Sellerio Editore Palermo: Nuovo prisma
L'area di rispetto nelle colonie magno-greche e siceliote. Studio di antropologia della forma urbana
di Anna Muggia
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 220
La cometa di Agrigento. Navarro, Pirandello, Sciascia
di Natale Tedesco
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 88
Poesia e magia
di Anita Seppilli
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 491
Il titolo suggestivo di questo libro coraggioso si può, anche considerate le diverse edizioni, ormai ritenere un classico degli studi storico-religiosi e letterari. L'idea che si impone tra il Sette e l'Ottocento del poeta con le chiome lunghe in attitudine di invasato, animato da ispirazione divina, è molto più antica di quanto si creda. Difatto è il risultato di una secolare tradizione, originata dal convincimento che il poeta, in quanto ispirato, era visto come un veggente, come uno sciamano. Questo modo di rappresentarlo non scompare in un preciso momento storico, ma si viene appannando gradualmente, pur resistendo ambiguamente anche nella nostra età della tecnica. Sono due soprattutto le domande cui Anita Seppilli in questa densa opera risponde in modo magistrale. La prima è: per quale ragione fin dalle origini alla parola cantata, alla narrazione e alla rappresentazione anche drammatica dei miti fu attribuito un valore magico; la seconda mira ad individuare la motivazione e gli esiti storici non solo letterari, che hanno portato il poetico a sganciarsi dal magico, pur conservandone la forza creativa.
Album Tabucchi. L'immagine nelle opere di Antonio Tabucchi
di Thea Rimini
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 186
"Ho sempre amato gli scrittori che seppero alzare lo sguardo alla volta celeste e, con la medesima intensità, abbassarlo alle nostre "vie d'intorno", dove transita la vita che ci è data da vivere. Sono gli astronomi-realisti, così li chiamo, Natura li dotò di una pupilla regolabile come un obiettivo: aprivano le lenti all'insù e mettevano a fuoco la luna; le stringevano verso il basso e riuscivano a scrutare il selciato del nostro natio borgo selvaggio. Mr. Google-Earth, dall'occhio con lo zoom, li imita male, che del selciato riesce anche a vedere le fessure fra le pietre ma non riesce a farci sentire, come seppero fare quelli, il fruscio delle vesti che sulle stesse pietre passarono. Mi rendo conto che non riuscendo ad ammirare le stelle il mio sguardo si è posato piuttosto sulle quiete (o meno quiete) stanze che ho attraversato. Stanze che poi sono il mondo in cui viviamo e che commentatori frettolosi oggi vorrebbero così piccolo che potrebbe stare in una noce. A me pare invece vasto come il cosmo, per chi sa che soltanto attraverso le differenti maniere di rappresentarlo, cioè le infinite immagini che di esso abbiamo, possiamo capirne il senso. Altrimenti la realtà significherebbe soltanto se stessa e una rosa sarebbe una rosa una rosa una rosa una rosa. Ma cosa c'è "oltre" la rosa? Di immagini sono stato avido, lo ammetto, e quante più potevo catturarne più ne ho ospitate nelle mie rètine." (Antonio Tabucchi)
Lo scudo di Achille
di Gaetano Parmeggiani
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 111
"L'autore di questo libro scritto molti anni or sono da un Nestore dalla sterminata dottrina, così riassume, con parole efficaci e semplici, il risultato della sua appassionata ricerca: nelle raffinate scene che il poeta dell'Iliade immagina istoriate sullo scudo di Achille "è la summa - scrive Parmeggiani - del mondo omerico quale appare dai poemi, una società interamente antropocentrica in cui gli dei non sono che uomini, appena un po' più grandi del vero: un mosaico in cui è già possibile intravedere, nella ricchezza e nella precisione dell'osservazione, nell'interesse inesauribile per la physis, per la natura di ogni cosa [...] il muovere futuro del pensiero occidentale". Che il corpus di poesia epica costituito dall'Iliade e dall'Odissea sia un fondamentale caposaldo della storiografia mondiale è chiaro ai più consapevoli tra coloro che si occupano del mondo antico. [...] Ma lo scudo di Achille, questo apparente "inserto" collocato all'interno del poema, umiliato nell'interpretazione scolastica col ricorso al concetto di digressione, è, a ben vedere, il cuore di tutto il corpus: è la parte più esplicita dell'intero corpus. È la raffigurazione sistematica della realtà economica, politica, sociale, urbanistica messa in gioco da quella immane, estenuante guerra, che per secoli fu considerata, dagli storici greci, uno dei possibili inizi della loro storia".
