Libri di Jacques Rancière
Béla Tarr. Il tempo del dopo
di Jacques Rancière
editore: Bietti
pagine: 100
Da "Nido familiare" (1979) a "Il cavallo di Torino" (2011) - dichiarato dal regista il suo ultimo film - Béla Tarr ha forgiato
La partizione del sensibile. Estetica e politica
di Jacques Rancière
editore: DeriveApprodi
pagine: 80
Jacques Rancière è il filosofo a noi contemporaneo che più di tutti ha saputo articolare una riflessione insieme estetica e po
Lo spettatore emancipato
di Jacques Rancière
editore: DeriveApprodi
pagine: 176
Chi guarda non sa vedere: questo è il presupposto che attraversa la storia della filosofia e dell'emancipazione, dalla caverna
La disputa delle parole. Dialogo sulla politica del linguaggio
editore: Castelvecchi
pagine: 94
Quale potere legittimiamo attraverso il linguaggio? Ogni volta che parliamo e scriviamo siamo chiamati a fare una scelta sempl
Lo spettatore emancipato
di Jacques Rancière
editore: DeriveApprodi
pagine: 175
Chi guarda non sa vedere: questo è il presupposto che attraversa la storia della filosofia e dell'emancipazione, dalla caverna
Aisthesis. Scene del regime estetico dell'arte
di Jacques Rancière
editore: Orthotes
pagine: 316
Che cosa intendiamo oggi quando parliamo di arte? Con Aisthesis, Jacques Rancière esplora alcuni momenti cruciali che hanno mo
L'inconscio estetico
di Jacques Rancière
editore: Mimesis
pagine: 90
Ciò che rende possibile e pensabile la teoria freudiana è, secondo Rancière, una riconfigurazione dell'ordine simbolico che si verifica nel contesto dell'idealismo tedesco, quando, specialmente con Hegel, il sensibile si fa manifestazione (sintomo) dell'Idea e il pensiero si inscrive nell'empiria. A ben vedere, l'inconscio estetico è anche ciò che sta a monte dell'intera riflessione politologica di Rancière: la "rivoluzione estetica" produce uno spazio materiale e simbolico i cui caratteri sono quella confusione e indistinzione alla cui rimozione la filosofia politica, sin dalla sua fondazione platonica, si era dedicata.
La partizione del sensibile. Estetica e politica
di Jacques Rancière
editore: DeriveApprodi
pagine: 67
Gli enunciati politici o letterari hanno effetti sul reale: definiscono non solo dei modelli di parola o di azione, ma anche d
L'odio per la democrazia
di Jacques Rancière
editore: Cronopio
pagine: 116
"La società ineguale non porta nel suo grembo nessuna società dell'uguaglianza. La società dell'uguaglianza è solo l'insieme delle relazioni egualitarie che si tracciano qui e ora attraverso atti singolari e precari. La democrazia è nuda nel suo rapporto col potere della ricchezza e col potere della filiazione che oggi lo asseconda o lo sfida. Non è fondata in nessuna natura delle cose e non è garantita da nessuna forma istituzionale. Non è portata da nessuna necessità storica e non ne porta nessuna. È affidata solo alla costanza dei propri atti. La cosa non può non fare paura e quindi suscita odio in chi è abituato a esercitare il magistero del pensiero. Ma in chi sa condividere con chiunque il potere uguale dell'intelligenza può suscitare coraggio, e quindi gioia." (Jacques Rancière)
Politica della letteratura
di Jacques Rancière
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 204
Se la politica è la sfera dell'attività umana con cui si definiscono gli oggetti dell'esperienza sociale che sono da ritenersi comuni e condivisi e con cui si individuano i soggetti deputati a tale definizione, esiste una politica della letteratura? Non nel senso del parteggiare, da parte di scrittori, per questa o quella causa o fazione, ma nel senso proprio dell'intervento dell'attività letteraria, in quanto tale, alla definizione di tali aree comuni. La letteratura, secondo le parole di Jacques Rancière: "interviene nel rapporto tra pratiche, tra torme di visibilità e tra modi di dire che segmentano uno o più mondi comuni". Nell'analizzare la questione l'autore muove da una curiosa convergenza. "Sartre parlava di Flaubert come del fuoriclasse di un assalto aristocratico contro la natura democratica del linguaggio della prosa" avendo liberato la parola dagli oggetti e dagli uomini, avendo dato alla parola che descrive una sua completa autonomia, trasformando essa in oggetto, parola "mutata in pietra, pietrificata", così strappando le parole al loro uso di critica sociale che i democratici del 1848 avevano scoperto. Ebbene la stessa pietrificazione della parola che la critica progressista rilevava, era stata denunciata nel senso opposto dai critici di parte aristocratica contemporanei di Flaubert: per essi l'indifferenza, l'equidistanza verso le gerarchie sociali esibita dal linguaggio pietrificato era il segno distintivo stesso della democrazia.
Il disagio dell'estetica
di Jacques Rancière
editore: Edizioni ETS
pagine: 136
Jacques Rancière si è imposto sulla scena internazionale soprattutto per i suoi studi dedicati ai rapporti tra arte e politica
Il maestro ignorante
di Jacques Rancière
editore: Mimesis
pagine: 148
"Tutte le intelligenze sono uguali", dichiara nel XIX secolo Joseph Jacotot, rivoluzionario francese esule in Belgio. Riprendendo questo principio Jacques Rancière delinea in questo libro la possibilità dell'esistenza dì una politica di emancipazione sottratta alla sfera dello Stato. Il volume è un'avventura intellettuale che si interroga sull'importanza della mente e dell'intelligenza individuale nella politica.