Mondadori: Lo specchio
Morte di un naturalista
di Heaney Seamus
editore: Mondadori
pagine: 118
Con "Morte di un naturalista", nel 1966, iniziava l'avventura poetica di Seamus Heaney
Solstizio
di Deidier Roberto
editore: Mondadori
pagine: 170
Nella pacata ed elegante compostezza della sua dizione, nella chiarezza della sua pronuncia, Roberto Deidier riesce a dare un'
Quasi invisibile. Testo inglese a fronte
di Mark Strand
editore: Mondadori
pagine: 103
Mark Strand, uno dei vertici riconosciuti della poesia mondiale, si ripropone con una novità che è anche una felicissima sorpresa. E lo è proprio a partire dalla forma libera prescelta, che è quella del poemetto in prosa, in genere brevissimo, spesso al confine tra poesia e microracconto. In "Quasi invisibile" il poeta osserva elementi anche minimali di una realtà molto concreta, eppure vista come in una luce paradossale, che ne deforma i movimenti e il senso. Troviamo allora frammenti di una quotidianità oscillante tra routine e insensatezza, immagini dai contorni forti e spesso accentuati o dilatati dal ricordo e dal sogno, riflessioni sulla labilità dell'esistenza. Tutto questo in un clima di "malinconia ermetica", e comunque pervasiva, vicinissima all'assurdo di una condizione sempre a ridosso del vuoto e del nulla. Mark Strand agisce con ironia spesso anche beffarda, esprime una sorta di insoddisfazione quieta eppure dominante, pervasiva, che coinvolge un'ampia serie di personaggi: un banchiere, un ministro della Cultura, un viaggiatore, il padrone di una grande villa e tanti altri, tutti collocati in situazioni ambientali particolari, come fossero elementi dei più disparati luoghi e paesaggi. Il poeta è disincantato ma pronto ancora a stupirsi, è affabile e insieme a volte misterioso, compie un percorso compresso dall'irreversibile egemonia del tempo, semina tracce di intelligenza viva e inquieta prima che sopraggiunga, inevitabile, "la congiunzione luminosa di niente e tutto".
Il posto. Testo inglese a fronte
di Jorie Graham
editore: Mondadori
pagine: 231
Fin dalle prime battute, questo libro di Jorie Graham coinvolge il lettore e lo stupisce per l'energia incalzante, per la scrittura ansiosa, che si realizza in un incontenibile fluire di pensieri e immagini. Tra incedere narrativo ad ampio respiro (ma con frequenti fenditure interne) e una sorta di monologo interiore, l'autrice esplora, partendo dai dati della memoria e dalla sua reale esperienza, la molteplicità dell'esistente, le innumerevoli presenze che popolano il mondo, nella loro dimensione temporale, nella meraviglia e nel mistero dell'unica vita loro concessa. Jorie Graham parte da spunti aneddotici, da paesaggi, introduce personaggi di varia natura catturati dalla sua acutezza di osservatrice, come il falco silenzioso, il tronco morto, la talpa, il violinista, l'uomo che lavora, tutti coinvolti nell'immenso esserci eppure sempre in bilico sul nulla e "la sua splenderne vacuità". Ne scaturisce una poesia carica di tensione, scandita in ritmi aperti e molto vari, dall'orizzontalità della prosa all'impennarsi improvviso del canto, dentro una complessità magmatica dove figure e apparizioni danzano sulla pagina. Una poesia - qui proposta nella versione italiana di Antonella Francini, che con l'autrice ha lavorato fianco a fianco - che è un'alta avventura intellettuale il cui passo continuamente si inerpica fino al poemetto finale ispirato da una visita alla cattedrale di San Patrizio a Armagh.
