Bollati Boringhieri: Nuova Cultura

Avere. Sulla natura dell'animale loquace

di Paolo Virno

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 208

Il verbo avere risiede al cuore del nostro linguaggio
15,00

Ombre nella mente. Lombroso e lo scapigliato

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 176

Quando il giovane Carlo Dossi, esponente di spicco della Scapigliatura milanese, lesse "L'uomo delinquente" di Cesare Lombroso
15,00

Sei donne che hanno cambiato il mondo. Le grandi scienziate della fisica del XX secolo

di Gabriella Greison

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 212

I sei brevi romanzi in cui perdersi in questo libro sono quelli di Marie Curie (1867-1934), Lise Meitner (1878-1968), Emmy Noe
16,00

L'avvenire della religione. Umanesimo, fede e ragione

di Salvador Giner

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 144

Sono trascorsi novant'anni da quando Sigmund Freud intitolò il suo saggio sulla religione "L'avvenire di un'illusione"
16,00

Non c'è una fine. Trasmettete la memoria di Auschwitz

di Piotr M. A. Cywinski

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 192

Prima di vederla, la Shoah era per quasi tutti semplicemente incredibile, non-credibile, troppo oltre l'umana comprensione. Dopo averla vista, oggi, per molti visitatori del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau è l'indicibile, non-dicibile, una violenza troppo grande per poter essere espressa a parole. Queste pagine cercano di trovare una soluzione, anche solo approssimativa al dilemma della memoria: Come fare a trasmettere la memoria dell'indicibile e del non-credibile?, per giunta in un tempo nel quale i testimoni diretti, per motivi anagrafici, stanno rapidamente venendo meno? È questo il difficile compito del direttore di un museo tanto particolare come quello di Auschwitz-Birkenau, ed è questo ciò che Cywinski cerca di fare in queste pagine.
15,00

Venezia e il ghetto. Cinquecento anni del «recinto degli ebrei»

di Donatella Calabi

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 186

Cinquecento anni fa, il 29 marzo 1516, il Senato della Serenissima Repubblica di Venezia deliberò che gli ebrei di diverse con
18,00

Trattato di psicoanalisi

di Cesare L. Musatti

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 426

Manuale esemplare su cui si sono formate intere generazioni di analisti, uomini di cultura e studenti, il "Trattato di psicoanalisi" dì Cesare L. Musatti, qui riproposto, è ancora oggi l'esposizione più approfondita ed esauriente - arricchita di casi clinici - della dottrina freudiana. Nelle sei parti in cui è diviso (Le origini della psicoanalisi; La teoria psicoanalitica del sogno; Le disfunzioni momentanee della vita comune; I prodotti della fantasia e le raffigurazioni dell'arte; La dottrina degli istinti; La struttura della personalità umana), ogni caposaldo è sapientemente illustrato. Musatti, grande analista lui stesso e direttore delle Opere di Freud, condivide con il fondatore della psicoanalisi anche una prosa di assoluta limpidezza. È capace di alta e scrupolosissima divulgazione, ma senza ossequi ortodossi: non rinuncia mai alla propria indipendenza di giudizio, segnalando gli aspetti che lo lasciano "dubbioso e perplesso" o gli sembrano "bisognosi di chiarimenti, di integrazioni o di revisioni", nella consapevolezza che in ogni caso "per oltrepassare Freud bisogna passare attraverso Freud".
43,00

E si salvò anche la madre. L'evento che rivoluzionò il parto cesareo

di Paolo Mazzarello

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 195

Fino al tardo Ottocento, quando insorgevano complicazioni nelle fasi finali di una gravidanza e si rendeva necessario un intervento di parto cesareo, era chiaro a tutti che la madre era spacciata. Non c'era scampo: si incideva il ventre, si estraeva il bambino e si lasciava la donna al suo destino. "Il taglio cesareo provocava un terrore che proveniva da lontano, dalle profondità del passato", ci racconta Paolo Mazzarello, "perché era associato all'idea di morte della partoriente, sedimentata in secoli di drammi terribili". Nel 1876 accadde però qualcosa di nuovo, qualcosa che vale la pena conoscere, poiché rivoluzionò la vita della nostra società ben più di molte famose scoperte dell'epoca, continuamente celebrate. Accadde, cioè, che una giovane donna di nome Giulia Cavallini, affetta da rachitismo e giunta al termine della gravidanza, si affidò alle cure del professor Edoardo Porro, primario ostetrico dell'Ospedale San Matteo di Pavia. Col canale del parto della giovane donna quasi completamente ostruito per via della deformazione delle ossa, Porro - uomo risoluto, vecchio garibaldino e medico particolarmente attento al destino delle sue pazienti - capì che doveva elaborare una tecnica nuova, un'invenzione in grado di salvare, oltre al bambino, anche la madre. Ci riuscì, e rapidamente la "tecnica di Porro" entrò nel repertorio chirurgico europeo.
17,00

