Alboversorio
Elogio della numismatica. Elogium nummophiliae
di Damiano Cappellari
editore: Alboversorio
pagine: 200
Il traguardo del presente lavoro è l'elogio della numismatica, ma forse più della nummofilìa, che è quella vibrazione di repentina allegrezza che brilla negli occhi e ondeggia nel torace aitante dei nummofili (cioè degli amatori di monete antiche). Damiano Cappellari, in modo originalissimo, racconta secoli di storia in cui la passione per le monete contava più del denaro...
Nutrire la vita. Cibo, pianeta ed energia: expo spiegato dai filosofi
editore: Alboversorio
pagine: 117
Nutrire il pianeta, energia per la vita: l'Esposizione Universale di Milano si fa qui pretesto per porre in luce i numerosi as
La vita è bella? Finzione e realtà nel cinema fascista dei «telefoni bianchi»
di Saronni Elisa
editore: Alboversorio
pagine: 91
Il genere dei "telefoni bianchi" ha segnato la stagione del cinema italiano per poco meno di un decennio (dal 1936 al 1943), e
Soren Kierkegaard e la metafisica di Aristotele. Un percorso di lettura
di Ingrid Basso
editore: Alboversorio
Sulla musica. Testo tedesco a fronte
di Arthur Schopenhauer
editore: Alboversorio
pagine: 55
"La musica è quell'intima gioia con cui noi sentiamo il più profondo intimo della nostra essenza portato all'espressione." (Schopenhauer)
Il miscuglio originario
di Anassagora
editore: Alboversorio
pagine: 57
"Le cose erano in un tutto omogeneo, infinitamente grandi e infinitamente piccole." (Anassagora)
Rilke e la natura dell'oscurità. Discorso sullo spazio intermedio che ospita i vivi e i morti
di Flavio Ermini
editore: Alboversorio
pagine: 44
In questo saggio viene delineato un profilo inedito di Rainer Maria Rilke. Seguendo un cammino che va da opere leggendarie come le "Elegie duinesi" fino a lavori meno frequentati dalla critica come "Worpswede", Flavio Ermini si accosta alla scrittura di questo poeta lungo sentieri obliqui, laterali, in ombra: là dove una parola ancora può dirsi nell'aderire al movimento del testo, nell'assentire al gesto sempre incompiuto della nominazione. Grazie a tale esperienza, Ermini può registrare qualcosa d'imprevisto e insieme d'impensato rispetto alle abituali cognizioni sulla poetica di Rilke.
Tanatologia della vita e stetoscopio. Bichat, Laënnec e la «nascita della clinica»
di Cosmacini Giorgio
editore: Alboversorio
pagine: 75
È nato prima l'uovo o la gallina?: la domanda di senso comune esprime, banalizzandolo, un interrogativo filosofico che percorr
Il diritto di essere tristi. Per una filosofia della depressione
di Francesco Codato
editore: Alboversorio
pagine: 125
Lo scopo di questo libro è quello di esaminare il concetto depressione dal punto di vista filosofico, riflettendo sui dilemmi etici e sulle implicazioni sociali che il concetto di depressione, così come da noi oggi inteso, apporta al soggetto umano e alle possibilità dello stesso di relazionarsi nel mondo. La trattazione vuole quindi rivendicare un diritto alla tristezza, ovvero un diritto ad avviare un dialogo critico che metta in luce le problematiche che il concetto di depressione pone in essere, non limitandosi a considerare la stessa patologia come un dato di fatto ed invitando a ragionare sui significati culturali e sociali che essa investe e riveste, i quali vanno al di là della sola cura di una malattia.
La scienza e le macchine
di Karl Marx
editore: Alboversorio
pagine: 62
"Finché il mezzo di lavoro rimane, nel senso proprio della parola, mezzo di lavoro, così come, storicamente, immediatamente, è inglobato dal capitale nel suo processo di valorizzazione, esso subisce solo un mutamento formale per il fatto che ora non si presenta più soltanto dal suo lato materiale come mezzo di lavoro, bensì nello stesso tempo come un modo particolare di esistenza del capitale, determinato dal suo processo complessivo, come capitale fisso. Ma, una volta assunto nel processo produttivo del capitale, il mezzo di lavoro percorre diverse metamorfosi, di cui l'ultima è la macchina o, piuttosto, un sistema automatico di macchine (sistema di macchine; quello automatico è solo la forma più perfetta e adeguata del macchinario, che sola lo trasforma in un sistema), messo in moto da un automa, forza motrice che muove se stessa; questo automa è costituito di numerosi organi meccanici e intellettuali, di modo che gli operai stessi sono determinati solo come organi coscienti di esso."
Felicità antica e infelicità moderna. L'epicureismo e Leopardi
di Georgia Schiavon
editore: Alboversorio
pagine: 391
Pur mutuando la sua concezione di materia eterna e increata dalla fisica greca, nella fattispecie da quella di Stratone di Lampsaco, che nel dibattito moderno si contende con quella di Epicuro lo status di modello di materialismo coerente, Leopardi rompe con la filosofia antica. La sua riflessione porta infatti alle estreme conseguenze l'esito scettico del pensiero moderno, che, nonostante la sua negazione del platonismo, ha continuato a sostenere l'esistenza dell'assoluto. Per Leopardi la realtà non ha alcun fondamento: il principio delle cose è il nulla. Egli sovverte il razionalismo che ha imperato nella filosofia occidentale fin dalle sue origini greche. Anche quando è fondata su una visione della natura meccanicistica e ateleologica, l'etica greca rimane intellettualistica: l'epicureismo identifica nella conoscenza della verità il phàrmakon, il rimedio contro il dolore, condannando la sentenza silenica. Per Leopardi, erede della sapienza del Sileno e di Salomone, la ragione, che conosce "l'infinita vanità del tutto", vede nell'eternità dell'annullamento la "medicina di tutti i mali".