E/O
Fuori di qui
di Jacopo Reali
editore: E/O
pagine: 139
"Avevo la sensazione che ci fosse solo una persona che conosceva la combinazione della cassaforte che mi stava nel petto, come una chiave scoperta dopo anni di tenaci tentativi, il lavoro di un minuzioso e paziente ladro. Alla fine c'era riuscita e mi aveva rubato letteralmente il cuore sciogliendo il blocco di ghiaccio nel quale l'avevo rinchiuso dall'età di sette anni. Gaia per me è stata tutto". È per amore di Gaia che Jesus, ragazzo scontroso e ribelle dallo strano nome, orfano della madre a sette anni, entra in una spirale di vendetta e violenza. "L'unico mio amico con la A maiuscola si chiamava Chico, ed era pazzesco in tutto. Era schizzato dentro, smanioso di rompere a tutti i costi la banale normalità delle nostre vite". Poi c'è la famiglia dove "i discorsi si limitavano alla scuola, quando ci andavo" e Mariarosa, una vecchia poetessa che Jesus visita alla casa di riposo dove fa volontariato e che gli mostra il mondo in una luce diversa. Infine c'è il Destino, tragico e violento, e poi, forse, la redenzione.
Centro permanenza temporanea vista stadio
di Daniele Scaglione
editore: E/O
pagine: 151
Due iraniane dirette a Lione, la giovane Sharmin e sua madre, finiscono in un Centro di permanenza temporanea (Cpt) nei pressi di Torino. Devono così fare i conti con il bizzarro trattamento che l'Italia riserva ai "clandestini". Ma per Sharmin, fanatica di calcio come lo sono moltissime ragazze iraniane, questa situazione costituisce l'opportunità per conoscere il paese dei campioni del mondo, delle superstelle come Totti, e la storia del Toro. Si troverà così immersa in un'avventura in cui si mescolano passione per il calcio, razzismo, crudeltà della burocrazia e solidarietà femminile.
Il treno
di Alberto Bracci Testasecca
editore: E/O
pagine: 173
Chi l'ha detto che le vicende più incredibili debbano verificarsi solo su lussuose navi da crociera o su voli intercontinentali? Talvolta un banalissimo spostamento in treno può riservare sorprese ai confini della realtà. Linea Roma-Torino. Senza una ragione apparente, il convoglio si ferma in aperta campagna; la sosta prolungata crea tra i passeggeri una complicità data dal trovarsi accomunati in una situazione di disagio, ma gli occupanti dello scompartimento 16 non ci stanno: prendono una decisione improvvisa che imprimerà alle loro vite una svolta inaspettata, portando i loro destini a uscire dai binari prefissati e proseguire per una tangente comica e surreale dove il personaggio che ognuno è convinto di essere si sgretola rivelando una più amara, più vera e impensata realtà interiore. Tuttavia i quattro fortuiti colleghi d'avventura - l'anziana signora, il giovane scrittore, l'intraprendente donna in carriera e il navigato intellettuale bohémien - non sono soli nel loro stranissimo percorso: a loro insaputa, sono seguiti da un misterioso occhio mediatico che, nei progetti della sgangherata troupe televisiva che ha nascosto la microcamera sul treno, dovrebbe permettere di realizzare il più reale reality show della storia della televisione. Nulla però va come dovrebbe andare. A ritmi sempre più incalzanti, le circostanze si susseguono colorandosi di assurdo con quella vena folle che assumono spesso le situazioni in apparenza più normali.
