La Casa Usher
Uomini di scena, uomini di libri. La scena sulla coscienza
di Ferdinando Taviani
editore: La Casa Usher
pagine: 232
"Uomini di scena, uomini di libro" è un importante testo di Taviani, da tempo introvabile
Libri con figure. Illustrare nel XXI secolo: i classici, il comico, la storia, gli animali, la città, l'ambiente, il disagio
di Andrea Rauch
editore: La Casa Usher
pagine: 272
Andrea Rauch, dopo i due volumi "Il racconto della grafica" e "Il racconto dell'illustrazione", propone un viaggio tra gli ill
Produrre memoria. 1968/2018. Manifesti, libri, illustrazioni, teatro: 50 anni con la grafica di Andrea Rauch
di Andrea Rauch
editore: La Casa Usher
pagine: 493
Memoria dell'autore, con il suo gusto, le sue passioni, il suo entusiasmo e le sue illusioni
Una educazione intellettuale. Saggi su di sé, su Foucalt e su altro
di Alessandro Fontana
editore: La Casa Usher
pagine: 284
Il volume nella prima parte configura una vera e propria autobiografia intellettuale di Alessandro Fontana, sullo sfondo di un
Canovacci di iconografia. La regia pensata: lezioni aperte verso una nuova disciplina teatrale
di Arnaldo Picchi
editore: La Casa Usher
pagine: 458
Come descrivere e condividere il lavoro teatrale? Parlarne è difficile
Dalla carta alla rete andata e ritorno. Giornalismo e nuovi media
di Maurizio Boldrini
editore: La Casa Usher
pagine: 341
I giornali quotidiani non se la passano tanto bene
La regia teatrale in Italia, oggi. Culture teatrali 2016
editore: La Casa Usher
pagine: 299
Al termine di una sfolgorante parabola artistica di oltre cinquant'anni, il 21 febbraio 2015 Luca Ronconi ci ha lasciato. Proprio in ragione dell'influenza esercitata dal grande regista sui processi di trasformazione della scena italiana di fine millennio, questa scomparsa sembra caricarsi di un forte valore simbolico. Cadendo, di fatto, in concomitanza col processo di profonda revisione critica delle pratiche registiche oggi in atto nel segno di un superamento o quanto meno di un indebolimento della nozione classica di regia, l'uscita di scena del Maestro par quasi diventare una metafora del tramontare di un mondo e del parallelo schiudersi di nuovi orizzonti. Pensato come omaggio alla "ricerca infinita" di Ronconi, questo numero di «Culture Teatrali» si propone così di tracciare un bilancio delle esperienze registiche nazionali odierne, interrogando il passato e il presente della regia italiana nel tentativo di indovinarne il futuro. Sul filo degli interventi qui raccolti, la crisi e le trasformazioni della regia contemporanea sono esplorate nei loro risvolti più disparati: la storicizzazione e l'analisi teorica del trasmutarsi delle pratiche sceniche odierne dialoga con la ricognizione delle corrispondenze tra regia e coreografia, con la mappatura delle emergenze registiche al femminile elette a campo di indagine privilegiato per lo studio dei nuovi codici di messa in scena e soprattutto con una analitica inchiesta intorno ai modi contemporanei della regia nel teatro per musica. Le interpretazioni degli studiosi cedono quindi il passo alle testimonianze degli artisti: in un intreccio vertiginoso di intuizioni, presagi e ricordi, ventitré campioni del nostro teatro, giustapponendo le loro impressioni, ci consegnano un suggestivo ritratto a più mani della regia oggi secondo gli uomini di scena. In perfetta continuità con le "anatomie registiche" della sezione monografica, la parte extramonografica della rivista ospita due preziosi contributi pensati per far luce sull'esperienza de reenactment e sul processo di rifondazione degli studi teatrali italiani.
Vado a prendermi gioco del mondo. Dal folle in Cristo a Bisanzio e in Russia al performer contemporaneo
di Tihana Maravic
editore: La Casa Usher
pagine: 239
Il folle in Cristo è una figura complessa. È allo stesso tempo un buffone, un profeta, un guaritore, un convertitore, un visionario. Il folle prende alla lettera le parole di san Paolo della Prima lettera ai Corinzi: si finge matto cercando l'insulto e il disprezzo, gira nudo e affamato per le vie della città, cerca di essere schiaffeggiato e maltrattato e fa di tutto per passare come "spazzatura del mondo". Abbandonata la vita solitaria e ascetica del deserto, decide di recarsi in città per "prendersi gioco del mondo" e smascherarne le falsità. In questa "antologia della sacra follia", il lettore viaggerà nel Medioevo bizantino e russo, tra i deserti dell'Egitto e della Siria, arriverà a Costantinopoli e terminerà il suo percorso a Kiev e a Mosca. Maravic mette in relazione la contraddittoria e paradossale figura del folle in Cristo con il teatro contemporaneo. I vari aspetti tipologici del 'salos' e dello 'jurodivyj' (forme della sacra follia nel Cristianesimo Ortodosso) sono avvicinati a immaginari strettamente teatrali: nel Teatro iconico viene studiata l'immagine del santo folle come entità passiva, simile a un attore-figura dotato di un corpo kenotico che si fa icona; nel Teatro come epifania dell'Altro il santo folle è messo in relazione con il trickster e con il buffone sacro; nel Teatro come trasformazione si scopre la sua natura apocalittica e filosofica. Questo studio restituisce vitalità a un custode di una conoscenza antica e dimenticata e serve da veicolo per una lettura filosofica e antropologica dell'arte attoriale e della funzione del performer.
