Adelphi: Biblioteca Adelphi
Il tradimento
di Tommaso Landolfi
editore: Adelphi
pagine: 156
Come il diario in versi "Viola di morte" (1972), anche "Il tradimento", che ne è "grave e terribile seguito", sembra alimentato dal furore e dalla rabbia, quasi che scrivere colmasse in Landolfi - sono parole di Citati -"una tremenda voragine esistenziale, che torna a riaprirsi alla fine di ogni poesia, più angosciosa di prima. Ora i suoi versi ci rivelano l'immediato scatto dei nervi: ora tendono alla scansione nuda dell'epigramma e dell'aforisma. Non volano mai, non cantano mai, non corteggiano mai le grazie dell'immagine e della musica". E la ragione è chiara, lacerante: ugualmente allettato dal versante "selvoso" della prosa e da quello "brullo", "spoglio" della poesia, Landolfi si sente ormai, da entrambi, ugualmente respinto.
Le leggende degli ebrei
di Louis Ginzberg
editore: Adelphi
pagine: 449
In questa quinta tappa del viaggio di Louis Ginzberg attraverso la tradizione ebraica, in margine alla Bibbia, prosegue e si conclude l'epopea di Mosè, tormentato e persino ritroso intermediario fra cielo e terra, ma anche audace condottiero in quel deserto fitto di insidie in cui i figli di Israele errano (nel duplice senso del termine) per quaranta, lunghi anni. Sono pagine ricche di eventi, in vertiginosa oscillazione tra vette e bassure: la montagna in cima alla quale il profeta parla con Dio - e da Lui riceve la Legge - e il fondovalle dove gli ebrei attendono, divisi tra fervorosa attesa e cupo sconforto; la costruzione del Tabernacolo e dell'Arca Santa, suggello del patto tra Dio e il suo popolo, e la trasgressione in cui quest'ultimo puntualmente cade, come nell'emblematico episodio dell'adorazione del Vitello d'Oro. Una dinamica fra meriti e colpe, castighi e retribuzioni scandita da un susseguirsi di immagini nitide, ora struggenti ora crudeli, fino al culmine lacerante della morte del protagonista. Via via privato dal Signore dell'ispirazione profetica e incapace ormai di comprendere le parole della Legge, Mosè cerca almeno di stornare da sé la tremenda condanna di non poter calpestare la Terra Promessa. Invano: la potrà scorgere soltanto di lontano, dalla cima del monte in cui Dio lo porta a morire, ma in quell'istante essa sarà tutta e solo per il suo sguardo.
L'orchessa e altri racconti
di Irène Némirovsky
editore: Adelphi
pagine: 260
I suoi lettori ormai lo sanno: oltre che una romanziera, Irene Némirovsky è stata una eccellente autrice di racconti. Ne scrisse per tutta la vita, fino ai mesi che precedettero l'arresto (quando era costretta a firmarli con uno pseudonimo e a farli pagare alla balia delle sue figlie). D'altronde, fra i suoi modelli letterari c'erano Cechov, Maupassant e la Mansfield, dei quali Irene amava l'asciuttezza, il cinismo venato di pietà, l'abilità nel delineare in poche pagine un intero mondo. Qualità che ritroviamo nei racconti riuniti in questo volume - nove narrazioni dove la Némirovsky ripercorre ancora una volta i temi che le sono cari: il destino di rassegnazione e di attesa che segna la vita di molte donne, la solitudine astiosa in cui invecchiano molte altre, gli oltraggi che il tempo infligge alla bellezza, la nostalgia del passato, il rapporto tra madri e figlie.
Pietroburgo
di Andrej Belyj
editore: Adelphi
pagine: 384
Pietroburgo, 1905. La città è sconvolta dalla tempesta sociale, si moltiplicano i comizi, gli scioperi, gli attentati. Il giovane Nikolaj Apollonovic, che si è incautamente legato a un gruppo rivoluzionario, entra in contatto con Dudkin, nevrotico terrorista nietzscheano, il quale gli affida una minuscola bomba. E il provocatore Lippancenko, doppiogiochista al servizio della polizia zarista e al contempo dei rivoluzionari, gli rivela qual è il suo compito: dovrà far saltare in aria il senatore Apollon Apollonovic, abietto campione dell'assurdità burocratica. Suo padre. È intorno a questo rovente nucleo narrativo che si snodano le vicende surreali e grottesche di "Pietroburgo", unanimemente considerato il capolavoro romanzesco del simbolismo russo. Dove la vera protagonista è tuttavia la "Palmira del Nord": una Pietroburgo maestosa e geometrica solo all'apparenza, edificata su un labile terreno palustre i cui miasmi sgretolano le possenti architetture, le cui brume sfaldano e decompongono ogni comparsa che striscia lungo i vicoli fiocamente illuminati, tra bettole ammuffite e palazzi scrostati. I sommovimenti di inizio secolo, preludio di future tragedie, l'ululato del vento che si incanala lungo le gole del libro, il demoniaco colore giallo dei comizi gremiti di una folla in trance: ogni cosa è in preda a una malefica possessione, che Belyj filtra attraverso la lanterna magica delle immagini.