La rivale. Un racconto su Maria Callas
di Eric Emmanuel Schmitt
editore: E/O
pagine: 82
È la storia di Maria Callas raccontata dalla sua più acerrima rivale (nel racconto Carmela Babaldi). Questo inedito e poco celebrativo punto di osservazione consente a Schmitt di evitare la solita biografia agiografica e di regalare un racconto dissacrante e divertente, ricco di aneddoti gustosi e di osservazioni molto competenti sul mondo della lirica. Carmela Babaldi, che prima dell'avvento della Callas, era stata il soprano più amato dal pubblico, torna dall'esilio argentino a Milano dopo tanti anni di assenza. È ormai una donna anziana, inacidita dai ricordi dei successi della sua rivale (che è morta da anni). Entra alla Scala per ritrovare l'atmosfera dei suoi giorni di gloria e si trova faccia a faccia con un gruppo di turisti, ai quali la guida spiega che Maria Callas è stata la voce più bella di tutti i tempi e che non ha mai conosciuto rivali capaci di contenderle lo scettro della lirica. Per Carmela Babaldi questo è un colpo, e solo il primo, che la trascinerà in una straziante (ma anche, per i lettori, comica) rievocazione della feroce sfida tra le due primedonne della lirica. Schmitt così fa raccontare all'inferocita rivale tanti episodi pubblici e privati dell'ascesa e del trionfo di Maria Callas.
Nella mia pelle
di Kate Holden
editore: E/O
pagine: 305
Ciò che pare più incredibile nella vicenda di Kate non è tanto la straordinaria parabola di una ragazza di buona famiglia e appassionata lettrice che diventa eroinomane e prostituta, ma la lucidità e la maestria con cui racconta questo viaggio all'inferno con una scrittura avvincente, coraggiosa ed elegante. Il suo inferno ha inizio quando il suo ragazzo, James, le presenta un gruppo di artisti. In questo mondo accogliente e libero Kate, quasi per gioco, prova l'eroina. "Con la droga nelle vene eravamo le persone più meravigliose della terra". Da quel momento inizia una spaventosa discesa, prima nel mondo claustrofobico e sofferente dei drogati, poi in quello ambivalente, perverso ma anche affascinante, del sesso a pagamento, dei bordelli di ogni tipo. Nella sua odissea Kate frequenta uomini e donne soli, in balìa di istinti autodistruttivi, ma conosce anche l'amicizia e l'amore sotto sembianze spesso inattese, e in questa conoscenza di sé stessa e degli altri trova le risorse per tornare dall'inferno. La voce che emerge dalle sue pagine è di volta in volta viscerale, riflessiva, candida, evocativa e decisa.
Riso nero
di Anna Moï
editore: E/O
pagine: 159
Nel 1968 l'offensiva del Tet segna il corso della guerra del Vietnam. Saigon è devastata dall'assalto dei vietcong. Due sorelle adolescenti, Tan e Tao, vengono internate come detenute politiche nel bagno penale di Poulo Condore, al largo della capitale. Sottoposte a violente torture, sono imprigionate nelle gabbie delle tigri. Al di là della dimensione storica e documentaria del romanzo, Anna Moï descrive l'universo della propria infanzia, in cui dominano profumi, rituali, colori, legati fra loro da un fitto gioco di rimandi. Al bianco della calce si mescolano l'arancio delle tuniche dei bonzi, il rosso del sangue, il nero della seta laccata e del riso alle mosche a cui allude il titolo. Il profumo degli anacardi maturi nel cortile del penitenziario evoca il ricordo di anni sereni, lontani dalla ferocia della guerra. Un racconto che celebra la forza e la fragilità delle donne, figlie del drago, secondo la tradizione vietnamita.
Due cose amare e una dolce
di Tiziana Rinaldi Castro
editore: E/O
pagine: 289
La spregiudicata e audace protagonista di questa storia vive una complessa relazione che la lega a due uomini, entrambi a modo loro artisti, uno musicista e l'altro analista: due personaggi con una varia e densa caratterizzazione, con diverse culture e identità, etniche, culturali, sociali. Il Saint Mark's Hotel si trova al centro di un crocevia dove l'immaginario collettivo situa l'ombelico del mondo, nel cuore stesso di una New York che risplende grazie alla scrittura dell'autrice che trasporta in un instante il lettore tra le strade di Brooklyn. Qui confluiscono le vicende di un mondo familiare, eccentrico e stravagante, dove la nebbia sul passato che avvolge le storie dei protagonisti fa appena in tempo a dissolversi quando si solleva la gigantesca nube di polvere che offusca il sole nella mattina di Manhattan dell'11 settembre del 2001.