Melanconia e creazione in Vincent van Gogh

di Massimo Recalcati

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 158

In Vincent Van Gogh la relazione tra esistenza e opera, tra malattia mentale e creazione ha fornito materia a una lunga tradizione interpretativa, soprattutto psicoanalitica. Nessuno però ha saputo, al pari di Massimo Recalcati, mettere in rapporto malinconia e dipinti senza cedere a tentazioni patografiche, nel rispetto pieno dell'autonomia dell'arte. Per nessi illuminanti Recalcati procede dalle radici familiari della sofferenza psicotica di Vincent - venuto al mondo nel primo anniversario della morte del fratellino del quale gli fu imposto il nome - alla scelta di vivere da sradicato la propria indegnità di figlio vicario, alla spinta mistica verso la parola evangelica, fino all'estrema devozione alla pittura. Le maschere del Cristo e del "giapponese" servono a Van Gogh per darsi un'identità di cui si sente privo. I suoi quadri costituiscono lo sforzo estremo di attingere, attraverso la luce e il colore, direttamente all'assoluto, alla Cosa stessa. Ma la consacrazione all'arte, che all'inizio lo aveva salvato dalla malinconia originaria, si rivela ciò che lo fa precipitare negli abissi della follia. Il suo movimento pittorico e biografico dal Nord al Sud lo avvicina troppo al calore incandescente della Luce e in questa prossimità, come nel mito di Icaro, egli finisce per consumarsi.
17,00

Il mito dell'alchimia seguito da L'alchimia asiatica

di Mircea Eliade

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 133

Le rivalutazioni hanno talora un paradossale effetto oscurante. Nel momento in cui l'alchimia è assurta a oggetto di studio, è stata recintata nel limbo inoffensivo degli antesignani: una prechimica interessante unicamente per gli aspetti anticipatori dello spirito d'osservazione, della razionalità induttiva e della capacità manipolatoria poi incarnati appieno dalla scienza matura. La prospettiva di Mircea Eliade si colloca all'opposto diametrale. Il grande storico delle religioni ricusa come illegittima la filiazione diretta, per raffinamento scientifico, della moderna chimica dalla congerie di operazioni e dottrine esoteriche che nei secoli si sono tramandate in segreto e che sono rimaste sigillate per i non iniziati. Secondo lui, se da un lato la modernità ha messo a frutto certa empiria metallurgica cara agli alchimisti e ha cristallizzato il millenario sogno alchemico. dell'uomo-creatore secolarizzandolo nell'idea prometeica di un progresso senza fine, dall'altro "solo chi ha smarrito il senso dell'alchimia può ricollegarla alla chimica". Al recupero di questo "senso", di un'antica verità offuscata, dedica pagine memorabili. Si immerge nell'alchimia asiatica - cinese e indiana in particolare - che ha esaltato soprattutto le tecniche spirituali, ovvero le pratiche magico-ascetiche di matrice tantrica, necessarie ad assimilare le virtù perfezionatrici.
14,00

L'invenzione dell'Italia moderna. Leopardi, Manzoni e altre imprese ideali prima dell'Unità

di Bollati giulio

editore: Bollati Boringhieri

Alle grandi imprese sconfitte si rende onore soltanto se non le si celebra con il riguardo sepolcrale che le condannerebbe per
22,00

Il sogno del prigioniero. Archetipi e clinica

editore: Bollati Boringhieri

pagine: 205

Il miglior attestato di quanto sia vitale la psicologia del profondo junghiana è la sua generatività, nel pensiero come nella
18,00