Critica della ragion burocratica

Critica della ragion burocratica

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La burocrazia si è prestata storicamente a interpretazioni in netto contrasto tra di loro: da un lato, la lettura di Max Weber che la assimila a un processo di progressiva razionalizzazione della società; dall'altro lato, una lettura critica, per lo più anglosassone, che vi intravvede soltanto gli aspetti negativi, gli eccessi formali e il carattere autoreferenziale. La critica della ragion burocratica cerca invece di inserire la burocrazia nell'ambito di un dispositivo immunitario a priori, che gestisce e organizza le molteplicità sociali attraverso la produzione di infiniti documenti. I suoi tratti negativi - distrazione, differimento, cronicizzazione, inazione - costituiscono delle precise tecniche immunitarie finalizzate a contenere il rischio sociale sia endogeno che esogeno. Grazie a questa struttura, la burocrazia non riguarda più solo l'amministrazione pubblica, ma anche gli ambiti ben più ampi dell'economia, della scienza, della medicina, della scuola, della vita privata. È nato il "soggetto burocratico", i cui tratti talvolta perversi, insensati ed eccessivi segnalano un'evidente situazione di impasse all'interno delle società occidentali.