Scritte tra la seconda metà degli anni Venti e i primi anni Trenta, e lette durante una tournée americana, queste conferenze appartengono a un periodo in cui Gertrude Stein si dedica prevalentemente a libri di memorie. Pur nella loro integrità teorica, questi testi si snodano lungo il filo del ricordo e possono essere letti come un'autobiografia letteraria, un testamento estetico a quell'America che l'autrice tornava a visitare dopo il lungo esilio europeo. «Le pagine di Stein», ha scritto il poeta William Carlos Wlliams, «sono come gli Stati Uniti visti da un aereo: le stesse ripetizioni d'insensatezza, le stesse infinite moltiplicazioni di parole senza tono». Lo scopo fondamentale di queste letture era liberare l'arte della parola dalla schiavitù dello scorrere del tempo, e fare di una pagina un quadro, una forma, una «composizione», in modo che essa si ripresentasse alla memoria come un tutto unitario, fuso e compatto.
Odio fare conferenze. Conferenze americane

Titolo | Odio fare conferenze. Conferenze americane |
Autore | Gertrude Stein |
Curatori | C. Ricciardi, G. Trabattoni |
Argomento | Storia, Religione e Filosofia Filosofia |
Collana | Cahiers |
Editore | Castelvecchi |
Formato |
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Pubblicazione | 2017 |
ISBN | 9788869449956 |
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