A cosa serve la geografia? È una disciplina utile oppure no? Ed è l'utilità che può qualificare il valore del sapere geografico o bisogna piuttosto ragionare in termini di rilevanza sociale e politica? Questo libro discute il rapporto fra geografia e politiche pubbliche, concentrandosi sulla relazione fra processi dello sviluppo e territorio. Ragionare attorno al significato della geografia nelle politiche pubbliche porta a diffidare di risposte semplici e impone una riflessione sul ruolo della conoscenza nel processo politico d'individuazione dei problemi, delle opportunità, degli attori e degli interessi in gioco nei processi di trasformazione della città e del territorio. Diffidare di risposte semplici significa in primo luogo superare l'idea che il rapporto fra geografia e politiche possa essere affrontato in termini di utilità pratica e nelle pratiche. In tal modo si adotterebbe infatti una visione della geografia come sapere neutro, in grado di descrivere una presunta oggettività del territorio e dei suoi problemi, mentre essa è una pratica conoscitiva portatrice di valori e principi, che richiede un preciso posizionamento etico e politico.
Tra geografia e politiche

titolo | Tra geografia e politiche |
Argomento | Letteratura e Arte Arte |
Collana | Saggi.Natura e artefatto |
Editore | Donzelli |
Formato |
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Pagine | 200 |
Pubblicazione | 2014 |
ISBN | 9788868430467 |