Giuntina: Schulim Vogelmann
La benedizione di un cuore spezzato
di Sherri Mandell
editore: Giuntina
pagine: 180
Koby Mandell aveva solo tredici anni quando l'8 maggio 2001 marinò la scuola con l'amico Yosef per fare una passeggiata. I loro corpi furono ritrovati il giorno dopo in una grotta del deserto della Giudea: erano stati massacrati a colpi di pietra da dei terroristi palestinesi. Come può affrontare una famiglia la perdita di un figlio così barbaramente ucciso? Sherri Mandell, la madre di Koby, ha scritto un resoconto del suo dolore. Lottando per riuscire ad andare avanti, ha intrapreso un lungo viaggio, pieno di crescente fede, per cercare di capire questa tragedia, nel contesto di tremila anni di storia ebraica.
La bobe. (La nonna)
di Sabina Berman
editore: Giuntina
pagine: 139
"La bobe" (in yiddish "bobe" vuol dire nonna) è una rievocazione autobiografica, tenera e ironica al tempo stesso. Racconta come un'ebrea ortodossa, proveniente dall'Europa orientale e immigrata in Messico, riesca a trasmettere alla nipotina, cresciuta in un ambiente ateo, la percezione del divino negli eventi quotidiani, dai più banali ai più drammatici, come la morte. La bambina viene così iniziata dalla nonna a una sorta di rivelazione.
Personaggi biblici attraverso il Midrash
di Elie Wiesel
editore: Giuntina
pagine: 183
"Da bambino leggevo questi racconti biblici con uno stupore misto ad angoscia
Addio al tempo delle ciliegie
di Sylviane Roche
editore: Giuntina
pagine: 144
Joseph Blumenthal, il protagonista di questo romanzo, figlio di ebrei polacchi emigrati a Parigi, ha una vita alquanto paradigmatica. A 17 anni la militanza, prima in Spagna con le Brigate internazionali, poi con la Resistenza. La perdita dei familiari in un campo di sterminio e la deportazione a Buchenwald. A guerra finita, l'adesione al PCF, un impegno che non verrà mai meno, pur con tutte le crisi e le disillusioni che lo accompagnano. Quindi l'invenzione di un particolare modello di macchina per maglieria che gli vale l'agiatezza. Le due mogli, la relazione con Solange, a causa della quale è costretto a subire il greve moralismo del Partito, il naufragio nell'alcol. A 75 anni, Joseph riceve in dono un portamina d'argento. L'inatteso regalo suscita in lui la voglia di scrivere e così, col vago pretesto di lasciare ai nipoti una testimonianza storica o una giustificazione delle proprie scelte di vita, inizia a tenere un diario alla cui stesura si applica con l'entusiasmo del neofita. Ma i ricordi sfuggono all'ordine cronologico che egli vorrebbe dare loro: l'infanzia si mescola con l'età adulta, il tempo di guerra con quello di pace, le figure dei genitori si confondono con quelle dei figli. C'è poi il presente, il rapporto col fratello, le ex mogli, i figli, le sensazioni legate alla vecchiaia e alla malattia, i dubbi e gli interrogativi sul proprio operato. Tutto ciò entra nella scrittura e le impedisce di essere una pura registrazione del passato, il semplice resoconto di una vita.
L'ebraismo nella vita quotidiana
di Ernest Gugenheim
editore: Giuntina
pagine: 188
"Le difficoltà che una persona estranea al mondo ebraico trova nel penetrare a pieno l'Ebraismo ed a comprenderne tutte le forme di espressione è da collegare soprattutto alla varietà ed alla molteplicità dei suoi aspetti. L'affermazione secondo cui l'Ebraismo equivale ad uno stile o ad un sistema di vita si riferisce giustamente al valore pragmatico della dottrina ebraica che permea ed investe ogni aspetto della vita sia dell'individuo che della società. Questa asserzione evidenzia la complessità dell'Ebraismo che è altrettanto vario come la vita nei suoi tanti aspetti. Ripercorrere i vari modi di espressione dell'Ebraismo, modi che ritrovano la loro fonte nella Torà, la Parola divina, così come avviene nell'opera di Ernest Gugenheim, significa al tempo stesso individuare i motivi fondamentali da cui l'ebreo di ogni epoca e condizione ha ricavato il sostegno spirituale e lo stimolo per la propria religiosità." (dalla Prefazione di Elio Toaff).
Giorni alle spalle
di Marga Minco
editore: Giuntina
pagine: 112
Gerusalemme: Miriam Weissbach, studiosa di alberi genealogici di famiglie ebraiche, trova per caso in una biblioteca una rivista aperta sulle pagine del racconto di una scrittrice olandese. Vi si narra del matrimonio di Bettie, sorella dell'autrice, con un ragazzo tedesco, Hans Ruppin, nell'Olanda occupata del '42. I nomi di Bettie e Hans, deportati pochi mesi dopo, compaiono anche in uno degli alberi genealogici della Weissbach, che decide allora di scrivere all'autrice del racconto. Comincia così la storia dell'incredibile incontro, a decenni di distanza, tra la scrittrice ed Eva Ruppin, sorella di Hans. Nessuna delle due, uniche sopravvissute di famiglie sterminate nei campi di concentramento, aveva mai saputo dell'esistenza dell'altra. Per entrambe inizia un viaggio nella memoria, doloroso e difficile, che però alla fine le avvicinerà in un'esperienza di condivisione profonda.