Altri sé
Per un'antropologia delle invarianze
di Cirese Alberto M.
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 251
L'Altro non è un altro da me ma solo un altro me stesso
L'avventura di Ulisse
di Jean Cuisenier
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 519
Nel 2000 Jean Cuisenier, direttore del Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari francese, decide di intraprendere lo stesso viaggio fatto da Ulisse. Tracciata la rotta, si è imbarcato su un catamarano di tredici metri con un equipaggio di 10 persone: linguisti, archeologi, filologi classicisti, storici piuttosto che marinai e timonieri. Durante il viaggio Cuisenier ha tenuto un diario di bordo in cui ha annotato, giorno dopo giorno, le tappe del viaggio, le scoperte, le emozioni, le avventure. Costante il riferimento al poema omerico, vera e propria bussola di questa straordinaria spedizione nei territori teatro dell'epopea omerica. Lungo il mar Egeo Cuisenier ha percorso le strade possibili per arrivare a Troia, è sbarcato nei pressi di siti archeologici, ha localizzato i porti degli Achei. Poi verso la Tracia a vele spiegate fino al capo Malea, per ritrovare, come Nestore, la spiaggia di Pilo. Vagando come Ulisse nel Mediterraneo verso le coste libiche, è risalito fino ai siti abitati dai Ciclopi. trovandosi poi tra Scilla e Cariddi. Ha ritrovato l'isola incantata di Circe e affrontato le tempeste del canale d'Otranto per approdare, finalmente, a Itaca. L'Odissea, sostiene Cuisenier, non è soltanto una meravigliosa narrazione: è la memoria delle antiche rotte marittime dell'epoca in cui i Greci del XIII secolo a.C. si lanciarono alla scoperta di terre nuove dove commerciare, memoria di cui Omero, nel VII secolo, fissa la forma scritta in versi indimenticabili.
Dire l'indicibile. La memoria letteraria della Shoah
di Carlo De Matteis
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 191
"Sarà mai concepibile una lingua propria ed esclusiva dell'Olocausto? E se sì, allora questa lingua non dovrebbe essere talmente terribile e talmente funebre da distruggere, alla fine, tutti quelli che la parlano?" si chiedeva Imre Kertész. Come tutti gli altri reduci dei campi dedicatisi alla memoria letteraria della Shoah, il rovello del grande ungherese autore di "Essere senza domani", era quello di come rendere la parola a ciò che non può essere detto, a ciò che non conosce una lingua adeguata per esprimerlo: o che, se la trova, rischia a ogni momento lo scacco delle parole di fronte all'immane indicibilità di ciò che raccontano. E il rovello, il paradosso di dire l'indicibile, patito da ogni sopravvissuto, da Primo Levi a Jean Améry e a tutti gli altri che vollero raccontare. A questo è dedicato il presente saggio che per la prima volta si rivolge alla narrazione dell'esperienza dei lager come genere, analizzando le modalità di costruzione letteraria della memoria concentrazionaria: dai già citati Kertész, Levi e Améry, fino alle voci di donne di Auschwitz, le Bruck, le Delbo, le Berger, alla notte di Wiesel, al "nichilismo" di Borowski, fino alle riflessioni religiose, cattoliche e ebraiche di fronte al male, allo scavo psicoanalitico di Bettelheim e, infine, alla poesia di Celan. Lo studio concerne quindi non le comuni testimonianze dei deportati ma quelle di coloro che diverranno poi professionalmente scrittori, la cui opera cioè assume uno specifico valore letterario.
