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Abscondita: Carte d'artisti

Scritti

di Marcel Duchamp

editore: Abscondita

pagine: 276

"Gli scritti di Marcel Duchamp sono accumulati come una grande deriva che procede a lampi di magnesio, fatti di frammenti ellittici, di rimandi e vuoti. Un'intenzionale incompletezza presiede agli scritti. Essi non disdegnano il sogno grandioso della totalità, eppure rinnovano il senso incompleto dell'imperfezione attraverso l'uso del frammento. Il frammento prevede il conforto del vuoto e dell'interruzione, dell'illuminazione e della pausa, dell'edonismo del gioco di parole e della icasticità della definizione. Il frammento permette ancora di sognare, di rinviare e di sostare." (Dallo scritto di Achille Bonito Oliva)
29,00

La pecora di Giotto

di Luciano Bellosi

editore: Abscondita

pagine: 398

"Il titolo del libro allude, naturalmente, al popolare aneddoto illustrato anche su certe scatole di matite colorate che accompagnano tanti ricordi della nostra infanzia. La popolarità di questo aneddoto è dovuta al fatto che lo racconta il Vasari: un fatto che è anche la causa della sua mancata considerazione da parte della critica. Ma il Vasari non fa che parafrasare un succinto passo del secondo Commentario del Ghiberti: 'Nacque uno fanciullo di mirabile ingegno il quale si ritraeva del naturale una pecora; in su passando Cimabue pictore per la strada a Bologna vide el fanciullo sedente in terra et disegnava in su una lastra una pecora [...] Cimabue menò seco Giotto e fu discepolo di Cimabue'. Ora, un aneddoto raccontato dal Ghiberti non può essere liquidato come uno dei tanti aneddoti raccontati dal Vasari, per il quale essi avevano la funzione di artifici retorici utili a dare compiutezza al racconto storico, secondo una concezione della storia che egli condivideva con i contemporanei. Lo scritto del Ghiberti appartiene a un genere letterario diverso e non ha le preoccupazioni del Vasari. Del secondo Commentario, le cui notizie che si possono controllare risultano sostanzialmente attendibili, va preso sul serio tutto e io credo che anche il raccontino della pecora di Giotto, al di là del suo significato letterale, alluda almeno a due aspetti reali."
35,00

Piero della Francesca

di Henri Focillon

editore: Abscondita

pagine: 158

Questo volume dedicato a Piero della Francesca uscì postumo, a Parigi, nel 1952. Lo scritto che Focillon dedicò a Piero contiene la vita dell'artista e una sommaria traccia della sua attività, non priva di alcune proposte anche a riguardo di opportunità cronologiche e di stile. Analisi come quelle dedicate all'ossessione del pittoresco, del romanzesco e del contenuto; individuazioni di metodo come quella della nozione di evento; assaggi appena suggeriti in direzione di classificazioni tipologiche o psicologiche; oppure, infine, l'offerta didattica di ciò che lega architettura, paesaggio e senso del tempo; sono solo brevi appunti che ognuno potrà meglio attivare e colmare. [...] Il folto succedersi di acquisizioni e di nozioni che si è addossato negli anni su un tema fondamentale come quello di Piero rende disagevole dire in quale positivo luogo sosti, quanto a filologia stretta, il vantaggio di questo scritto. La ricchezza dei moduli di questa materia imponente si propone in maniera spontanea, e in fondo la chiarezza dell'impianto conoscitivo è già essa materia sufficiente per un alto ingresso critico nel problema. Alla fine di una serie di ore di lavoro passate insieme a Henri Focillon tra le opere di Piero, ci si accorge che la qualità delle informazioni è insolitamente elevata e che il passo del maestro, la sua stessa pacata parola, si sono appena allontanati da noi, lasciandoci immersi in una consistente ammirazione. (Dallo scritto di A. Emiliani)
20,00

Manifesti del futurismo

editore: Abscondita

pagine: 252

L'opera riunisce un'estesa selezione di documenti del movimento, in genere "manifesti", ordinati cronologicamente, sino a copr
25,00

Modigliani, mio padre

di Jeanne Modigliani

editore: Abscondita

pagine: 192

La biografia dell'artista Amedeo Modigliani riposa sulla ricerca meticolosa e caparbia che la figlia Jeanne ha svolto dal 1939 al 1984, anno della sua morte. Questo lungo e minuzioso lavoro ha restituito una nuova immagine della vita e della dimensione creativa del grande artista livornese. Altre biografie romanzate e poco veritiere erano state pubblicate nell'immediato dopoguerra, e tutte avevano dato credito alle falsificazioni "involontarie" dello storico d'arte André Salmon (soprattutto in "La vie passionnée de Modigliani"), che suscitarono non pochi malintesi e crearono una leggenda distorta. Jeanne volle scoprire la verità sulla vita del padre, e iniziò a farlo con "Modigliani senza leggenda", pubblicato da Vallecchi a Firenze nel 1958, rivisto e tradotto da lei stessa in francese nel 1961, ripreso nel 1984 per il centenario della nascita del padre con il nuovo titolo "Modigliani racconta Modigliani", pubblicato dalle Edizioni Graphis Arte di Livorno. La critica letteraria ufficiale e accademica parve non gradire il lavoro di Jeanne: il suo impegno storiografico e la sua analisi estetica vennero considerati una prova troppo teorica e letteraria.
22,00

Fatti di Masolino e Masaccio

editore: Abscondita

pagine: 209

Se mai vi fu artista ad uscire già armato e deciso dal cervello della pittura, questi fu Masaccio
22,00

Su Piero Manzoni

di Celant Germano

editore: Abscondita

pagine: 217

L'opera di Piero Manzoni, attivo dal 1955 al 1963, è segnata da una ricerca estetica e linguistica fortemente iconoclasta
22,00

