morto prematuramente) e realizzato per un altro (l'imperatore Ottone
Adamo ed Eva
Le Jeu d'Adam: alle origini del teatro sacro
editore: Carocci
pagine: 318
Il "]eu d'Adam" è la prima opera teatrale interamente in volgare tramandataci dalla tradizione manoscritta
L'epos dei mercanti. Byline russe dek ciclo di Novgorod
editore: Carocci
pagine: 183
Novgorod, fra le antiche città-stato russe, fu a lungo dominante sul piano economico, politico, culturale. Il suo declino coincise con l'ascesa di Mosca, che la sottomise definitivamente sul finire del XV secolo per mano del Gran Principe Ivan III autoproclamatosi zar. Di istituzioni tendenzialmente democratiche e repubblicane, ebbe a capo illustri condottieri come Aleksandr "Nevskij", che nel XIII secolo seppe arginare l'invadenza tartaro-mongola e al contempo sconfiggere i potenti nemici occidentali, resistendo perfino all'offerta papale del titolo di re. Contrariamente agli altri Stati russi, Novgorod ebbe solo saltuariamente un sovrano stabile e, fino alla caduta, rafforzò le proprie caratteristiche di repubblica mercantile. Ciò spiega la natura tutta particolare del suo epos popolare, assai meno eroico e titanico di quello kieviano, più umano e civile e, per certi tratti, anche più liberamente fantastico.
Nihon ryoiki. Cronache soprannaturali e straordinarie del Giappone
editore: Carocci
pagine: 210
Per la prima volta in italiano viene pubblicato un testo-chiave del buddhismo giapponese: storie di pescatori, mercanti, finti