Bollati Boringhieri: Nuova Cultura
Utopia e tirannide
Scavi nell'archivio Halévy
di Battini Michele
editore: Bollati Boringhieri
Resiste nel senso comune un sillogismo dato per scontato: l'utopia conduce inevitabilmente alla tirannia
Il linguaggio e la mente
di Noam Chomsky
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 292
Nell'architettura del vivente il linguaggio umano costituisce da sempre un dominio senza confronti. Vi entrano in tensione ordine ed enigma, struttura e origine, chiarezza e opacità, a disfida di chiunque ne faccia oggetto di studio. Se tra costoro esiste qualcuno che ha elaborato una teoria all'altezza vertiginosa del compito, questi è Noam Chomsky. Il suo è un nome-spartiacque: dopo la messa a punto della grammatica generativa trasformazionale, l'intero dibattito in materia ha dovuto misurarsi con l'arditezza di questa riproposizione dell'innatismo, dato ovunque, e con spocchia "moderna", per morto. Come accade nei mammiferi per la visione, o negli insetti per il volo, nei piccoli d'uomo la facoltà del linguaggio non è appresa, più di quanto non lo siano il respiro o l'uso delle braccia. Secondo Chomsky, dal comportamentismo aspetteremmo invano un'ipotesi calzante sulla strategia di acquisizione della lingua da parte del bambino, perché essa si avvale di schematismi innati, ossia di universali attraverso i quali gli scarsi dati disponibili vengono organizzati in una grammatica articolata e specifica. La stessa che rivela moltissimo sulle proprietà generali della mente nella sua normale attività. "Il linguaggio e la mente" è il risultato di quarantanni di ricerche che fissano standard, definiscono principi, sciolgono dubbi, controbiettano persuasivamente ad altri studiosi, tengono il passo con gli esiti ultimi di discipline affini.
I canoni dello sguardo. Storia della cultura visiva tra Oriente e Occidente
di Hans Belting
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 302
Esistono vicende, nella storia umana, che hanno una dirompenza più inappariscente dei grandi sconvolgimenti, ma un rilievo e una durata ben maggiori. Per comprenderne le vere dimensioni sono d'ostacolo gli specialismi non dialoganti e gli arroccamenti sugli spalti identitari. Ce lo insegna in modo esemplare l'invenzione della prospettiva, argomento tra i più studiati di una storia dell'arte. Con mossa felicissima, Hans Belting spariglia le carte e mette in prospettiva la prospettiva stessa. Grazie alla sua indagine si chiariscono le alleanze tra pratiche pittoriche, dottrine artistiche, conoscenze scientifiche, e soprattutto si svela la fecondità di un paradosso: all'apice della sua fioritura, l'Occidente definì il canone percettivo, attraverso il quale ci appropriamo del mondo sotto forma di immagine, attingendo a una teoria della visione concepita quattro secoli prima da un matematico arabo nativo di Bassora, Alhazen, in un contesto religioso islamico che bandiva le immagini perché giudicate contraffazioni blasfeme della creazione di Dio. Lo scarto temporale e i travisamenti dei traduttori propiziarono inopinatamente, sulla questione nevralgica delle consuetudini visive, il cortocircuito tra due civiltà che avrebbero poi acuito la reciproca lontananza. Civiltà dello sguardo, quella occidentale, fondata sul primato dell'occhio e sulla sovranità del soggetto osservatore. Civiltà che privilegia la luce, quella araba, fedele al grafismo non iconico dell'ornamento.
Storia della chimica. Vol. 1: Dai presocratici al XIX secolo.
Dai presocratici al XIX secolo
di Califano Salvatore
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 432
Nella percezione sociale della scienza la chimica risente, più di altri comparti, dei sentimenti ambivalenti che suscitano le
Corpi e saperi indocili. Guarigione, stregoneria e potere in Camerun
di Roberto Beneduce
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 407
In un'etnografia avvincente di ciò che sono la medicina tradizionale e la realtà della malattia nell'Africa contemporanea, vengono qui esplorati i saperi e le pratiche dei guaritori bantu nel sud del Camerun. In quest'area, come altrove, la lotta contro le minacce del male e della morte condotta dai "signori della notte" ha dovuto misurarsi con altre tecniche e altri immaginari: la medicina dei bianchi, veicolo di una nuova razionalità della malattia e della cura, e l'epopea missionaria, che ha introdotto altre figure del desiderio e una diversa accezione morale del male e della colpa. L'obiettivo è quello di mettere in luce la capacità della medicina tradizionale africana di rinnovare i propri repertori simbolici di fronte alla crisi indotta dalla colonizzazione e dall'evangelizzazione, ma anche di interpellare le sfide e le contraddizioni di una modernità incerta, contrassegnata da disuguaglianze e violenze. Accanto all'immenso patrimonio di conoscenze di cui i guaritori serbano il segreto, il libro rivela profili solitamente trascurati di una pratica i cui protagonisti conoscono inquietudini, ansie e dubbi non diversi, in fondo, da quelli dei loro malati, ma trasformati - attraverso l'esperienza della "chiamata", il "desiderio di guarire" o la scoperta del carisma - in poteri di cura.
