Fra Tre e Cinquecento il commercio di seconda mano diventa un aspetto fondamentale dell'ordine socioeconomico europeo. La gamma dei beni commerciabili si amplia a dismisura: ogni oggetto di cui si possa immaginare un'utilità anche minima viene ad avere un valore e un prezzo quanto mai discutibili e relativi. I protagonisti di questa gestione dell'usato o del nuovo non prodotto da chi lo rivende sono, all'inizio dell'età moderna, considerati figure socialmente ed economicamente ambigue. Che siano rigattieri, artigiani o dettaglianti la loro presenza nel gioco degli scambi, benché sempre più importante e sempre più diffusa, appare inquietante e controversa. Dallo straccio alla reliquia, passando per merci che il mercato ritiene primarie per la vita e la società, il commercio di seconda mano imposta, dalla fine del Medioevo, modalità di definizione del valore e dei prezzi che, in tutta la loro relatività, si affermeranno poi nella società di mercato moderna e contemporanea.
Seconda mano. Il valore delle cose fra Medioevo ed Età moderna

Titolo | Seconda mano. Il valore delle cose fra Medioevo ed Età moderna |
Autore | Giacomo Todeschini |
Argomento | Storia, Religione e Filosofia Storia |
Collana | Piccoli saggi, 93 |
Editore | Salerno Editrice |
Formato |
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Pagine | 216 |
Pubblicazione | 2025 |
ISBN | 9788869738449 |
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