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Una passione pericolosa. Il prestigio nella politica estera dell'Italia (1871-1942)

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Una passione pericolosa. Il prestigio nella politica estera dell'Italia (1871-1942)

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Il caso dell'Italia - finora sostanzialmente assente nella letteratura politologica - evidenzia, da Porta Pia alla Seconda guerra mondiale, come il prestigio possa davvero essere una tendenza fondamentale nelle relazioni internazionali. Con la sua capacità di spingere il Paese a mettere a repentaglio gli interessi primari della sicurezza e della sopravvivenza politica, con le sue pretese di riconoscimento indipendenti dal calcolo delle capacità (economiche e militari), con la sua irrazionalità e con la sua forza trasformativa (di assetti economici e politici interni), la volontà di prestigio nella politica estera italiana ha operato come una "passione" potente e pericolosa, che ha spesso prevalso su considerazioni legate alla razionalità strategica. La molla è stata l'ambizione di veder riconosciuto il valore della differenza italiana, l'intrinseca grandezza nazionale legata alla sua storia, anche per riscattare le umiliazioni subite. Ma l'Italia ha incarnato solo un caso precoce ed esemplare di questa dinamica, che riguarda oggi quei Paesi (Russia, Cina, Iran, India, Turchia...) dal glorioso passato, più o meno recente, interessati a ottenere un riconoscimento del proprio valore (in campo commerciale, economico, militare...) e a migliorare la loro "reputazione di potere".
 

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