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Giorgio Gaber, Sandro Luporini e la generazione del 68. Un'analisi di alcuni spettacoli degli anni Settanta

Giorgio Gaber, Sandro Luporini e la generazione del 68. Un'analisi di alcuni spettacoli degli anni Settanta
Titolo Giorgio Gaber, Sandro Luporini e la generazione del 68. Un'analisi di alcuni spettacoli degli anni Settanta
Autore
Argomento Scienze Umane Comunicazione
Collana Musica
Editore Arcana
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 432
Pubblicazione 2022
ISBN 9788892771161
 

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Questo libro è dedicato all'analisi degli spettacoli di teatro canzone della coppia Gaber-Luporini negli anni Settanta. L'approccio è duplice: da un lato le relazioni di questo teatro musicale con il contesto storico, sociale, culturale, artistico e politico di quel periodo; dall'altro lo studio della struttura di ogni singolo spettacolo. Il prologo, dopo aver ripercorso il cammino storico e artistico che ha portato il cantante e presentatore televisivo Giorgio Gaber a scegliere la via di un teatro musicale, analizza i contenuti dei primi tre spettacoli, "Il Signor G" (1970-1972), "Dialogo fra un impegnato e un non so" (1972-1973), "Far finta di essere sani" (1973-1974). I tre capitoli centrali, più approfonditi, sono consacrati allo studio dei testi e delle strutture formali degli altri tre spettacoli degli anni Settanta: "Anche per oggi non si vola" (1974-1976), "Libertà obbligatoria" (1976-1978) e "Polli d'allevamento" (1978-1979). L'epilogo si sofferma sulle continuità e sulle rotture del primo spettacolo degli anni Ottanta, "Anni affollati" (1981-1982), con le tematiche e le forme musicali e teatrali del decennio precedente. Il teatro canzone degli anni Settanta è stato anche l'incontro con un certo pubblico, quello dei ragazzi del 68. È per loro che Gaber e Luporini scrivono, soprattutto a partire dal 1973. Nasce in quel momento fra gli autori e questa generazione un rapporto fatto di empatia, identificazione ed entusiasmo e anche di una buona dose di critica, soprattutto da parte dei primi. Non è un teatro militante ma è pur sempre un teatro di comunicazione, di intervento forte e critico. Un teatro che agisce non tanto sulla realtà sociale e politica quanto sulla coscienza di ognuno.
 

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