Figlio della Marsiglia proletaria, Marius Jacob a 11 anni si imbarca come mozzo e a 16 inizia la sua militanza anarchica. Vorace lettore di Zola, Verne, Hugo e Malatesta, si convince che «la proprietà è un furto» e di conseguenza decide di agire in prima persona nella redistribuzione della ricchezza. E così diventa un ladro geniale, i cui colpi segneranno la storia del furto con scasso grazie anche all'invenzione di strumenti innovativi come trapani a manovella, diamanti per tagliare il vetro e financo un dispositivo per richiudere le porte scassinate e dare l'illusione di una casa inviolata. Fonda anche una sua banda che non a caso si chiama «i lavoratori della notte», e in soli tre anni (1900-1903) mette a segno 156 «riappropriazioni» ai danni di banchieri, prelati e magistrati. Catturato, dopo un celebre processo che si tramuta in un atto di accusa alla diseguaglianza sociale, viene condannato ai lavori forzati a vita, sopravvive per vent'anni all'inferno della Caienna e torna libero solo nel 1927, grazie a una campagna nazionale in suo favore. Se smette di compiere furti, non smette di essere anarchico, e lo rimarrà fino alla fine dei suoi giorni, cui pone fine volontariamente nel 1954.
Rubare per l'anarchia. Alexandre Marius Jacob, ovvero la singolare guerra di classe di un sovversivo della belle époque

titolo | Rubare per l'anarchia. Alexandre Marius Jacob, ovvero la singolare guerra di classe di un sovversivo della belle époque |
Autore | Jean-Marc Delpech |
Traduttore | C. Milani |
Argomento | Storia, Religione e Filosofia Storia |
Editore | Eleuthera |
Formato |
![]() |
Pagine | 160 |
Pubblicazione | 2019 |
ISBN | 9788833020655 |