La dirimpettaia e altri affanni
editore: Mondadori
pagine: 140
Come in un vastissimo scenario, questo nuovo libro di Silvio Ramat riesce a rendere presenti innumerevoli volti, figure del ri
Alla luce del sole
di Cerami Vincenzo
editore: Mondadori
pagine: 148
La preziosa stoffa del narratore, di quel grande affabulatore che è Vincenzo Cerami, si ritrova nei mille rivoli e nella folla
Condominio delle soprese
di Nicola Vitale
editore: Mondadori
pagine: 108
Un'umanissima, delicata pazienza attraversa questi nuovi versi di Nicola Vitale, osservatore acuto dell'esserci, poeta capace di cogliere in profondo, eppure al tempo stesso con semplicità, il manifestarsi complesso di un reale tanto veloce e assurdo, nel nostro tempo, tanto apparentemente spettacolare e rumoroso. E in questa strenua attenzione a ciò che si nasconde dietro il fragore della superficie, Vitale riesce a scandire - oltre a un felice succederei di immagini concrete eppure lievissime, di ambienti tra i più diversi, dalle gabbie dei condomini cittadini all'apertura della luce nei paesaggi - soluzioni di pacata saggezza, a volte vere e proprie sintesi definitorie della nostra condizione: "Siamo qui / corpi di una specie incredula / rinnovata all'infinito", oppure: "ogni progetto / non è che desiderio d'altro", "certi oggi di essere / cose tra le cose". I percorsi di questo pensiero sottile e acutissimo sono vari e suggeriti nelle loro fasi da alcune parole chiave, come "corpo" e "casa", "tempo" e "sentimento". Vitale, come già dai suoi esordi, come nel precedente Progresso nelle nostre voci, tende a ridefinire realtà e linguaggio secondo un'esigenza fortissima di ritorno a una limpidezza dello sguardo e del dire che sappia riacquistare un'armonia originaria, una possibilità di rilettura del mondo diretta e incondizionata.
Le cose del mondo
di Paolo Ruffilli
editore: Mondadori
pagine: 198
Nel suo percorso poetico, Paolo Ruffilli ha praticato strade diverse, sempre confermandosi in una coerente, limpida solidità d
Il comune salario
di Fabrizio Bernini
editore: Mondadori
pagine: 90
"Il comune salario" si articola in quattro nitidissime parti
Madre d'inverno
di Vivian Lamarque
editore: Mondadori
pagine: 138
Vivian Lamarque possiede una rarissima dote: quella di rendere lievi e trasparenti i temi e gli strappi dell'emozione più comp
Incontri e agguati
di Milo De Angelis
editore: Mondadori
pagine: 65
Una ricognizione sulle avventure mentali di un passato ormai remoto e sul loro quotidiano scontrarsi doloroso e frontale con l'idea di un precipizio assoluto, di un risucchiante nulla infinito; e poi il riemergere di giovani volti e figure, di minime vicende, salvate, chissà perché, dalla memoria: e infine il resoconto, condotto con oggettiva esattezza, di un drammatico fatto di cronaca, di un episodio di tenero amore e orribile violenza. Sono questi i tre momenti essenziali, quanto mai ricchi di situazioni e implicazioni interne, della nuova opera di Milo De Angelis. Un libro di straordinario rigore e coraggio, dove il pensiero della morte, con le sue impietose incursioni, tende un arco ininterrotto tra tempi lontani e presenti, dove la sua acuta invadenza si affaccia, anche "nei traffici dell'amore". Eppure, il personaggio che ne subisce gli attacchi - l'io lirico - che ne viene aggredito non cessa, neppure per un istante, di resistere, ma cerca ripetutamente di venire a umani patti o opporsi in trattative con quell'ombra inumana e sinistra che lo perseguita. Un cimento, dunque, che sulla pagina riesce a tradursi in una testimonianza in continua tensione, e dove una salvezza, sempre sentita come parziale e provvisoria, si realizza grazie a quello strumento formidabile che è la parola nella forma e nel fiato del verso. Ed ecco allora che il poeta riesce ad autodefinirsi, con una saggia pacatezza, antiretorica e duramente conquistata, come "un povero fiore di fiume"...