Antropologia
Prendersi cura. Antropologia culturale per le professioni sociosanitarie
di Anna Casella Paltrinieri
editore: editpress
pagine: 264
Come tutte le azioni umane, anche quella di "prendersi cura" assume significati sociali, culturali e simbolici. La cura nei confronti di persone impedite, malate o nel disagio mette in atto una relazione speciale, che, riconoscendo la dipendenza, cerca di garantire il raggiungimento del massimo di autonomia e integrazione possibile. Essa, perciò, richiede all'operatore, sia esso sanitario, educatore, volontario, sensibilità umana e competenza professionale, per riuscire a comprendere la condizione mentale della persona che si assiste e indagare le modalità della relazione terapeutica. Le discipline antropologiche hanno da tempo avviato una ricerca sugli aspetti culturali dello stato di salute/malattia, sulle rappresentazioni che vi si riferiscono, sulle concezioni del corpo, sulle immagini relative al ruolo delle istituzioni e degli operatori sanitari, sui processi di cura. Questo volume, frutto dell'insegnamento di anni presso i corsi di laurea in scienze infermieristiche, indaga nelle problematiche dell'assistenza offrendo spunti di riflessione e di azione a tutti coloro che, a vario titolo, sono impegnati nella complessa relazione di assistenza e cura.
Lo sguardo da lontano
di Claude Lévi-Strauss
editore: Il saggiatore
pagine: 352
Dopo "Antropologia strutturale", il cui titolo-manifesto è stato ripreso per "Antropologia strutturale due", nel 1983 Claude L
Cultura e potere. Un approccio antropologico
di Stefano Boni
editore: Eleuthera
pagine: 221
In questa ricerca a tutto tondo, Boni esamina la distribuzione e l'invadenza del potere a partire dalle innovazioni teoriche elaborate dalle scienze umane nel corso degli ultimi decenni. Cosi, il suo sguardo antropologico ci conduce attraverso tutti i passaggi essenziali, dalle culture egualitarie all'accentramento di potere dei moderni Stati nazionali. Di fronte alla progressiva spoliazione dei cittadini del loro potere decisionale, l'autore ci invita a diffondere sempre più in tutto il tessuto sociale il sociopotere, quel potere, esaminato a fondo nel testo, che si esprime nel condizionamento culturale ordinario. Se si parte dal proprio vissuto quotidiano, è infatti possibile sottrarsi a un dominio tanto invisibile quanto opprimente, istituito nell'ordine della normalità, e affermare creativamente saperi, prassi e valori sovversivi.
Nascita delle divinità, nascita dell'agricoltura. La rivoluzione dei simboli nel Neolitico
di Jacques Cauvin
editore: Jaca Book
pagine: 318
Tra le grandi svolte della storia umana, la Rivoluzione Neolitica è una delle più determinanti; è l'inizio delle prime manipol
Modelli di cultura
di Benedict Ruth
editore: Laterza
pagine: 278
Uno straordinario classico dell'antropologia, una lettura appassionante e coinvolgente
Uomini e orsi
Una breve storia
di Brunner Bernd
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 224
Simbolo di spazi selvaggi e inviolati, ma anche dei più teneri giochi infantili, l'orso ha stregato l'uomo sin dalla preistori
L'intelligenza della natura
Saggio sulla conoscenza
di Narby Jeremy
editore: Jaca Book
pagine: 227
In questo libro l'antropologo Narby conduce il lettore in un viaggio attraverso le forme dell'intelligenza in natura, attingen
Terra sapiens. Antropologie del paesaggio
di Matteo Meschiari
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 282
Cosa lega il corpo di un animale sezionato dalla lama di un cacciatore arcaico, il corpo di quello stesso animale dipinto sulla parete di una grotta più di 30.000 anni fa, il corpo della terra, che entra per vie sottili nella cultura di un popolo, il corpo del testo, in cui lo spazio reale diventa spazio mentale, e infine il corpo urbano, in bilico tra norma e wilderness, tra vocazione sedentaria e bisogno di perdersi? La risposta è nel paesaggio: un "presente remoto", un paradigma di pensiero in atto che percorre in modo carsico le faglie di ciascuna cultura, a ricordare che corpo, processi cognitivi, tecniche del sapere e miti hanno una matrice unica. Nei cinque casi, studiati da Meschiari, emerge un'idea di paesaggio complessa, lontana dalle mode intellettuali, suggerendo un campo di ricerca in cui l'antropologia non appare più un ambito disciplinare, ma un percorso cognitivo a più direzioni. Il paesaggio in questo modo da fatto naturale si afferma nella sua profonda realtà di orizzonte ideologico, comprensivo della intera percezione dell'uomo, della sua condizione esistenziale.
Natale pagano. Feste d'inverno nello Hindu Kush
di Augusto S. Cacopardo
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 476
"Se esiste un punto da cui possa partire la comprensione della religione antica", scriveva Kerényi "... consiste proprio nel sondare l'essenza della festa". E appunto quanto si propone questo libro studiando "la madre di tutte le feste": la grande festa dell'Anno Nuovo. L'indagine, risultato di ricerche dirette di lungo periodo, prende le mosse dalla festa del solstizio d'inverno dei Kalasha del Pakistan, una piccola popolazione di montanari che presenta uno speciale interesse per la storia delle religioni e per l'indoeuropeistica. Si tratta infatti dell'unico popolo appartenente al gruppo linguistico indoeuropeo che ha conservato fino ad oggi un'arcaica forma di politeismo, sfuggita all'abbraccio mortale dei grandi sistemi religiosi, Induismo, Buddhismo, Cristianesimo, Islam. La sua conoscenza può offrire un importante contributo alla comprensione di credenze che sono alle radici della nostra civiltà: dal politeismo greco, celtico o germanico alla religiosità vedica. L'interpretazione della festa del solstizio d'inverno dei Kalasha può essere quindi la chiave per intendere una cosmologia arcaica di ampia estensione. L'autore segue pertanto un itinerario comparativo che lo porta a confrontare il rito dei Kalasha con le feste d'inizio anno del mondo indiano e dell'Europa: un percorso complesso che fa emergere infine il senso ultimo della "grande festa" quale annuale rifondazione del ciclo del tempo.
Il presente del passato
L'attualità di preistoria e storia
di Coppens Yves
editore: Jaca Book
pagine: 161
Chi è l'antenato diretto del genere umano? Perché la scoperta di Lucy è fondamentale? Come hanno fatto i primi Ominidi a lasci
Altri sé
Per un'antropologia delle invarianze
di Cirese Alberto M.
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 251
L'Altro non è un altro da me ma solo un altro me stesso