La vera storia del romanzo
di Margaret Doody
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 795
"Il mio scopo è esaminare le continuità e creare connessioni - dichiara Margaret Doody annunciando le intenzioni di questa analitica storia del romanzo che sovverte radicati luoghi comuni -. Questo libro è la rivelazione di un segreto molto ben tenuto, e cioè che il romanzo come forma di letteratura in Occidente ha una storia continua lunga circa duemila anni. Questo, ovviamente, non è affatto un 'segreto'. Qualsiasi testo che proponga una storia completa del romanzo cita i romanzi dell'antichità, ma di solito con noncuranza, spesso semplicemente con note in calce. A quanto pare abbiamo fatto un grande investimento esibendo trionfalmente il romanzo come la forma dei tempi moderni, e per di più tutta occidentale. Negli ultimi duecento anni, nel raccontare la nostra storia, non siamo stati del tutto sinceri in Europa Occidentale e in America. Un'analisi riveduta del romanzo significherà una visione riveduta di ciò che costituisce il concetto occidentale di 'personalità'".
Ebrei, luterani, omosessuali e streghe nella Contea di Modica
di Francesco Ereddia
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 233
Quanto di storia millenaria si è consumata in Sicilia trova nel territorio della contea di Modica rappresentazione e metafora, testimoniate ed esibite da luoghi, monumenti, tratti culturali inconfondibili. Le origini si spingono fino alla più lontana antichità e per valutarne l'importanza nella storia dell'Isola, ma anche in parte del Mediterraneo, sarebbe sufficiente riportarsi al periodo della dominazione bizantina (535-965), durante il quale il suo territorio svolse un ruolo centrale. La contea fu istituita nel 1296, anno decisivo nella storia dell'Isola. In quell'anno infatti i baroni siciliani, riunitisi in Parlamento, proclamarono Re di Sicilia, Duca di Puglia e Principe di Capua Federico III. Come era costume dell'epoca il nuovo re concesse feudi e titoli ai nobili della sua parte. Manfredi I Chiaromonte fu così investito del titolo della contea. Il cognome e il titolo dicono già il ruolo secolare della contea nelle vicende dell'Isola. Ripercorrerle significa intendere il complesso intreccio di personalità ed eventi che hanno segnato la storia siciliana. Tra gli eventi che differenziano la storia della contea dal resto dell'Isola, mai caratterizzata da episodi di razzismo particolarmente gravi, a eccezione dei delitti consumati ad Érice nel 1392, si segnala il massacro di ebrei perpetrato il 15 agosto del 1474, giorno dell'Assunzione.
La letteratura fantastica in Austria e Germania (1900-1930). Gustav Meyrink e dintorni
di Margherita Cottone
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 153
Tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, in un momento di grande insicurezza sociale e politica, si affermava in Austria e in Germania una letteratura detta dagli stessi autori: "fantastica". I suoi caratteri sono facilmente riconducibili alla tradizione della Schauerromantik, di Hoffmann, Poe e Villiers de l'Isle d'Adam. Muovendosi tra "orrore" e "grottesco", tra critica sociale e visione spiritualistico-esoterica, i racconti e i romanzi di Meyrink, Kubin, Strobl, Ewers, rappresentano gli esempi più significativi di una letteratura considerata "triviale", ma i cui stilemi sono riconoscibili anche in autori famosi come Franz Kafka o Georg Heym. Grazie alla pubblicazione di famose collane, come la Galene der Phantasten, di antologie e di riviste, questa produzione si impone nel primo Novecento con testi che indagano gli aspetti oscuri dell'esistenza, gli orrori della civiltà, le paure di fronte all'inconoscibilità del mondo e della stessa identità umana cui spesso si contrappone una visione mistico-spiritualista o estetico-decadente. Una visione perimetrata sia dall'eros e dalla donna, che assume spesso tratti vampirici e aggressivi, sia dallo "spazi" in cui si muovono i personaggi di autori come Meyrink e Kubin.