“Costatando che la filosofia contemporanea è giunta a quel bivio che abbiamo determinato(fondare la problematicità o fondare la metafisica), siamo venuti a confermare che essa vive essenzialmente nel futuro. Però i prelegomeni a questa metafisica (o antimetafisica) futura sono diversi, oggi, da quelli ch’erano ancora venticinque anni fa: ed in questo cambiamento è da ravvisare il guadagno sostanziale dell’ultima generazione. La metafisica è riapparsa possibile e istante (mentre la religione, in senso tradizionale, è tornata attuale e determinante)”.
Bontadini sigla così questa sua raccolta di saggi. Sono passati cinquant’anni dalla prima pubblicazione dell’opera (La Scuola, Brescia 1946), ma le parole di Bontadini nulla hanno perduto quanto al loro lavoro speculativo. Dall’attualismo al problematicismo, perciò, è un libro ancora da leggere, anzi da studiare. Aiuta molto a capire la storia filosofica del nostro Novecento; aiuta soprattutto a non smarrire quel senso “forte”, antico e sempre nuovo, della filosofia, cui Bontadini ha legato il suo straordinario Magistero. Filosofia come mediazione incontrovertibile dell’immediato o, per dirla in termini cari al giovane Bontadini, filosofia come “metafisica dell’esperienza”.
Biografia dell'autore
Gustavo Bontadini (1903-1990) fu nel 1921 fra i primi allievi dell’Università Cattolica, ov’ebbe per per maestri E. Chiocchetti, A. Gemelli, A. Masnovo, F. Olgiati, G. Zamboni e dove si laureò nel 1925 con una tesi sulla La metafisica dell’esperienza. Ebbe ben presto incarichi di insegnamento nella stessa Università e poi in quella di Urbino e nella Statale di Milano. Nel 1949 vinse il concorso per l’ordinariato e fu chiamato alla cattedra di Filosofia teoretica dell’Università di Pavia, da dove nel 1951 fu chiamato per la stessa disciplina nell’Università Cattolica e qui insegnò sino al 1978. Fu membro effettivo dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei.