Cesati: Linguistica E Critica Letteraria
Il «mancamento delle parole». Osservazioni sulla lingua di Leonardo
di Marco Biffi
editore: Cesati
pagine: 202
Il volume raccoglie alcuni saggi dedicati alla lingua di Leonardo da Vinci, in particolar modo a quella della meccanica, della
Il lungo amore del secolo breve
Saggi sulla poesia novecentesca
di Ramat Silvio
editore: Cesati
pagine: 334
Uno specchio di parole scritte
Da Parini a Pusterla, da Gozzi a Meneghello
di De Marchi Pietro
editore: Cesati
pagine: 227
Cursus in fabula. Ritmo e retorica nella novellistica da Boccaccio al Cinquecento
di Paola Mondani
editore: Cesati
pagine: 256
L'esercizio retorico del cursus nella letteratura volgare è davvero circoscrivibile alla prosa letteraria delle origini o trac
«Amor condusse noi». Lettura linguistica di Inferno V
di Mirko Volpi
editore: Cesati
pagine: 126
Il volume offre un modello di commento linguistico alla Commedia, una possibilità di lettura che ponga la lingua di Dante al c
La lingua che fa scena. Dalle grammatiche rinascimentali alla comunicazione via web
di Ilaria Bonomi
editore: Cesati
pagine: 450
I prismatici interessi dell'autrice sono testimoniati dalle quattro sezioni di cui si compone il volume: nella prima, grammati
Il mito della «scuola di Milano». Studi sulla tradizione letteraria lombarda
di Gianmarco Gaspari
editore: Cesati
pagine: 478
Da tempo la cultura letteraria lombarda è oggetto di attenzione, tanto da proporsi come ambito tra i più stimolanti per l'anal
Miti cristiani e forme del politico nella letteratura del Rinascimento
di Claudio Gigante
editore: Cesati
pagine: 151
Dedicati al rapporto tra letteratura, religione e potere politico, i capitoli di questo libro affrontano, prendendo spunto dal
Carducci. Letteratura e storia
di William Spaggiari
editore: Cesati
pagine: 211
Il volume riunisce dieci contributi su alcuni momenti significativi dell'esperienza umana e intellettuale di Giosuè Carducci. Sulla scorta di carteggi, documenti, testimonianze e della ricca pubblicistica coeva vengono indagate le connessioni fra poesia e vita civile, prima e dopo l'Unità: il libro politico di "Juvenilia", l'invettiva giambica di "Dopo Aspromonte", le delusioni del primo periodo post-unitario, le molteplici prese di posizione pubbliche, le accensioni polemiche del ciclo di sonetti di "Ça ira". Particolare attenzione viene anche riservata ai legami di Carducci con la cultura classica (il lungo amore per Virgilio, fino al memorabile discorso mantovano del 1884) e con la tradizione letteraria italiana, da Petrarca (l'edizione del Canzoniere nel 1899) ai moderni (gli studi su Parini, il mito di Foscolo). Altri sondaggi sono poi dedicati ai luoghi della poesia e alle relazioni di Carducci con figure eminenti del suo tempo, da Tommaseo a Pascoli, col mondo dell'università e della scuola e con editori, allievi, collaboratori. Chiude il volume una riflessione su uno snodo centrale della fortuna critica del poeta nel Novecento.
Il troppo e il vano. Percorsi di formazione linguistica nel secondo Ottocento
di Giuseppe Polimeni
editore: Cesati
pagine: 242
Il volume raccoglie dieci saggi dedicati alla ricerca di una lingua comune nell'Ottocento italiano. Fulcro storico è l'Unità d'Italia, intesa come spartiacque in cui le istanze del primo Ottocento trovano una concreta possibilità di realizzarsi attraverso il sistema scolastico e i moderni mezzi di comunicazione. Ripercorsi i momenti di un'unificazione intesa come estensione di una varietà all'intera nazione (principalmente attraverso la scuola), il libro si propone di sondare il nodo problematico della definizione di uno strumento linguistico che garantisca a tutti una partecipazione democratica alla vita civile. Centrale si dimostra il concetto di popolo: inteso in prima battuta come una non definita entità a cui lo scrittore è chiamato a rifarsi per costruire una lingua spontanea, il popolo diviene gradualmente proiezione delle istanze della vita civile di un'intera società. I saggi si dispongono lungo un'ideale linea di demarcazione che riguarda il problema della varietà linguistica, di quell'abbondanza di parole e di forme che caratterizza storicamente l'italiano: da un lato i "manzoniani" si adoperano per raggiungere una riduzione di forme concorrenti, considerate come inutile orpello nell'accesso democratico alla parola; dall'altro Graziadio Isaia Ascoli e la sua scuola propongono sondaggi negli strati della lingua con l'intento di ricostruire le valenze storiche della varietà e di favorirne la consapevolezza nell'uso effettivo.