La bellezza pervade la nostra vita quotidiana: è oggetto di desiderio, è criterio di scelta, è contrassegno di status e addirittura strumento di eccellenza ed emancipazione. È qualcosa che tutti vorrebbero possedere e rispetto alla quale essere giudici competenti. Eppure, forse proprio per questo e a dispetto di una millenaria tradizione, la bellezza è diventata negli ultimi decenni - soprattutto nell'arte - un argomento intellettualmente sospetto. Filosofi, pensatori, artisti, hanno preso a trattare l'esperienza del bello con estrema diffidenza, preferendo di gran lunga un rigore antiestetico al rischio di una troppo volgare demagogia. Nick Zangwill - in questo testo che è già diventato un classico nel mondo anglosassone, e non solo tra i filosofi - mira a riconciliare l'interesse del senso comune e il rigore dell'analisi intellettuale, difendendo le "pretese" della bellezza e la sua attualità, tanto contro gli scetticismi di molta moderna sociologia, quanto dai fraintendimenti teorici più diffusi. Con grande chiarezza, a costo di sembrare impopolare, e non senza ironia, a costo di sembrare irriverente, Zangwill si misura con le domande fondamentali di fronte alle quali tutti, prima o poi, ci siamo trovati in imbarazzo: perché qualcosa ci piace più di qualcos'altro? Come possiamo dire che qualcosa è bello e qualcosa no? Con quali argomenti possiamo difendere le nostre convinzioni soggettive? Possiamo fare a meno di dare giudizi del genere?
La metafisica della bellezza

titolo | La metafisica della bellezza |
Autore | Zangwill Nick |
Argomento | Storia, Religione e Filosofia Filosofia |
Collana | Percezioni. Estetica & fenomenologia |
Editore | Marinotti |
Formato |
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Pagine | 268 |
Pubblicazione | 2011 |
ISBN | 9788882731298 |