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La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, morte e solitudine

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La montagna nuda. Il Nanga Parbat, mio fratello, morte e solitudine

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Il tragico ricordo di Messner dell'impresa in cui perse la vita il fratello Günther. Il Nanga Parbat, la Montagna Nuda, detta anche «montagna killer» o «del destino», è alto 8126 metri ed è da sempre il sacro Graal dei migliori alpinisti. Karl Herrligkoffer ne era ossessionato e tentò più volte di conquistarne la vetta. Nel 1970 programmò una spedizione, a cui partecipano i fratelli Messner, con l'intento di raggiungere la cima dal versante Rupal, una parete di ghiaccio e roccia che si estende sul vuoto per oltre 4500 metri. Reinhold e Günther Messner sono i primi a salire lungo quella via ma, temendo il maltempo, decidono di scendere lungo il versante opposto, il Diamir, percorrendo una via totalmente sconosciuta, lungo la quale Günther perderà la vita travolto da una valanga. I tragici ricordi non abbandoneranno mai Reinhold che, dopo trent'anni, decide di raccontare la sua versione dei fatti - oggi ampiamente confermata - e lancia pesanti accuse ai membri della spedizione della quale lui e il fratello facevano parte. Ma che cosa è veramente successo sopra i 7500 metri, in quella «zona della morte» dove ogni movimento e ogni pensiero assumono forme e logiche incomprensibili per chi non vi si è mai trovato? Per gli amanti dell'alpinismo; per chi cerca di comprendere la passione per l'estremo; per chi si appassiona alle grandi polemiche di montagna e per tutti quelli che vogliono scoprire il lato umano di un mito.
 

Biografia dell'autore

Reinhold Messner

Reinhold Messner (1944) è stato il primo alpinista a salire l'Everest senza ossigeno e il primo a raggiungere la vetta di tutti i quattordici ottomila, l'ultimo dei quali nel 1986. Alle sue spalle ha più di 100 «prime» e più di 3500 vette raggiunte in tutti i continenti. Nel corso delle sue imprese al limite ha traversato deserti di sabbia e di ghiaccio. Come viaggiatore ha ripercorso le tracce dei miti senza tempo che sono fioriti attorno alle «montagne sacre» di Asia e Africa. Nei suoi musei esalta l'incontro fra uomo e montagna, come cittadino si batte per i diritti delle comunità montane. Ha pubblicato numerosi libri fra cui, pubblicati in Italia con successo da Corbaccio, La montagna nuda, K2 Chogori, La mia vita al limite, Grido di pietra, La montagna a modo mio, Razzo rosso sul Nanga Parbat, Parete Ovest, Tutte le mie cime.

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