Vita e pensiero: Università/Media spettacolo e processi culturali/Ricerche
Il teatro e gli orizzonti del sacro
di Sisto Dalla Palma
editore: Vita e pensiero
pagine: 192
In un momento di crisi del teatro, occorre pensare la scena in un luogo delle origini, a cercarvi un supplemento di senso che non aiuti solo a spiegare la genesi del teatro, ma fornisca indicazioni e modelli per una ripresa di iniziativa che protegga il teatro dalla deriva del senso.
Le riflessioni qui raccolte e sviluppate nell’arco di tanti anni, muovono dalle grandi matrici rituali del mondo antico, in cui la scena è il luogo dell’apparizione di Dio e poi della sua illustrazione e commento, del confronto col sacro sino al suo occultamento. Le matrici mitico-rituali costituiscono un sistema complesso, che organizza le relazioni sociali, protegge dal divenire della storia e le conferisce un senso. Le forti intenzionalità collettive presenti nelle strutture di festa, sono declinate nel corso del tempo in orizzonti prima religiosi, poi mondani e laici sino alla cancellazione e dispersione in atto nel nostro tempo.
La dimensione della comunità è sempre sullo sfondo di questi ragionamenti, sia che riverberi nella condizione sofferta e affascinante dell’attore che si offre al coro come geroglifico vivente, sia che essa si manifesti come origine e fine di ogni rappresentazione nelle singolari traversate della scrittura operate da Dante, Manzoni, Bernanos: è questo un itinerario teatrale tutto mentale che si situa al vertice di un discorso, la cui polarità avversa è testimoniata da Artaud, che riapre il discorso sull’essenza della rappresentazione. La dialettica tra persona e comunità diventa così l’istanza ineludibile di una drammaturgia che cerchi di riprendere il colloquio col sacro, come nella lotta notturna di Giacobbe con l’angelo.
Dallo schermo alla carta
Romanzi, fotoromanzi, rotocalchi cinematografici: il film e i suoi paratesti
di Raffaele De Berti
editore: Vita e pensiero
pagine: 176
Tra i primi anni Dieci e la metà degli anni Cinquanta del Novecento il consumo di film coinvolge un pubblico vasto e di divers
La musica a Milano, in Lombardia e oltre
Volume secondo
editore: Vita e pensiero
pagine: 440
Durante la presentazione del libro La musica a Milano, in Lombardia e oltre, nel dicembre 1996, il curatore espresse la promessa (ovvero il desiderio) che un secondo volume sarebbe apparso due anni dopo. Sapeva benissimo di mentire. Perché fin da allora sapeva che i due anni sarebbero diventati tre.
Il secondo volume è finalmente qui. Un libro che integra il discorso fatto in precedenza, ossia sul ruolo non certo secondario della musica a Milano e nelle province finitime con un repertorio fittissimo di comprimari, secondo uno scambio culturale non solo italiano ma europeo.
Gli autori di questo secondo libro sono tutti allievi o collaboratori dei corsi di Storia della Musica, quasi tutti gli stessi che parteciparono al precedente volume: insomma degli «specialisti». Da uno studio di Vittorio Gibelli, scomparso nel frattempo, dedicato a Biagio Marini, inizia la serie di contributi che dal secolo XVII si porta al XX, spaziando tra autori, città e archivi. Così, all’inizio del nuovo millennio, si pone ancora in luce quella «fertilità lombarda» che anima il gruppo e che è stata riconosciuta precedentemente dalla critica più attenta. E che merita forse la fiducia di un altro «compagno». La speranza, si sa, è fortunatamente dura a morire.
Film, sapere, società
Per un'analisi sociosemiotica del testo cinematografico
di Ruggero Eugeni
editore: Vita e pensiero
pagine: 168
Gli studi sui fenomeni storici e sociali legati al cinema da un lato e le analisi semiotiche dei testi filmici dall'altro hann
La musica a Milano, in Lombardia e oltre
Volume primo
editore: Vita e pensiero
pagine: 332
1600-1900: tre secoli di storia attraverso musicisti che svolsero la loro attività a Milano, in Lombardia e poco oltre, insomma entro confini che talvolta vanno un poco dilatati dai circoscritti limiti regionali. E questa è un'esperienza nuova per la musicologia lombarda, che da Milano s'irraggia sulle province finitime. I vari secoli attribuiscono alla Lombardia un ruolo primario nella vicenda musicale non solo italiana, secondo una ricerca che si va svolgendo da anni presso i corsi di Storia della Musica dell'Università Cattolica, nonché presso la sezione lombarda dell'A.M.I.S. Senza dire che la riverberazione di echi europei assume, nel secolo scorso, un ruolo di “leader” nel quadro della vita e della società italiana: basti pensare al ben noto privilegio della Scala, che è teatro del mondo e non soltanto di una città e di una regione.
La storia del ricchissimo patrimonio lombardo va quindi articolata secondo i vari indirizzi che si snodano da tutta questa tradizione musicale, di cui il presente libro può essere solo una sorta di premessa e che quindi richiederà una prossima integrazione. Gli autori di questo libro hanno età e culture diverse, però tutte riconducibili alla loro appartenenza, come allievi ed ora collaboratori, ai corsi di Storia della Musica svolti da un quarto di secolo all'Università Cattolica. Sarà opportuno presentare questi collaboratori, secondo la disposizione storica dei loro saggi: Vittorio Gibelli, Maurizio Padoan, Umberto Scarpetta, Luigi Chiavarone, Andrea Luppi, Luigi Inzaghi, Fabrizio Dorsi, Ettore Borri, Enrico Girardi, Piera Anna Franini, Giuliano Tonini, Giancarlo Landini. Un elenco che non vuole definire identità accertate ed altre acerbe, quanto ritrovare presenze già individuate, ove il nome del curatore del volume vuole di proposito confondersi tra di loro, da docente a discente. Ché l'apostolato fa strada ed altri «catecumeni» musicologici stanno già apparendo all'orizzonte: a dire insomma che questo libro potrà forse trovare un compagno: speriamo presto.