Quodlibet: Quaderni Quodlibet
Giornale di pittura
di Toti Scialoja
editore: Quodlibet
pagine: 628
Il "Giornale di pittura" di Toti Scialoja, redatto tra il 1954 e il 1964, è un laboratorio febbrile di idee, una cronaca esube
Ciò che è nostro non ci sarà tolto mai. Carteggio 1918-1980
editore: Quodlibet
pagine: 783
Con questa edizione viene reso pubblico per la prima volta uno dei carteggi più significativi ed estesi del Novecento: si trat
Homo sacer
di Giorgio Agamben
editore: Quodlibet
pagine: 1392
Solo ora, raccolti insieme nella loro integralità, i nove libri che formano il progetto Homo sacer acquistano il loro vero sig
Ebrei e cristiani nella Cappella Sistina
di Giovanni Careri
editore: Quodlibet
pagine: 304
Negli affreschi sistini numerose scene o figure della storia del popolo ebraico sono presentate come origine, o prefigurazione
Il quinto martello. Pitagora e la disarmonia del mondo
di Daniel Heller-Roazen
editore: Quodlibet
pagine: 181
Passeggiando nei pressi di una fonderia - così si narra - Pitagora ebbe la prima fulminante intuizione circa l'armonia: il suo
Preconistoria 1966-69
di Germano Celant
editore: Quodlibet
pagine: 214
Il periodo tra il 1966 e il 1969 è segnato da sintomi di uno sconvolgimento artistico, risultato anticipatorio delle vicende l
Che cos'è la filosofia?
di Giorgio Agamben
editore: Quodlibet
pagine: 156
Alla domanda "che cos'è la filosofia" - una questione che si pone tardi e di cui si può parlare solo fra amici - Agamben, in q
Setta. Scuola di tecnica drammatica
di Claudia Castellucci
editore: Quodlibet
pagine: 435
"Setta" ha una finalità trasparente e dichiarata: la scuola; e una struttura intimamente connessa a questa finalità: gli esercizi e le giornate. L'eserciziario giornaliero che compone l'opera tende sì alla fondazione di una scuola di tecnica drammatica, ma questa scuola: a) non è la scuola dell'autrice; b) non è un luogo in cui si impara a diventare attori apprendendolo dalla bocca di maestri di quest'arte; c) non è nemmeno un luogo; d) è una dimensione della conoscenza, non uno snodo nella trasmissione della stessa. Una formula come: spazio collettivo ma non comunitario (ovvero non affettivo) volto allo sviluppo di una conoscenza agonistica (ovvero non pacificata) della realtà, potrebbe qualificare la sobria visione di Claudia Castellucci, equidistante da ogni tentazione magistrale così come da quella passiva e corriva tradizione che consiste nel distillare piamente, 'ad usum puporum, un lascito dalla propria esperienza, e attenta invece soprattutto al paradossale meccanismo della "setta": un procedimento acritico destinato strutturalmente a produrre le condizioni soggettive dell'azione. Anche dell'azione teatrale.
La Bibbia ebraica. Parola, testo, interpretazione
di Franz Rosenzweig
editore: Quodlibet
pagine: 249
Franz Rosenzweig dichiarò un giorno che il mondo ebraico tedesco aveva manifestato un vero interesse per lui soltanto quando erano usciti i primi volumetti della Bibbia ebraica nella nuova traduzione che stava realizzando insieme all'amico Martin Buber. Eppure, da alcuni anni il giovane filosofo era attivo a Francoforte come direttore di un pionieristico istituto di cultura ebraica ed era noto per avere scritto nel 1921 "La stella della redenzione", un'opera di grande respiro con la quale introduceva nella filosofia le categorie fondamentali della tradizione biblica (creazione, rivelazione e redenzione) e ridisegnava il travagliato rapporto tra ebraismo e cristianesimo. Gli scritti compresi nel presente volume furono elaborati per gran parte negli ultimi anni della sua breve esistenza e sono tutti connessi benché in modi diversi - alla traduzione della Bibbia ebraica, impresa che aspirava a confrontarsi con le grandi versioni bibliche del passato, in particolare con quella di Lutero, da cui è scaturita la lingua letteraria tedesca.