La filosofia di Andy Warhol da A a B e viceversa

di Andy Warhol

editore: Abscondita

pagine: 264

"Non manca niente. C'è tutto. Lo sguardo spento. La grazia diffratta... Il languore annoiato, il pallore desolato... L'essere freak in modo chic, l'essenza passiva dello stupore, la segreta conoscenza che ammalia... La gioia un po' mesta, i tropismi rivelatori, la maschera imbiancata da folletto, l'aspetto lievemente slavo... L'ingenuità infantile, il fascino radicato nella disperazione, la trascuratezza narcisistica, la perfetta alterità, l'inafferrabilità, l'aura ombrosa, voyeuristica, vagamente sinistra, la pallida e sussurrata magica presenza, l'essere pelle e ossa... La pelle bianca da albino. Incartapecorita. Da rettile. Bluastra... Le ginocchia nodose. La mappa delle cicatrici. Le lunghe braccia ossute, così candide da sembrare candeggiate. Le mani attraenti. Gli occhi a spillo. Le orecchie a banana... Le labbra tendenti al grigio. I capelli scarmigliati bianco-argento, soffici e metallici. I tendini del collo in evidenza intorno al grande pomo d'Adamo. C'è tutto... Non manca niente. Io sono tutto ciò che dice il mio album di fotografie."
24,00

Eugène Delacroix

di Charles Baudelaire

editore: Abscondita

pagine: 174

"Delacroix è decisamente il pittore più originale del passato e dell'era moderna. È proprio così, che possiamo farci? Nessuno dei suoi amici, persino i più entusiasti, ha osato proclamarlo con la nostra impudica sincerità. Grazie alla giustizia tardiva del tempo che smorza rancori, stupefazioni e cattive volontà, togliendo lentamente di mezzo con la morte ogni ostacolo, oggi non ci troviamo più a vivere nell'epoca in cui gli artisti retrogradi si facevano il segno della croce al nome di Delacroix, nome che, del resto, costituiva un segno di riconoscimento per tutti i suoi oppositori, intelligenti e sciocchi. Quel tempo delizioso è ormai trascorso. Ma Delacroix verrà sempre contestato, almeno quanto basta ad aggiungere lampi alla sua aureola. Meglio così! Ha il diritto di restare sempre giovane; infatti, lui non ci ha ingannato, non ci ha mentito come hanno fatto certi idoli ingrati accolti nei nostri panteon. Delacroix non fa ancora parte dell'Accademia, pur troneggiandovi moralmente; ormai da molti anni ha già detto tutto, proprio tutto quello che è indispensabile per primeggiare - ne conveniamo; e - prodigiosa impresa di un genio sempre alla ricerca del nuovo - non gli rimane che progredire sulla retta via - là dove si è sempre mantenuto."
20,00

Ecologia dell'arte

di Enrico Baj

editore: Abscondita

pagine: 269

Se durante la sua prolifica attività Enrico Baj ha costantemente alternato la scrittura con la creazione artistica, pubblicando una nutrita serie di libri nei quali intendeva "esprimere quasi filogeneticamente i convincimenti e le illuminazioni nate assieme alle opere", "Ecologia dell'arte" costituisce una brillante testimonianza di questo scambio tra scrittura e pittura. Esempio raro nel suo genere, perfino nell'ambito dei dizionari artistici più alternativi, questo scritto di Baj, che prende spunto dal volume di Gregory Bateson, "Verso un'ecologia della mente", sottolinea, fin dalle prime pagine, un dato fondamentale: che "il degrado ambientale", di cui siamo vittime e artefici, nasce da un "inquinamento che è mentale, prima ancora che territoriale". Sul filo di questo assunto, che estende alla situazione artistico-culturale del nostro tempo, l'autore intesse una moltitudine di informazioni sul mondo dell'arte sconfinando nei settori più vari della conoscenza e prendendo a bersaglio, con polemica ironia, gli orizzonti artistici nei quali si rispecchiano l'inquinamento culturale e la "Sistematica distruzione tecnologica dell'ambiente".
25,00

Degas danza disegno

di Paul Valéry

editore: Abscondita

pagine: 143

"Come accade che un lettore un po' distratto muova la matita sui margini d'un libro e tracci, a capriccio della punta e dell'assenza, piccole figure o vaghe ramificazioni di contro alle masse leggibili, così farò io, guidato dall'estro, tutt'intorno a questi studi di Edgar Degas. Accompagnerò le immagini di poco testo che non si possa leggere, o non leggere d'un fiato, e che non abbia coi disegni se non i legami più lenti e i rapporti meno stretti. Insomma, non sarà che una sorta di monologo, in cui riaffioreranno a loro piacimento i miei ricordi e le diverse idee che mi sono fatto di un personaggio singolare, grande e severo artista, essenzialmente volitivo, d'intelletto raro, vivo, sottile, inquieto; che nascondeva sotto l'assolutezza delle opinioni e il rigore dei giudizi non so qual dubbio su di sé, non so quale disperazione di esser soddisfatto: sentimenti amarissimi e nobilissimi, suscitati in lui dalla raffinata conoscenza dei maestri, dalla cupidigia dei segreti che attribuiva loro e dalla presenza perpetua, nella sua mente, delle loro contraddittorie perfezioni. Nell'arte egli non vedeva che problemi d'una certa matematica più raffinata dell'altra, che nessuno ha saputo rendere esplicita e di cui ben pochi possono sospettare l'esistenza. Parlava volentieri d'arte sapiente; diceva che un quadro è il risultato di una serie d'operazioni... Degas rifiutava la facilità, come rifiutava tutto quello che non fosse l'unico oggetto dei suoi pensieri."
19,00

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