Medusa Edizioni: Argonauti
Ombre. Sul culto dei morti a Malekula, Melanesia orientale
di Remo Guidieri
editore: Medusa Edizioni
pagine: 211
Un culto dei morti nella Melanesia orientale diventa il terreno di prova su cui Remo Guidieri costruisce un palinsesto critico e polemico verso la moda che confonde antropologia e estetologia e uniforma tutto sotto il segno della globalizzazione economica. "Il culto funerario Mbogote - scrive l'autore -, come tanti altri, e non solo in Melanesia, produce artefatti, utili ai culti, o semplici utensili. Nella nuova relazione economica col mondo occidentale, tale cultura vide trasformare (parzialmente) simile funzione in quella "nobile" di produzione di "opere d'arte". Superfluo considerare l'innovazione moralisticamente, denunciando i bianchi che approfittano di tale debolezza. Ma non esprimere dubbi sarebbe ipocrisia.
Un colpo di Bibbia nella filosofia
di Henri Meschonnic
editore: Medusa Edizioni
pagine: 284
La vasta produzione di Henri Meschonnic trova in questo volume una sintesi in cui risaltano tutti i principali argomenti di riflessione dell'autore: in primo luogo, una originale teoria del ritmo, nella quale convergono una poetica e un'etica del discorso in radicale contrasto con le teorie che hanno dominato il secolo scorso, dall'ermeneutica di Heidegger allo strutturalismo. Non si tratta dunque di un lavoro specialistico di esegesi biblica, ma di una discussione critica sui temi fondamentali della nostra tradizione culturale, e una proposta per riattivare una lettura non pregiudicata (ossia non teologica, e tantomeno confessionale) della Bibbia.
La «scienza della pittura» di Leonardo. Analisi del «Libro di pittura»
di Rodolfo Papa
editore: Medusa Edizioni
pagine: 286
Da secoli ci si interroga sulla figura di Leonardo, senza mettersi d'accordo: fu più artista o più scienziato? più filosofo o più scrittore? Per rispondere a questa domanda Rodolfo Papa indaga fra le pagine del "Libro di pittura". Ne emergono la filosofia e le conoscenze tecniche profondissime possedute da Leonardo.
Lettera sul potere di scrivere
di Claude-Edmonde Magny
editore: Medusa Edizioni
pagine: 53
Scrivere è un gesto naturale? Una domanda che ogni scrittore si pone e alla quale si risponde in vario modo: è una via per rendere memoria di qualcosa, oppure è il frutto di un'indignazione verso chi riduce la scrittura a un dettato personalistico, al proprio narcisismo. A questa domanda cerca di rispondere questo breve e fulminante saggio, composto da una raffinata scrittrice francese nel 1943 in forma di lettera all'amico e scrittore Jorge Semprún. Senza che mai emerga dal discorso, lo scritto è anche una risposta alla domanda di Adorno: si può fare ancora poesia dopo Auschwitz? Magny crede di sì e scommette sul potere della scrittura di rischiarare il mondo da quella opacità che lo rende talvolta insopportabilmente ingiusto e vano.
Il caso Tapner
di Victor Hugo
editore: Medusa Edizioni
pagine: 92
In esilio a Guemesey, Victor Hugo scrive anche sulla questione della pena capitale. Lo spunto gli è dato dalla condanna ed esecuzione di un certo Tapner, colpevole di aver ucciso una donna per derubarla nella propria casa, fatto avvenuto proprio sull'isola dove lo scrittore viveva la sua condizione di "proscritto". Nei tre testi che qui vengono tradotti in italiano, Hugo si rivolge alla popolazione dell'isola chiedendo loro clemenza e mettendo in luce la "barbarie" della pena di morte. Il suo appello non ferma la mano del boia, e a esecuzione avvenuta Hugo invia una lunga lettera di protesta a Lord Palmerston, il ministro dell'Interno inglese, dove rievoca con attenzione minuziosa e persino a tratti raccapricciante l'avvenimento.
Concetti in storie
di Hans Blumenberg
editore: Medusa Edizioni
pagine: 280
Un grande pensatore tedesco alle prese con i fatti quotidiani, i paradossi, gli aneddoti e gli imprevisti della vita, ma anche con le grandi questioni della filosofia. E con un pubblico insolito: i lettori del giornale. Storie concettualizzate secondo "formule" che hanno il tono a metà strada fra l'aforisma fulminante e il luogo comune, fra l'abracadabra e l'algoritmo, tra la superstizione e l'esattezza. Un registro di scrittura che pur avvicinandosi al tono del narratore, ha l'inconfondibile costruzione del filosofo e corre sul sottile crinale dello humour e del rigore, con una prosa densa di "pensiero" e di calembour.
Il primato della percezione e le sue conseguenze filosofiche-La natura delle percezione
di Maurice Merleau-Ponty
editore: Medusa Edizioni
pagine: 114
Il corpo, la visione e il mondo in due scritti di Maurice Merleau-Ponty
L'idea di pace e il pacifismo
di Max Scheler
editore: Medusa Edizioni
pagine: 115
In questa conferenza tenuta a Berlino nel 1927, Max Scheler applica al clima politico dell'epoca i principi che aveva sviluppato in una delle sue opere più importanti, "Il formalismo nell'etica e l'etica materiale dei valori". Scheler s'interroga sulla "pace perpetua" davanti a un uditorio di uomini politici e diplomatici che di lì a poco sarebbero saliti alla ribalta in Germania. Ma non si tratta di uno scritto occasionato da un clima culturale che prepara la strada a Hitler; è invece il ragionamento lucido in risposta all'idea che da un conflitto di portata mondiale possa venire una pace eterna.
La politica invisibile di Maurice Blanchot. Con un'antologia dei suoi testi degli anni Trenta
di Riccardo De Benedetti
editore: Medusa Edizioni
pagine: 142
Scomparso il 20 febbraio 2003 all'età di 96 anni, Maurice Blanchot è stato un protagonista della cultura francese del Novecento. Ma, per un gioco quasi paradossale, egli è anche un personaggio "invisibile": finora chi ha affrontato il suo pensiero ha infatti accuratamente evitato di addentrarsi nei nodi "imbarazzanti" della genesi di un'idea che, in definitiva, esprime il distillato culturale della destra radicale attiva fra le due guerre. Amato oggi dagli intellettuali di sinistra, celebrato da filosofi come Derrida, il Blanchot del dopoguerra ha occultato il primo Blanchot, l'artefice di un'adesione culturale e politica che incarna da protagonista dirigendo e collaborando alla maggior parte delle riviste dell'estrema destra francese.
Il dio mortale. Ipotesi sulla religosità moderna
di Giovanni Leghissa
editore: Medusa Edizioni
pagine: 310
Nella tarda modernità, in cui alcuni vedono la fase terminale del nichilismo, è ancora possibile vivere una qualche forma di esperienza religiosa? Attorno a questa domanda forse paradossale ruotano le considerazioni contenute in questo libro. Una prima risposta potrebbe essere quella che ci viene suggerita da Nietzsche: gli uomini che hanno sperimentato la morte di Dio e che non si sono ritratti dinanzi all'esperienza abissale che tale morte determina possono divenire dèi, non perché desiderosi di sostituirsi a Dio, ma perché capaci di custodire la finitezza che li fissa alla terrestrità. La posizione di Nietzsche comporta tuttavia un rischio che forse rimane ancora inassumibile. Di fronte a questa difficoltà vale allora la pena esplorare altri percorsi.