"Il libro dei dodici sapienti" costituisce una delle prime manifestazioni culturali prodotte dal particolare sincretismo che si genera nella penisola iberica fra il regno di Fernando III e quello di suo figlio Alfonso X. In questa fase, nella quale convivono tradizioni assai diverse (araba, ebraica e cristiana), la monarchia castigliana è attenta a costituire un regno solido che ha fondamento nella precettistica filosofica e gnomico-sapienziale. All'ingente quantità di opere tradotte dall'arabo al castigliano, o al latino, fa riscontro la necessità di creare un testo che rifletta il delicato momento in cui vive la monarchia. Da qui la necessità di un manuale che metta a fuoco sia come il re debba governare il regno, con particolare riferimento alla corte, sia il ruolo da assumere rispetto alla giustizia, all'organizzazione militare e ai rapporti con gli ordini religiosi e cavallereschi. "El libro de los doze sabios" è uno "specchio per principi" che, pur non essendo una traduzione, sa sintetizzare perfettamente la tradizione precettistica orientale e quella occidentale.
Il libro dei dodici sapienti

titolo | Il libro dei dodici sapienti |
Curatore | G. Lalomia |
Argomento | Letteratura e Arte Letteratura e Linguistica |
Collana | Biblioteca medievale |
Editore | Carocci |
Formato |
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Pagine | 143 |
Pubblicazione | 2013 |
ISBN | 9788843063741 |