I clienti di Avrenos
editore: Adelphi
pagine: 157
Una città, Istanbul, ancora avvolta, all'inizio degli anni Trenta, da un'aura di eccitante depravazione
Ritratti italiani
di Arbasino Alberto
editore: Adelphi
pagine: 552
Dalla A di Gianni Agnelli alla Z di Federico Zeri, alcune decine di conversazioni, interviste, dialoghi, e magari anche chiacc
Foglie rosse e altri racconti
di Faulkner William
editore: Adelphi
pagine: 254
I racconti di William Faulkner sono scaturiti dalla stessa materia dei grandi romanzi dell'autore
Yoshe Kalb
di Israel J. Singer
editore: Adelphi
pagine: 281
Chi è l'uomo, assente e impenetrabile, che alla domanda "Chi sei?" dei settanta rabbini appositamente convenuti a Nyesheve dalle grandi città della Polonia russa e della Galizia risponde solo, con voce remota: "Non lo so"? Il sensibile, delicato Nahum, genero dell'onnipotente Rabbi Melech ed esperto di Qabbalah, tornato pressoché irriconoscibile a Nyesheve dopo quindici anni di un misterioso errare? O, come invece sostengono i nemici di Rabbi Melech, il più miserabile e deriso dei mendicanti di Bialogura, Yoshe il tonto, che per placare una spaventosa epidemia è stato unito in matrimonio a Zivyah, la figlia idiota dello scaccino? È un asceta, un santo, degno di succedere all'ormai anziano rabbino di Nyesheve e di guidare i hassidim, o un peccatore, uno spergiuro? Mai la comunità ebraica è stata tanto lacerata e divisa - al punto da istituire un tribunale che risolva il caso -, mai ha conosciuto una così sanguinosa faida, quasi che le sue sorti fossero appese all'esile filo di una vacillante identità e di un incomprensibile vagabondare. E mai come in quest'uomo l'impossibilità di decidere del proprio destino, l'esilio - da se stessi, anzitutto -, l'angosciosa ricerca di una patria inesistente hanno trovato una più arcana, struggente, memorabile incarnazione.
Aurore d'autunno. Testo inglese a fronte
editore: Adelphi
pagine: 273
Aurore d'autunno - tra le più alte espressioni poetiche del Novecento - è un libro semplice: giunto alla soglia dei settant'an
Scrivere lettere è sempre pericoloso
editore: Adelphi
pagine: 445
Scritte da due persone sofferte, lacerate, sempre a rischio, ma anche colte, brillanti, geniali, scritte di getto, telegrafiche o più spesso lunghe e a volte lunghissime, riprese nel corso dei giorni, ininterrotte nel corso di un trentennio, attraverso città, stati, continenti (da un quartiere all'altro di New York come da una sponda all'altra dell'Atlantico, da Boston a Key West, da Firenze a Washington, da Rio al Maine), le lettere di questo epistolario tra gli ultimi due grandi poeti americani sono debordanti di vita, allegre e atroci, piene di notizie e umori, pregne d'idee e pettegolezzi, alimentate da argomenti poetici, politici, economici, arricchite di veri e propri racconti. È amore a prima vista, e amore impossibile: per le crisi maniacali di lui, per le tendenze sessuali di lei. L'ala della follia, dell'alcolismo, del suicidio stende un velo d'ombra sui loro passi. Eppure amore è. Tutto congiurerebbe a separarli: l'eterno vagabondare dell'ulisside Elizabeth, donna dai molti percorsi, i suoi soggiorni prolungati nei paesi più lontani, le sue disavventure sentimentali, spesso tragiche; l'eterno battagliare con genitori, consorti, amanti, amici e soprattutto, sempre sconfitto, con se stesso dell'achilleo Cal, ultimo puritano dolorosamente innamorato di Dioniso. E invece nulla intacca mai davvero il loro legame: quella libertà segreta che hanno gli amanti innerva un'amicizia a briglia sciolta, dal tono cospiratorio, che non ha riscontro in altri grandi sodalizi artistici.
I fratelli Rico
di Georges Simenon
editore: Adelphi
pagine: 172
Sono cresciuti nelle strade di Brooklyn, i tre fratelli Rico; e lì hanno cominciato, ciascuno a modo suo, a lavorare per l'" organizzazione ": Tony, il minore, si limita a guidare le macchine, Gino è diventato un killer e Eddie, il maggiore, un piccolo boss di provincia. Eddie vive in Florida, ha una bella casa, una bella moglie, tre belle figlie. Ha il controllo di un intero settore, dove tutti lo rispettano, dai gestori di sale da gioco agli sceriffi. È soddisfatto della sua vita, ed è certo di essersela meritata. E non gli è mai importato, neanche da ragazzino, che gli avessero affibbiato quel soprannome vagamente sprezzante, il ragioniere. Perché Eddie ha sempre fatto bene i suoi conti, non ha mai parlato troppo né ha mai mirato troppo in alto: ha sempre rigato dritto, insomma. Tutti lo sanno: i suoi capi come i suoi fratelli. Così, quando gli dicono che il fratello minore ha sgarrato, perché si è sposato senza chiedere il permesso e, dopo aver partecipato a un sanguinoso regolamento di conti, è scomparso dalla circolazione, e si sospetta che abbia deciso di collaborare con la polizia, Eddie non esita un istante a mettersi in viaggio per cercarlo. Loro gli hanno detto di suggerire a Tony di cambiare aria per un po', di andarsene in Europa, dai parenti siciliani. E lui ci ha creduto. In ogni caso, ha deciso di crederci. Anche se non può non sapere che loro lo stanno seguendo, e che il destino di Tony è segnato.
La rivelazione greca
editore: Adelphi
pagine: 489
L'incontro tra Simone Weil e alcuni testi della Grecia antica, innanzitutto l'Iliade, Platone, i pitagorici e i tragici, ha se