Storia della civiltà greca
di Jacob Burckhardt
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 410
"Per svago personale leggo la 'Storia della civiltà greca' di Burckhardt, che mi offre paralleli inaspettati". All'inizio del 1899, quando Sigmund Freud confidava le sue letture all'amico Wilhelm Fliess, il primo volume dell'opera era in libreria da qualche mese. Lo aveva dato alle stampe il filologo Jacob Oeri, nipote di Burckhardt e suo legatario, contravvenendo alle disposizioni testamentarie dello zio, che formulavano un esplicito divieto di pubblicazione. Le lezioni burckhardtiane di storia greca all'Università di Basilea, risalenti agli anni Settanta, erano entrate ormai nella leggenda; oltre agli studenti, vi furono ammessi solo pochissimi uditori. Tra gli esclusi, il giovane collega Friedrich Nietzsche, che era solito attendere Burckhardt all'uscita per farsi ricapitolare, sulla via di casa, i contenuti che non aveva potuto ascoltare poco prima. In quelle fervide conversazioni accadeva qualcosa di imparagonabile alla trasmissione di un sapere antiquario consolidato; prendeva forma un'idea di grecità che i classicisti avrebbero ritenuto del tutto spaesante, tanto era sprovvista dell'attributo di suprema armonia con cui generalmente la si qualificava. I due - il professore attempato e il filosofo che stava gettando scompiglio con 'La nascita della tragedia' -condividevano anche lo stile di incursione: il "vagare" in "modo curioso e selvaggio" nell'età remota dove "l'elemento umano si rivela senza maschera e privo di umanesimo".
La somiglianza per contatto
Archeologia, anacronismo e modernità dell'impronta
di Didi-Huberman Georges
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 363
Relegata da Giorgio Vasari nella sfera minore delle arti meccaniche, adibite alla semplice riproduzione, l'impronta conosce pe
La cura del mondo. Paura e responsabilità nell'età globale
di Elena Pulcini
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 297
Se il mondo è un insieme plurale di esseri singolari - come scandisce una nota formula filosofica -, un'etica all'altezza del fenomeno che chiamiamo "globalizzazione" non potrà che far valere sino in fondo le buone ragioni di questa coappartenenza, intervenendo sugli sviluppi disturbati, tipici della modernità e dei suoi esiti ultimi, e caratterizzati dalla cattiva polarità tra ossessione dell'Io e ossessione del Noi: individualismo illimitato nella sua versione tarda, narcisistica, e comunitarismo immunitario, che trova difensivamente alimento nel bisogno di un legame sociale ormai eroso. Entrambi configurano una patologia del sentire, l'uno per assenza, l'altro per eccesso di pathos. Secondo Elena Pulcini è appunto dalle passioni, dalla loro funzione cognitiva e comunicativa, che occorre ripartire. Si rivelerà decisivo riuscire a governare la paura, fondamentale passione della vita associata da riattivare attraverso una metamorfosi virtuosa, che al tempo stesso ne costituisca il risveglio emotivo e la ponga come precondizione dell'agire morale. Essere consapevoli della propria vulnerabilità di soggetti non sovrani e prendere atto della realtà della contaminazione sono i presupposti che insegnano, al di là di un astratto doverismo e di un malinteso altruismo, ad avere paura per, invece che ad avere paura di. E paura per il mondo significa cura del mondo.
Il diritto in Cina
Tra ritualismo e modernizzazione
di Moccia Luigi
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 258
Il diritto costituisce un accesso privilegiato alla comprensione della Cina contemporanea, in cui le sopravvivenze dell'antich
Pose in movimento. Fotografia e cinema
di Bruno Di Marino
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 203
Mettere a confronto fotografia e cinema può sembrare un esercizio quasi scontato, dal momento che si tratta di due arti strettamente legate tra loro. Un film rimane pur sempre un insieme di fotografie (24 al secondo) che, proiettate nel tempo, producono nell'occhio dello spettatore l'illusione del movimento. Ciò nonostante "Pose in movimento", partendo da alcune considerazioni teoriche di Roland Barthes e di altri studiosi, è forse la prima analisi sistematica sul complesso e articolato rapporto che si instaura tra la fotografia, il fotogramma e il film, nonché - più in generale sull'interferenza tra immagine fissa e immagine in movimento. Dalla cronofotografia di Marey e Muybridge fino al digitale, dagli esperimenti dell'avanguardia ai film composti unicamente di istantanee, dal fermo immagine alla foto di scena e di set, dalla fotografia narrativa alla rappresentazione dell'atto fotografico sul grande schermo, questo saggio tenta di mettere sinteticamente a fuoco i nodi teorici, estetici e tecnologici di un'affascinante e infinita relazione che ha inizio prima ancora della nascita del cinema. Ma "Pose in movimento" è anche un testo ricco di approfondimenti su fotografi-cineasti come Klein, Marker, Depardon, Kubrick, Cartier-Bresson, Wenders, Kiarostami, Clark, Kern, Frank, van der Keuken e molti altri.
In analisi con Freud
I verbali delle sedute di Ernst Blum del 1922
di Pohlen Manfred
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 344
E il 1922 quando Ernst Blum arriva a Vienna da Zurigo
L'antimateria. La materia che risale il tempo
di Chardin Gabriel
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 118
Il mondo dell'antimateria è così vicino al nostro che è praticamente impossibile distinguerlo dal mondo della materia