Passigli
Dopo l'inverno e altri racconti indediti
di Kate Chopin
editore: Passigli
pagine: 155
Introdotti da una breve riflessione dell'autrice, "Dopo l'inverno" raccoglie una serie di racconti che vengono per la prima vo
Poesie per Lou e altri versi d'amore
di Guillaume Apollinaire
editore: Passigli
pagine: 137
Nato a Roma nel 1880 e scomparso precocemente nel 1918 a causa dell'influenza "spagnola" che lo aveva trovato già debilitato i
La guerra (1936-1937)
di Antonio Machado
editore: Passigli
pagine: 72
È difficile capire per quale strana ragione la raccolta "La guerra", pur essendo stata pubblicata dallo stesso Antonio Machado
Meditazione
di Franz Kafka
editore: Passigli
pagine: 71
Vicino all'istmo di Panama, ad Aspinwall, è appena morto lo storico guardiano del faro, e va trovato subito un sostituto dispo
Nel cielo nero dell'Italia. Poesie e prose
di Aleksandr Blok
editore: Passigli
pagine: 151
Aleksandr Blok viaggiò in Italia insieme alla moglie Ljuba nel 1909
Un intenso venire
di Marisa Papa Ruggiero
editore: Passigli
pagine: 79
«... Sono - le poesie di questa raccolta - delle stratigrafie, dei calchi, delle sismografie, delle rilevazioni materiali e materiche, che non si chiudono mai in un senso univoco, ma mimano e distendono un fatto che sta avvenendo, ancora, continuamente, come eco e prolungamento e continuazione di una ferita originaria. La terra si eretta, si spacca, si apre in faglie, e nella frattura si produce un'energia sismica, tellurica, che è il vero centro, oscuro, di questa poesia. Inutile sarebbe infatti tentare degli addomesticamenti di un verbo così riluttante a ogni intesa, a ogni adescamento, a qualsiasi minuetto o tentativo di colloquio. Si tratta, invece, di un monologo ansioso e fermentante, anche dove trapeli o si accampi l'esistenza di un 'tu' complementare, sognato o evocato. Il corpo della terra, il corpo di carne si scambiano i ruoli e la scena. E sempre un sommovimento, uno smottamento, uno slittare di strati, un affondare di semi nel profondo, dove il destino si compie, avviene...» (Dalla prefazione di Daniele Piccini)
Domani
di Joseph Conrad
editore: Passigli
pagine: 64
Piccolo capolavoro del grande narratore, "Domani" ("Tomorrow", 1903) è il racconto di un'ossessione - quella egoista del vecchio capitano Hagberd, che trascorre le sue giornate in attesa del ritorno del figlio, fuggito di casa per cercare fortuna sul mare - ma è anche il racconto di un'altra attesa, quella della giovane Bessie, l'unica persona del piccolo porto di mare che dà ancora ascolto al vecchio, cercando di consolarlo. A poco a poco, infatti, anche Bessie comincia a intravedere per lei una speranza legata a quel ritorno. Come nel racconto "Amy Foster", da poco pubblicato in questa stessa collana, anche qui Conrad delinea splendidamente il destino di due personaggi diversissimi tra loro eppure legati dalle circostanze della loro vita; un destino che niente può più cambiare, neppure il ritorno, ormai insperato, di quel figlio.
Storie di New York
di Edith Wharton
editore: Passigli
pagine: 176
Il rapporto tra Edith Warton e la sua città natale, New York, è un rapporto molto controverso. Edith Wharton lasciò New York per la sua adorata Parigi nel 1907. In quegli anni la società di Manhattan era molto arretrata rispetto alle capitali europee: carrozze splendenti, balli di debuttanti, splendidi appartamenti sulla Fifth Avenue, ma una società nella quale imperava soltanto il dio denaro: ragazze della società più blasonata ma in difficoltà economiche corteggiavano giovani industriali, vedove rispettabili si fanno amanti di parvenus... una società, insomma, nella quale la cultura puritana si mescolava drammaticamente alla cultura del denaro. Ciò che affascina la Wharton sono proprio i punti deboli del sistema di valori della vecchia società di New York, una città nella quale, tuttavia, grazie anche ai viaggi in Europa, si fa spazio una nuova élite che con il tempo modificherà la cultura della città. Edith Wharton ha parlato di New York come di una prigione, ma in questi racconti si avverte sotto traccia anche il suo grande amore per la sua città natale.
Il tesoro di Franchard
di Robert Louis Stevenson
editore: Passigli
pagine: 119
"Se non ha mai cercato tesori nascosti, si può facilmente affermare che Henry James non è mai stato un bambino": questa fu la
Fuoco fatuo
di Pierre Drieu La Rochelle
editore: Passigli
pagine: 125
Agli inizi di novembre del 1929, a poco più di trent'anni, si suicidava Jacques Rigaut. Lo scrittore stava ancora tentando di disintossicarsi dall'alcool e dagli stupefacenti, ma il suo suicidio era un destino cui pareva impossibile sottrarsi. In altri tempi aveva ancora potuto scrivere: "Non ci sono ragioni per vivere, ma neppure per morire. La sola maniera che ci resta per testimoniare il nostro sdegno verso la vita è accettarla". Ma il tempo per lui era ormai venuto, e il suo suicidio venne eseguito con estrema cura, dalla scelta dei vestiti, alla cravatta intonata e ben annodata, allo scrupolo di non commettere errori prendendo le misure con un righello per essere sicuro che la pallottola centrasse il cuore. Drieu La Rochelle era amico di Rigaut e quella morte fu per lui un colpo molto profondo. Rigaut era già entrato nelle opere di Drieu quando ancora era vivo, nel racconto "La valigia vuota" del 1921; dopo la sua morte, divenne il protagonista dell'abbozzo narrativo "Adieu à Gonzague", ma, soprattutto, costituì il modello del romanzo "Fuoco fatuo" (1931), che resta probabilmente il suo capolavoro. Rigaut torna qui nei panni di Alain, drogato, scrittore fallito, dandy perennemente squattrinato; il romanzo ne segue l'ultima parabola, nell'arco di un giorno e di una notte, un breve, intensissimo pellegrinaggio per le vie di una città sempre più deserta, alla ricerca disperata di un appiglio per continuare a vivere.
Tra le montagne
di Israel J. Singer
editore: Passigli
pagine: 123
Il titolo di questo racconto, peraltro scelto dallo stesso Israel Singer, è un po' fuorviante: è vero che la maggior parte del
Tol. Storia di una vendetta
di Murat Uyurkulak
editore: Passigli
pagine: 299
Da Istanbul a Diyarbakir, in terra curda, un treno corre lungo un'immensa steppa. A bordo c'è Yusuf, che non ha più né padre né madre, e neppure un nome: Yusuf è un sospetto agli occhi di un potere sempre più totalitario, e lascia alle spalle la sua città attraversando un paese scosso da una serie di attentati. Davanti a lui c'è 'Poeta': un terribile segreto sembra legarli indissolubilmente... Apparso nel 2002, e subito acclamato come uno dei migliori romanzi della nuova narrativa turca, "Tol" (parola curda che significa 'vendetta') è sì la storia di una vendetta, come recita il sottotitolo, ma è anche la storia di una misteriosa e paurosa odissea tra le colline dell'Anatolia e i guerriglieri del Kurdistan, sulle tracce di una rivoluzione impossibile: un viaggio nella geografia, nella storia e nell'anima di un paese, la Turchia, che è ancora oggi al centro dell'interesse del mondo intero, sia per la sua posizione strategica, sia per il suo complesso e contraddittorio cammino verso un'evoluzione democratica che pare ancora lontana.