Il canone del tè. Testo cinese a fronte
di Yu Lu
editore: Quodlibet
pagine: 225
Da quando l'Oriente cinese e giapponese ha creato un'estetica sulle foglie della pianta Camellia sinensis e ha coltivato fino alla perfezione il rito della degustazione dell'infuso, molti trattati sono stati scritti sull'arte di preparare il tè, ma uno solo è rimasto nei secoli l'archetipo, la base di tutti i testi: il Chajing, il Canone del tè, il più antico e il più importante trattato al mondo sulla coltivazione, la preparazione, l'uso e gli echi letterari del tè. Fu composto intorno al 758 dal letterato e poeta Lu Yu, che con questo libro dette un fondamentale impulso alla cultura del tè e ne fissò lo spirito. Alieno da ogni preoccupazione per l'esteriorità, Lu Yu insegna che le circostanze e il luogo della degustazione non sono che accessori, ed è quindi possibile variare l'etichetta in accordo all'ambiente, al numero degli ospiti e al loro rango. Le pagine del Canone si configurano così come un affascinante e rigoroso manuale tecnico di milleduecento anni fa e costituiscono un'opera di sottile poesia e un sacro testo dell'antico Oriente, accessibile nella traduzione dal cinese, corredata di un ampio apparato di note filologiche e storiche.
Imparare dalla Luna
di Stefano Catucci
editore: Quodlibet
pagine: 206
La Luna torna al centro dei programmi di esplorazione dello spazio e i suoi futuri visitatori troveranno ad attenderli un'attrattiva senza paragoni: i primi parchi archeologici della presenza umana fuori dalla Terra. Già in previsione delle missioni robotiche, la Nasa ha proposto di limitare l'avvicinamento ai siti storici degli allunaggi per proteggere le zone calpestate dagli astronauti più di quarant'anni fa e tutelarle da possibili contaminazioni. Quale valore possiamo però attribuire alle tracce lasciate dagli uomini sulla Luna? E perché considerare come un tesoro culturale anche i rottami, gli scarti, la zavorra in cui consiste la maggior parte degli oggetti che vi si trovano? Imparare dalla Luna significa esaminare i paradossi della sua imminente trasformazione in museo per ricavare indicazioni su fenomeni che oggi, sulla Terra, rappresentano l'altra faccia del dominio della tecnica: la logica del turismo, il nostro rapporto feticistico con le cose del passato, la confusione fra testimonianza storica e spettacolo. Significa, in altre parole, provare a risvegliarsi dal XX secolo e dai modelli di sviluppo che l'hanno caratterizzato.
La Madonna Sistina di Raffaello. Storia e destino di un quadro
di Eugenio Gazzola
editore: Quodlibet
pagine: 167
Questo libro è un percorso attraverso le innumerevoli storie che la Madonna Sistina, la maestosa opera creata da Raffaello tra il 1512 e il 1513 (esattamente cinque secoli fa) ha attraversato e ha ispirato. Una narrazione, articolata e avvincente, delle sue peregrinazioni: dal monastero benedettino di San Sisto a Piacenza, per il quale fu commissionata da papa Giulio II, alla collezione di opere d'arte di Augusto III di Sassonia a Dresda, fino all'approdo a Mosca - portata in trionfo dalla vittoriosa Armata Rossa -, dove fu idolatrata dai russi come raramente era capitato a una icona non ortodossa, e quindi il ritorno a Dresda, la sua "patria tedesca", al culmine di una nebulosa trattativa non priva di intrighi. Il libro è anche l'esposizione dell'impatto che lo spazio post-rinascimentale e pre-cubista di questo quadro ebbe sull'arte contemporanea, da Cézanne a Picasso, da Malevic a Schwitters, fino a Warhol, divenendo in breve l'immagine più famosa e riprodotta del mondo. Ma è inoltre un'esperienza più intima, un racconto di sguardi, un catalogo delle molteplici, e sempre profonde, impressioni che la Madonna Sistina produsse in uomini tanto diversi fra loro - Dostoevskij e Freud, Goethe e Schopenhauer, Florenskij e Benjamin, Hegel e Nietzsche -, fino alla sorprendente esclamazione di un sergente sovietico, il quale così descrive la sua meraviglia di fronte al quadro ritrovato in un tunnel ferroviario dove era stato nascosto dai tedeschi per proteggerlo dai bombardamenti...