Morcelliana: Uomini e profeti
Le dieci parole di Dio. Le tavole della libertà e dell'amore
di Ricca Paolo
editore: Morcelliana
pagine: 240
Non c'è nulla di certo nella Bibbia, ma bisogna fare un percorso per capirlo
L'alfabeto ebraico
di De Benedetti Paolo
editore: Morcelliana
pagine: 112
In nessun'altra lingua, forse, come nell'ebraico, un alfabeto è così intriso di storia, di senso, di materia dell'uomo e di pr
Gesù di Nazareth
Passione morte resurrezione
di Bianchi Enzo
editore: Morcelliana
pagine: 96
Enzo Bianchi non concede nulla al rumore delle mode o ai rituali della comunicazione mediatica, che, negli ultimi anni, hanno
Lutero mendicante di dio
di Ricca Paolo
editore: Morcelliana
pagine: 192
Paolo Ricca "traghetta" i pensieri di Lutero sulla vita del credente a un pubblico vasto, eterogeneo, vario
Le luci di Shabbat
di Carucci Viterbi Benedetto
editore: Morcelliana
pagine: 80
Memoriale della creazione e della libertà - e per questo cuore della vita ebraica - il sabato (Shabbat) acquista nelle parole
Rabbi Aqivà
di Benedetto Carucci Viterbi
editore: Morcelliana
pagine: 80
Benedetto Carucci Viterbi tratteggia con maestria la storia di rabbi Aqivà, uno dei più grandi maestri dell'antichità [vissuto tra il 50-135 e.v.], a cui dobbiamo, quanto meno, la presenza nel canone biblico del Cantico dei Cantici, ma che fu anche tra i grandi testimoni - lui, figlio di pecorai, pastore a sua volta, analfabeta e ignorante - della bellezza dello studio, che ricompensa di ogni fatica e di ogni sacrificio. Spinto dalla moglie Rachel a intraprendere una vita di sapere, diventa guida morale nei giorni del pericolo, sostiene la rivolta di Bar Kokhba contro l'impero romano, e quando i rabbini si riuniscono per discutere se si debba anche rischiare la vita per insegnare la Torà, Aqivà, che morirà martire con il sorriso sulle labbra, risponde che se avessero abbandonato la Torà avrebbero anche abbandonato Dio. (Gabriella Caramore)
Immagini del Dio vivente
di Bianchi Enzo
editore: Morcelliana
pagine: 83
Parlare oggi di icone non è pura questione archeologica
Teologia degli animali
di Paolo De Benedetti
editore: Morcelliana
pagine: 96
"Per elaborare una "teologia" che non abbia più al proprio centro soltanto l'uomo, ma, assieme a lui, l'animale, e ogni essere vivente, ci voleva un teologo come Paolo De Benedetti. Il cui pensiero si articola non intorno ad assiomi, evidenze, certezze. Ma intorno al "forse". Al dubbio. Alla logica dei "doppi pensieri". Solo chi, come lui, ha un senso così forte della precarietà dei giudizi umani e della imperscrutabilità di quelli divini, può arrivare a elaborare una teologia che metta continuamente in discussione se stessa: fino a spostare il centro della propria attenzione dalla creatura umana, che lo ha da sempre altezzosamente occupato, alle creature "minori", che sempre sono state ai margini." (Gabriella Caramore)
Giuda. Il tradimento fedele
di Zagrebelsky Gustavo
editore: Morcelliana
pagine: 104
Scrutando dentro le "ragioni di Giuda", Gustavo Zagrebelsky esplora uno dei territori più inquieti del pensiero cristiano, pro
Libertà e destino nella tragedia greca
di Salvatore Natoli
editore: Morcelliana
pagine: 144
Con l'accanimento di chi ha a cuore la verità, e con la pietas di chi ha trepidazione per il creaturale, Salvatore Natoli indaga la straordinaria vicenda della fioritura del tragico nell'Atene del V secolo. E ci invita a spingere a fondo lo sguardo fino a rinvenire - nelle esaltanti e terribili vicende di Edipo e di Oreste, di Antigone e Clitemnestra, di Prometeo e Filottete, di Medea e Agamennone - ciò che, in tutti i tempi, sta al fondo della storia dell'uomo: la sua domanda di sapere perché vive, il percepire che le cose dell'esistere "sono problema". "Qualcosa c'è. E ci trascende" è detto in Euripide. È compito del filosofo e del teologo, ma anche di ogni lettore, ricomporre la struttura dei diversi contesti culturali e religiosi e mettere a confronto i modi in cui è vissuta e patita la lontananza di un "Dio che si nasconde". Non basta però ricomporre i frammenti del Tragico della Grecia antica come se si trattasse di ricostruire una mappa in disuso. Quella mappa - tracciata con gesti, silenzi, grida - può fare da segnavia anche al nostro cammino che, talvolta, sembra guidato più dal vento dionisiaco della Tracia che da un geometrico disegno divino(dalla Prefazione di Gabriella Caramore)