Bompiani: PasSaggi
Lei non sa chi sono io
di Mario Baudino
editore: Bompiani
pagine: 144
Per soldi, per snobismo, per scaramanzia, per marketing di se stessi, per non dispiacere qualcuno, per amore
L'isola delle donne
di Roberto Bertinetti
editore: Bompiani
pagine: 352
Che cos'hanno in comune Mary Quant e la Lady di Ferro, la principessa più principessa del mondo e Virginia Woolf? La patria, l
14 scoperte scientifiche che non sono servite niente. Benché questo sia tutto da dimostrare
editore: Bompiani
pagine: 384
Ogni anno l'Università di Harvard ospita un gran gala di assurdità scientifiche: l'Annals of Improbable Research conferisce a
Miti bambini
di Giuseppe Caliceti
editore: Bompiani
pagine: 176
Perché le Barbie sono finte? Perché alcuni bambini sono monelli? Perché ci si innamora? Perché ci sono orsi bianchi e orsi bru
L'elefante di Napoleone. Un animale che voleva essere libero
di Paolo Mazzarello
editore: Bompiani
pagine: 192
Una femmina di elefante per avvicinare l'India alla Francia
Ventun donne all'assemblea
di Grazia Gotti
editore: Bompiani
pagine: 263
Le donne italiane votarono per la prima volta nel 1946. Votarono in tanti paesi e città per ripristinare i consigli comunali. Poi, nello stesso anno, votarono di nuovo per eleggere i rappresentanti del popolo all'Assemblea costituente. Fra questi rappresentanti le donne erano ventuno: nove comuniste, nove democristiane, due socialiste, una per il Movimento dell'Uomo Qualunque. Erano molto diverse fra loro - per età, ceto, esperienza - eppure, in quel periodo definito "uno stato di grazia", riuscirono a lavorare insieme. Alcune parteciparono al dibattito che partorì la Carta costituzionale. Chi erano queste donne? Il racconto le richiama in scena e le avvicina al nostro presente, suscitando domande e riflessioni sulla politica e sulle trasformazioni della società in cui viviamo. Un racconto che è anche un invito alla partecipazione attiva alla vita pubblica, a partire dalla cultura e dai libri, coprotagonisti di queste pagine.
Lettere non italiane. Considerazioni su una letteratura interrotta
di Giorgio Ficara
editore: Bompiani
pagine: 334
Esiste ancora la letteratura italiana? Qualche "apocalittico" dice di no. Qualche "continuista" dice di sì: si nasconde in angoli remoti e refrattari all'attuale italiano mediatico, che è una cattiva traduzione da un cattivo inglese. A differenza del banco dell'ortolano, dove il carciofo e il tarocco di origine protetta fanno bella mostra di sé, in libreria si trova, comunque, pochissima letteratura italiana "biologica". Che fare? In "Lettere non italiane" si discutono alcune tesi classiche nel dibattito tra apocalittici e continuisti, anche alla luce della possibile sopravvivenza e addirittura della mera esistenza storica del romanzo italiano oggi. D'altra parte, di alcuni grandi e solitari scrittori contemporanei (da La Capria a Biamonti ad Atzeni) si considera la lampante continuità con i difficili padri novecenteschi: una porta socchiusa a un riaffluire di voci familiari, un segnale di resistenza e di attesa, secondo il principio che in ogni tempo una lingua e una nazione esistono solo se esiste una letteratura, si interrompono se si interrompe la letteratura.
Indaffarati
di Filippo La Porta
editore: Bompiani
pagine: 173
Nel mondo nuovo ognuno di noi è "indaffarato": sia nell'ansioso tentativo di restare sempre connesso sia nel condividere, nello scambiarsi qualcosa. La cultura umanistica, ridotta a materia per specialisti è tradita da se stessa per aver giustificato la barbarie, interroga oggi la nostra concreta esistenza. La tradizione può tornare a parlare. Le sue parole, scritte sui muri della metropolitana e nello spazio immateriale della Rete, invocano di essere messe alla prova. Le nuove generazioni leggono poco, appaiono smemorate, fanno troppe cose simultaneamente e sono meno abili a manipolare la lingua, però chiedono alle idee di incarnarsi in pratiche di vita (altrimenti non vi si appassionano), e tentano di rideclinare il concetto di intelligenza (come coerenza tra ciò che uno dice e ciò che uno fa) e quello di impegno (legandolo al quotidiano, non all'ideologia). E almeno nelle minoranze più attive l'etica vissuta prevale sul "culturalismo" e sul sapere libresco, l'umanità tangibile su un umanesimo disincarnato, l'esempio concreto sulle idee astratte.
H. P. Lovecraft. Contro il mondo, contro la vita
di Houellebecq Michel
editore: Bompiani
pagine: 171
Howard Phillips Lovecratt, il più grande autore di letteratura fantastica del Novecento, è l'oggetto e insieme il soggetto di
L'umor nero. Alfabeto del nostro scontento
di Michele Ainis
editore: Bompiani
pagine: 189
"Che cos'è la legge? È la banderuola d'un vecchio campanile, diceva Tolstoj: cambia a seconda di come spira il vento. Ma quel vento soffia dai nostri polmoni, dalle nostre gole: siamo noi, il vento. Anche se in genere non ci facciamo caso, e anzi siamo convinti del contrario. Ogni legge, insomma, è un po' come uno specchio, una superficie riflettente. Noi, per lo più, ci concentriamo sullo specchio, senza osservare l'immagine riflessa. Ma in quell'immagine c'è la fotografia d'un popolo. Nelle regole giuridiche si riflette una storia nazionale, e poi le tradizioni, la cultura, l'etica, il costume; e si riverberano le passioni del momento. La cifra unificante del nostro sentimento, qui e oggi, sta tutta in un risentimento. Si condensa in un rancore collettivo che a sua volta s'alimenta d'insoddisfazione per come girano le cose, di presagi nefasti sul futuro, d'impoverimento economico e morale. Da qui il degrado dei nostri rapporti politici e civili, da qui i nostri cattivi umori. Da qui, infine, il racconto che si dipana attraverso questo libro: ventuno capitoletti disposti in ordine alfabetico, da Anagrafe a Zapping. L'alfabeto del nostro scontento." (Michele Ainis)
Il dolce potere del disordine
di Anne M. Canda
editore: Bompiani
pagine: 233
"La vita non aspetta nessuno: né ordinati, né disordinati. Non fa differenze, lei. Il suono dell'ultimo gong può sorprenderci in qualunque momento e nulla importa a chi lo suona se quell'istante ci trova nudi o elegantissimi, giovani o vecchi, ricchi o poveri, pronti o impreparati. E nemmeno se siamo ordinati o no." Passiamo buona parte della nostra vita cercando di metterla in ordine: a casa, sul lavoro, persino dentro noi stessi. A cosa rinunciamo mentre impieghiamo così tanta energia nella ricerca di un ordine perfetto? E se scoprissimo troppo tardi che ciò che ci rende davvero felici non nasce dalla disciplina ma dal caos? Anne Marie Canda ci invita a ripensare tutta la nostra vita, a vedere quanti limiti imponiamo a noi stessi e quanto tempo perdiamo abbracciando un'idea dell'universo e dell'esistenza fondata sull'ordine.