Otto/Novecento: Adularia minima
Fantasia
di Matilde Serao
editore: Otto/Novecento
pagine: 281
"Quando muore uno scrittore, vorrei che chi gli vuol bene lo commemorasse in silenzio rileggendo di lui il libro più caro, non solo per ravvivare la gratitudine e il rimpianto, ma anche per riconoscere alla prova questo primato dei poeti e degli artisti, anche di quelli più affannati e derelitti, sul resto degli uomini: che il meglio di loro rimane sempre vivo e respira. Per affetto a Matilde Serao, io mi rileggo sotto questa abetina "Fantasia", che ha quarantaquattr'anni. Davanti al frontespizio è una litografia col ritratto della scrittrice quando ancora ella aveva un mento solo e un collo fuor dalle spalle rotonde. [...] Se oggi uscisse un romanzo con questa rapida presentazione di dieci, di venti ragazze, chiuse in collegio, allineate sui banchi della classe o della cappella, definite al primo tocco, Caterina, Artemisia, Ginevra, Carolina, e Giovanna che senza leggere, gli occhi socchiusi, mordicchia una rosa, e la pallida Lucia dai lenti capelli, dalle labbra troppo rosse, che si regge la fronte con la mano e guarda il professore attraverso le dita, sarebbero gridi di meraviglia: sia detto senza offesa pei viventi." (dall'introduzione di Riccardo Reim)
Cronache del primo Giro d'Italia
editore: Otto/Novecento
pagine: 240
"Il Primo Giro d'Italia ciclistico si è iniziato con un incidente drammatico
La cena delle ceneri e racconto fiorentino
di Franco Fortini
editore: Otto/Novecento
pagine: 138
I racconti inediti La cena delle ceneri e Racconto fiorentino ci consegnano un frammento di Fortini solitario scrittore degli anni Cinquanta; la data di stesura, rispettivamente 1948 e 1956, non inganni il lettore, come anche il riferimento alla guerra o al periodo immediatamente postbellico. I temi e le riflessioni che avanzano tra le righe della narrazione, avvincente nell'un caso come nell'altro, sono di pregnante attualità. Attuali sono le domande intorno al significato della giustizia, l'interrogarsi sul tradimento, la consapevolezza che questa società tende a separare, più che a unire. Attuali sono le incertezze sui valori, la necessità di un investimento ideale nel sociale. Attuali, a livello letterario, l'attraversamento critico del neorealismo, lo stile e la pensosità della scrittura che mai vanno a discapito della trama o del piacere della lettura.
Crevalcore
di Neera
editore: Otto/Novecento
pagine: 205
"Questa di "Crevalcore" è una strana storia, che a riassumersi risulta gratuita, un montaggio di motivi e di tempi già uditi,
La signora di Riondino
di Edoardo Calandra
editore: Otto/Novecento
pagine: 112
Pubblicato nel 1906, "La signora di Riondino" venne giudicato il più bel racconto di Edoardo Calandra, nonché una delle cose p
In risaia
di Marchesa Colombi
editore: Otto/Novecento
pagine: 134
I testi di Marchesa Colombi rivelano una predilezione per le tematiche care al verismo, le quali vengono analizzate in alcuni
I Promessi Sposi
di Guido Da Verona
editore: Otto/Novecento
pagine: 297
Rivisitazione dai toni goliardici della celebre opera di Alessandro Manzoni trasposta nell'attualità degli anni Venti
Poesie sparse
di Guido Gozzano
editore: Otto/Novecento
pagine: 160
Guido Gozzano è considerato uno dei più importanti poeti del primo Novecento
Jcosameron
di Casanova Giacomo
editore: Otto/Novecento
pagine: 255
L'Jcosameron, romanzo in venti giornate di Giacomo Casanova di cui si è provveduto a dare una scelta il più possibile signific
Checchina Vetromile
di Giuseppe Mezzanotte
editore: Otto/Novecento
pagine: 182
"Checchina Vetromile", del 1884, è un romanzo totalmente napoletano (una Napoli indagata con occhi giovani e innamorati, ma con ben poche concessioni al facile colore locale): napoletana l'ambientazione, napoletani i tipi, napoletana, anche, la "cadenza" dell'italiano basso, spicciolo, con appena qualche pennellata saporosamente dialettale adottata dall'autore; napoletano, persino, il nome della protagonista, lo stesso che compare nel titolo di una celebre, bellissima novella di Matilde Serao, La virtù di Checchina. In "Checchina Vetromile", però, c'è anche parecchio altro. C'è, per esempio, il gusto agro di Giuseppe Mezzanotte, verrebbe da dire precocemente espressionista (anche se non ancora del tutto padroneggiato), capace di illuminare i personaggi con lampi di inquietante luce livida e che allontana dal libro ogni possibile sospetto di quello sterile, manierato, fastidioso bozzettismo provinciale di tanti scrittori dalla fiacca personalità e dalla dubbia capacità poetica. Il Mezzanotte non raggiungerà più tale misura di asciutto realismo, né si addentrerà con altrettanto ardimento nella rappresentazione dei lati più torbidi e segreti della psiche. Introduzione di Riccardo Reim.
Il libro di preghiere muliebri
di Vittorio Imbriani
editore: Otto/Novecento
pagine: 101
Sono diciotto i capitoli che compongono questo "Libro di preghiere muliebri", pubblicato da Vittorio Imbriani ormai quasi al termine di una vita di intemperanze e trasgressioni stilistiche e morali, nel 1881, presso l'editore Riccardo Marghieri di Gius., a Napoli. Preceduta da due avvertenze, "Alla pia lettrice" e "All'empio lettore", l'opera presenta una sorta di prontuario di orazioni, un vero e proprio "libro devozionale": "preghiere", giusto il titolo, a uso di donne semplici e timorate, che in un misto di ingenuità e malizia confessano i loro sentimenti ed esprimono desideri e richieste a volte a dir poco inusuali, incarnando dei tipi morali, più che delle concrete realtà umane, in cui riconoscersi. (Dall'introduzione di V. Guarracino)