«Nei romanzi comparivano i gangster o i pistoleri del Far West, e anche loro si ubriacavano e si mettevano a sparare alla gente, ma si trovava sempre uno sceriffo che poi li toglieva di mezzo». In questo romanzo corale ambientato nella Praga occupata dai tedeschi ironia e tragedia si intrecciano con uno stile originalissimo, apprezzato da Philip Roth che considerava Weil un grandissimo scrittore. L'episodio che dà il titolo al libro è quello in cui Heydrich ordina di rimuovere la statua di Mendelssohn dal tetto del Conservatorio. Ma l'impiegato del Comune, aspirante SS, non sa la storia della musica e pensa di buttar giù la statua col naso più grosso. Che è Wagner... Ma non mancano episodi ben più drammatici, alcuni strazianti. In tutti i racconti del libro si respira un'atmosfera assurda, in cui si può morire per futili motivi o ci si può salvare per un colpo di fortuna. Tutto è aleatorio e slegato da ogni logica.
Sul tetto c'è Mendelssohn

Titolo | Sul tetto c'è Mendelssohn |
Autore | Jiri Weil |
Curatore | G. Dierna |
Argomento | Narrativa Narrativa contemporanea |
Collana | Letture Einaudi |
Editore | Einaudi |
Formato |
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Pagine | 312 |
Pubblicazione | 2023 |
ISBN | 9788806257569 |
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