È una passione amorosa violenta a tormentare le protagoniste di Medea (431 a.C.) e Ippolito (428). Per vendicarsi del tradimento di Giasone, Medea uccide i propri figli; sconvolta dal rifiuto di Ippolito, il figliastro di cui è follemente innamorata, Fedra ne provoca la morte. La tematica amorosa predomina nel teatro greco alla fine del V secolo a.C. e il conflitto tragico nasce nello scontro tra forze elementari della passione umana. In queste tragedie Euripide lancia un monito contro due errori distruttivi in cui la società e l'individuo rischiano di scivolare senza rimedio: l'esclusione del "diverso" dalla sfera della morale costituita, cieca ai fermenti più nuovi e urgenti, e il rifiuto di accettare in sé le varie componenti della natura umana, anche quelle vincolate alla fisicità della materia, senza le quali l'uomo altro non è che un essere dimezzato.
Medea-Ippolito. Testo greco a fronte
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titolo | Medea-Ippolito. Testo greco a fronte |
Autore | Euripide |
Curatori | D. Del Corno, M. Cavalli |
Traduttore | R. Cantarella |
Argomento | Letteratura e Arte Classici |
Collana | Oscar classici, 191 |
Editore | Mondadori |
Formato |
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Pagine | 288 |
Pubblicazione | 2019 |
Numero edizione | 29 |
ISBN | 9788804715740 |
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