Forse sogno di vivere. Una bambina rom a Bergen-Belsen
di Ceija Stojka
editore: Giuntina
pagine: 82
Reduce dalla deportazione ad Auschwitz e Ravensbrück, l'undicenne Ceija Stojka giunse nel campo di concentramento di Bergen-Belsen al principio del 1945. Vi sarebbe rimasta - insieme alla madre e ad altri parenti - fino all'aprile dello stesso anno, quando il lager venne liberato dai soldati dell'esercito britannico. Di lì a poco poté intraprendere il lungo viaggio per tornare nella sua città, Vienna. Dopo oltre mezzo secolo, l'ormai settantenne Ceija Stojka ricorda i mesi trascorsi a Bergen-Belsen. Descrive senza enfasi la spaventosa quotidianità - l'onnipresenza della morte, il tormento della fame, le violenze subite, la ferma volontà di sopravvivere - e ce ne restituisce un'immagine vivida. Pur avendo visto di quali crudeltà gli esseri umani sono capaci, le parole di Ceija Stojka non tradiscono odio né amarezza. Da esse traspare piuttosto un ostinato interrogarsi su un aspetto: come hanno potuto, tanti uomini, mettersi così ciecamente nelle mani di un altro uomo, di un regime sanguinario? Il suo racconto non fornisce risposte al riguardo ma trae esplicitamente origine da una impellente necessità: ricordare per combattere la sopraffazione e l'oblio, poiché ciò che è stato può ripetersi.
Il bambino prodigio
di Irène Némirovsky
editore: Giuntina
pagine: 65
Nelle taverne di un porto del mar Nero, Ismaele Baruch, il bambino prodigio, canta i dolori e le gioie dei miserabili, degli emarginati, degli esclusi. Il suo talento affascina il poeta in crisi Romain Nord e la sua amante, la "Principessa", una ricca vedova in cerca di nuove emozioni. Strappato al suo mondo di miseria, Ismaele diventerà il giocattolo di una società aristocratica, pronta all'entusiasmo quanto al disprezzo, che finirà per umiliarlo inesorabilmente.
Noi figli di Eichmann
di Anders Günther
editore: Giuntina
pagine: 108
Si accorge di qualcosa, Klaus Eichmann? Si accorge che il cosiddetto "problema Eichmann" non è un problema di ieri? Che esso n
La linea della vita
di Hanna Krall
editore: Giuntina
pagine: 120
"Un altro uomo racconterà di Stysia, una bambina di cui era innamorato quando aveva dodici anni. La vide in mezzo agli ebrei condotti via dal vecchio ghetto. Lei lo riconobbe e lo salutò con la mano. Anche lui voleva farle un cenno, ma ebbe paura e non sollevò la mano". "Un domenicano, padre Waldemar, racconterà - molti anni più tardi - di un'ebrea che durante la guerra arrivò di corsa al convento. Prendete quelle vostre reliquie e venite a pregare, perché moriamo, gridava l'ebrea. I padri presero le reliquie - il legno della croce sulla quale era morto il compatriota di quell'ebrea. Uscirono dalla chiesa. Si fermarono davanti al palazzo del Tribunale della Corona e si misero a pregare..."
Nietzsche e Sion. Motivi nietzschiani nella cultura ebraica di fine Ottocento
di Jacob Golomb
editore: Giuntina
pagine: 404
Il libro è un viaggio nell'Europa ebraica di fine Ottocento in compagnia del grande distruttore di tutti gli idoli e del teorico dell'oltre-uomo. Golomb testimonia la profondità intellettuale del dialogo che alcune figure ebraiche di rilievo poi approdate al sionismo instaurarono con Nietzsche. Alla ricerca della propria autenticità e privi di una propria identità, uomini come Herzl, Nordau, Buber e Berdichevski si immersero nell'abisso nietzschiano. Cosa vi trovarono e come vi riemersero lo racconta Golomb in questo libro sulle origini del progetto sionista.
Il sangue del cielo
di Piotr Rawicz
editore: Giuntina
pagine: 292
"Quelli che potremmo definire i topoi della letteratura della Shoà e che oggi sono diventati topoi letterari tout court erano all'epoca in divenire. Nel romanzo di Rawicz li ritroviamo tutti; non enunciati programmaticamente, né descritti, ma trasposti, per così dire, "in atto", in atto letterario [...] Non ci sono accuse, non ci sono rivolte, se non quella potente e sotterranea contro l'Essere; non ci sono due campi a disputarsi il primato del bene e del male e non c'è neppure relativismo. C'è uno sguardo svelto e poetico che abbraccia tutto in una volta sola e una voce potente in cui derisione, disprezzo, pietà, disincanto e lirismo, mistica e rozzezza si adattano, più che alle situazioni descritte, agli stati d'animo evocati." (Guia Risari)