Freni
di Paolo Fallai
editore: E/O
pagine: 147
Un giornalista, vittima di un grave incidente stradale, si risveglia in ospedale senza ricordare nulla del fatto e senza riuscire a parlare. Mentre il suo corpo lentamente riprende il controllo delle funzioni vitali, la sua mente fatica a mettere ordine tra incubi e ricordi, tra le immagini della vita professionale e la routine di un quotidiano cinismo. È così che a poco a poco ritornano a galla tante vicende irrisolte e poco chiare: i problemi coniugali, lo strano rapporto con i genitori e, soprattutto, le inchieste giornalistiche scabrose e pericolose che stava affrontando prima dell'incidente su speculazioni edilizie e corruzione politica. Il ritorno a casa, dopo la lunga degenza ospedaliera, non farà che rendere ancora più affilata e dolorosa l'incapacità del protagonista di riprendersi una vita che non può ricominciare là dove si era interrotta.
Blues di banlieue
di Nan Aurousseau
editore: E/O
pagine: 131
Strana razza di idraulico, pignolo e disilluso, imbarcato per caso in un mestiere imparato controvoglia durante un soggiorno in galera per rapina a mano armata, Dan è un uomo in rivolta. Contro il suo destino baro che lo ha gettato nei cantieri di una Francia precaria e clandestina, mentre lui sognava di diventare scrittore. Dan è un uomo in rivolta, perché, pur con tutto il suo passato di galeotto, è un uomo profondamente morale: proprio perchè tale, Dan decide di scoprire che ne ha fatto il suo capo Dolto della cassaforte della ditta, trafugata nottetempo alla volta della Normandia. Così, approfittando dell'assenza per malattia che il medico gli ha concesso per il suo stato di esaurimento, Dan parte all'inseguimento del proprio capo. Una caccia all'uomo che assume via via una dimensione quasi metafisica, un percorso di ricerca che è nel contempo il bilancio di un'intera vita e che si concluderà con uno smacco di follia e di morte. Nan Aurousseau, 55 anni, madre lavandaia e padre meccanico manovratore, cinque fratelli, impara il mestiere di idraulico alla fine di una detenzione in carcere di sette anni per rapina. Durante la detenzione divora libri e impara anche, soprattutto, il mestiere di scrittore. Ha scritto numerose sceneggiature e diretto due lungometraggi.
Le nozze di Anna
di Nathacha Appanah-Mouriquand
editore: E/O
pagine: 143
Nella semplice unità di tempo di un giorno, il confronto fra due personalità femminili antitetiche. Il giorno è quello del matrimonio di Anna. Nell'arco di questa giornata sua madre Sonia, voce narrante del romanzo, fa il bilancio della propria vita, ripensa alla profonda diversità tra lei e sua figlia, maturando la consapevolezza, dapprima velata di inquietudine e infine serena, che un nuovo futuro sta iniziando per entrambe. Sonia è una scrittrice, originaria dell'isola Mauritius da cui è partita adolescente; ha cresciuto da sola la figlia Anna, tra Parigi e Lione dove adesso vivono. Se Sonia ha una personalità libera e anticonformista, odia le costrizioni sociali e spesso preferisce rifugiarsi nel suo mondo letterario, Anna pare l'esatto contrario: ha studiato economia, non ama la letteratura. Oggi sposa Alain, un ufficiale giudiziario, un uomo "tristemente perfetto", dipinto da Sonia con molta ironia. Sonia vorrebbe distogliere sua figlia, consigliarle di inseguire un futuro avventuroso, gettarsi nella vita con entusiasmo o almeno sposarsi con l'abito rosso. Tuttavia oggi è il giorno di Anna e sarà come sua figlia vuole che sia. Nathacha Appanah, al suo terzo romanzo (i primi due, "Blue Bay Palace" e "Le rocce di Poudre d'or", già pubblicati in Italia da E/O), ha vinto numerosi premi.
Il mio manicomio
di Paolo Teobaldi
editore: E/O
pagine: 185
Attraverso la voce e l'esperienza di Tilde (Matilde), infermiera dei matti, "Il mio manicomio" si muove in un pulviscolo di st