Libri di P. Caruso
Critica della ragione dialettica. Teoria degli insiemi pratici
di Jean-Paul Sartre
editore: Il Saggiatore
pagine: 492
La "Critica della ragione dialettica" è il monumentale progetto filosofico cui Sartre si dedicò nel periodo della maturità: un
Senso e non senso
di Maurice Merleau-Ponty
editore: Il Saggiatore
pagine: 229
Ritorno alla percezione - dunque alla soggettività - e significato della realtà
Il pensiero selvaggio
di Claude Lévi-Strauss
editore: Il saggiatore
pagine: 330
"Pensiero selvaggio" è l'ossimoro, soltanto apparente, creato da Lévi-Strauss per indicare il vincolo che unisce la "società occidentale" alle popolazioni a lei più remote: è ciò che permette a un indiano americano di ritrovare una pista da indizi infinitesimali, a un nativo australiano di identificare le impronte su un sentiero, a un automobilista di muoversi con disinvoltura nel traffico metropolitano. Alla ricerca di universali capaci di accomunare ogni uomo in un'unica disposizione cognitiva, Lévi-Strauss individua una struttura, profonda e razionale, grazie alla quale tutte le società elaborano i propri miti e credenze, realizzano il radicamento territoriale e l'organizzazione sociale dei propri componenti, e sviluppano strumenti pratici e complesse tassonomie. La loro necessità, prettamente umana, è di trarre un ordine dal fluire indistinto del reale. Il Saggiatore ripropone oggi quest'opera capitale dello strutturalismo che, pur segnando un punto di svolta nel pensiero antropologico, ha saputo varcare i propri confini disciplinari intervenendo nel più ampio dibattito culturale del Novecento. A cominciare dal secco rifiuto di un universalismo astratto ed eurocentrico, evidente nella polemica contro "La critica della ragion dialettica" di Sartre, che, concepito al tramonto del colonialismo, non ha mai smesso di essere attuale.
Elogio dell'antropologia
di Claude Levi Strauss
editore: Einaudi
pagine: 51
"La nostra scienza è giunta alla maturità il giorno in cui l'uomo occidentale ha cominciato a rendersi conto che non avrebbe mai capito se stesso, finché sulla faccia della terra, una sola razza, o un solo popolo, fosse stato da lui trattato come oggetto. Solo allora l'antropologia ha potuto affermarsi per quello che è: un'impresa, che rinnova ed espia il Rinascimento, per estendere l'umanesimo a guisa dell'umanità. Permetterete dunque, che le mie ultime parole siano per quei selvaggi, la cui oscura tenacia ci offre ancora modo di assegnare ai fatti umani le loro vere dimensioni: quegli Indiani dei tropici, e i loro simili sparsi per il mondo, che mi hanno insegnato il loro povero sapere in cui consiste, tuttavia, l'essenziale delle conoscenze che voi mi avete incaricato di trasmettere ad altri; e verso i quali ho contratto un debito di cui non mi sentirei liberato nemmeno se, al posto in cui mi avete messo, potessi giustificare la tenerezza che mi ispirano, e la riconoscenza che ho per loro, continuando a mostrarmi quale fui fra loro, e quale, fra voi, vorrei non cessare di essere: loro allievo, e loro testimone."
Il pensiero selvaggio
di Claude Lévi-Strauss
editore: Net
pagine: 323
Pubblicato alla metà degli anni cinquanta, questo saggio è considerato un classico dell'etnologia. Nel segno del distacco dall'etnologia tradizionale, Lévi Strauss sceglie come tema di queste ricerche un attributo universale dello spirito umano: il pensiero allo stato selvaggio presente in tutti gli uomini, contemporanei e antichi, vicini e lontani. L'antropologo si avvicina ai miti, alle credenze accantonando ogni idea di esotismo.