Braccianti just in time. Raccoglitori stagionali a Rosarno e Valencia
di Garrapa Anna M.
editore: La Casa Usher
pagine: 183
Rosarno è un piccolo comune calabrese emerso nelle cronache nazionali per la rivolta dei braccianti africani avvenuta nel 2010
Carte semiotiche. Strategia dell'ironia nel web
editore: La Casa Usher
pagine: 180
Le cosiddette "pratiche ironiche" sono sempre più diffuse in rete e costituiscono un aspetto ormai peculiare della comunicazione. Queste prendono forma dagli utenti generatori di contenuti e contagiano (si tratta di pratiche virali) i vari ambiti del web. In esse si annidano nuove strategie di significazione e di produzione di senso che interessano la ricerca in campi disciplinari contigui come l'estetica, la filosofia del linguaggio e la semiotica. In questi ultimi anni le forme dell'ironia nel web si stanno trasformando in un vero e proprio modello retorico-comunicativo, una strategia che basa la sua efficacia sulla potenzialità semplificatoria nel lavoro intertestuale e sulla facilità con cui offre nuove prospettive di lettura, capaci di porre in risalto aspetti impliciti e non rilevati degli stessi fenomeni che "aggredisce" ironicamente. Le prospettive di analisi e i casi scelti dagli autori nei diversi interventi portano un contributo decisivo per l'interpretazione non solo del fenomeno dell'ironia, ma del sistema web nel suo complesso, delle pratiche comunicative attuali che si caratterizzano per nuovi paradigmi e nuove modalità espressive. L'intento è quello di delineare i fattori che caratterizzano l'uso dell'ironia in rete, di indagare le forme in cui si palesano questi contenuti e, soprattutto, di mostrare come la strategia dell'ironia rappresenti una linea di tendenza davvero preponderante nelle pratiche web.
La terza avanguardia. Ortografie dell'ultima scena italiana. Culture teatrali 2015
editore: La Casa Usher
pagine: 301
Questo numero si apre con un'ampia sezione monografica dedicata ai nuovi linguaggi della scena attuale: il teatro degli anni Dieci del nuovo millennio o, più comunemente, degli "anni Zero". Un teatro difficilmente classificabile, malgrado le etichette coniate per tentare di mettere ordine nel rutilante presente artistico. In questo senso gli interventi e gli studi di caso qui raccolti non si limitano a indagare le tendenze in atto, tanto meno enunciano dei meri orientamenti estetici, bensì articolano un percorso storico-critico in grado di restituire una rappresentazione plastica dei teatri presenti. Esito di un monitoraggio costante e di un tenace affiancamento di gruppi e artisti, questa raccolta ambisce a fornire coordinate che intreccino differenti piani e discorsi, tra cui quello strettamente organizzativo, con particolare interesse per quei luoghi di produzione e invenzione del nuovo che fanno di certi festival vere e proprie factories. Gran parte dell'interesse per quest'ultimo decennio di teatro riguarda infatti la storiografia della contemporaneità e i suoi rapporti con quello che è stato chiamato il Novecento teatrale. Da qui il titolo proposto, non senza un pizzico di deliberata provocazione: la terza avanguardia. Dopo le prime avanguardie storiche e la ripresa postbellica del filo interrotto con le seconde, la terza avanguardia apre a un nuovo, imprevedibile tempo del teatro.
Non gli ho detto del quadro di Oxford
di Carlo Titomanlio
editore: La Casa Usher
pagine: 295
Londra, 1970: il romanzo di un'ossessione inizia quando il giovane e inesperto mercante fiorentino Angelo Morganti acquista dall'enigmatico antiquario Benjamin Kahn, al prezzo di sole 1200 sterline, la Continenza di Scipione, tela attribuita ad Antoon van Dyck. Affare d'oro o truffa? E perché il venditore è stato così remissivo nella trattativa? Sembra l'avvio di un krimi o di una detective story e invece no. Dietro a un maquillage narrativo che attrae e incuriosisce, c'è una vicenda reale e clamorosa, una polemica che ha diviso e ancora divide critici, accademici e addetti ai lavori (molti di questi compaiono nel libro, profili e nomi di fantasia che lasciano forse far intravedere figure vere, sicuramente verosimili). Il segreto rivelatore è nel titolo: "Non gli ho detto del quadro di Oxford" è, in realtà, una frase estrapolata dalla lettera con cui, nella fiction, l'antiquario londinese che cede il Van Dyck a Morganti informa il proprio figlio dell'avvenuta vendita del dipinto. E il suo silenzio è colpevole: davvero, infatti, nella Picture Gallery del Christ Church College di Oxford, a tutt'oggi, si trova un quadro che viene presentato al pubblico come la Continenza di Scipione. Ma allora il quadro di Morganti è una copia? Oppure uno dei due non è ciò che viene dichiarato?