Sellerio Editore Palermo
L'invenzione
di Alberto Vigevani
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 171
Sullo sfondo di una bellissima Milano, in una periferia borghese tra le due guerre attraversata da filari di tigli, si svolge
La morte non è cosa per ragazzine
di Alan Bradley
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 404
A Bishop's Lacey, il paesino addormentato dove dimora l'undicenne Flavia de Luce, qualche scompiglio e un po' di bizzarria sono portati da una strana coppia. Sono Rupert Porson e la compagna Nialla: un guitto che recita spesso quando parla e una maliarda dai capelli rossi, burattinai di fama televisiva, con il loro furgone pieno di marchingegni teatrali e marionette. Ma che ci fanno i due in quell'angolo di tradizione incastrato nella campagna inglese anni Cinquanta ? Davvero sono lì solo per recitare II fagiolo magico in parrocchia? A Flavia basta un'ombra di mistero per eccitarsi e le sue due passioni convergenti del delitto e della chimica trovano uno sfogo comune. E infatti è la chimica a offrirle il primo spunto per le sue scoperte indiscrete e curiose. Fuggendo ad ogni momento dal maniero semirovinato, dove il suo tempo trascorre tra il laboratorio, un litigio con le sorelle e un tè con il padre, incontra strane persone: una matta che gira per il bosco e sembra conoscere segreti, un tedesco ex prigioniero di guerra bello come un dio; orecchia di nascosto sospette conversazioni; apprende dal dolore insano di una madre la storia di un bambino morto impiccato. Fino a che si trova ad essere spettatrice di un'altra, clamorosa, morte, carica di un sinistro simbolismo, continuazione forse di un più antico enigma. «È normale a 11 anni essere inaffidabile» ma stavolta Flavia rischia grosso.
Uccidimi
di Bill James
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 324
Un sanguinoso conflitto a fuoco scoppia a turbare la pace criminale che regna nell'immaginaria città inglese in cui Bill James ambienta i suoi schemi polizieschi, ramificati come giochi di strategia o mosse di una partita a scacchi tra l'ordine e il delitto. All'Eton, un elegante locale che la mala usa come piazza di spaccio per gente bene, dei sicari freddano a pistolettate due clienti. Uno stupido errore, perché i proiettili avevano come vero bersaglio una giovane agente sotto copertura, pedina in realtà di un doppio gioco. Da questo imbroglio comincia una vertiginosa danza, in cui girano Naomi, l'infiltrata che ha sete di vendetta; i caporioni della polizia, divisi da segreti obiettivi sotto un dirigente imbelle; le due cosche cittadine in precario equilibrio tra accordo e tradimento; la criminalità «forestiera» dei colonizzatori londinesi potenti e sporchi di sangue in un modo impensabile per i provinciali. E ciascuno fa i suoi passi rispondendo o prevenendo o assecondando le mosse degli altri secondo calcolo e convenienza. E a volte per sentimento e senso di giustizia. La serie dei romanzi di questo gallese ex giornalista di nera che immagina drammi criminali come metafora del capitalismo thatcheriano anni Ottanta, ha come protagonisti poliziotti e boss mafiosi, con le loro comparse, che nel corso degli anni, intrigo dietro intrigo, amministrano un ordinato disordine come accorti manager del delitto. Intanto le loro vite private si svolgono quotidiane, affettuose, a romantiche, a pietose, a stressate, mentre qualcuno ogni tanto muore. E a fine lettura si ha la sensazione di aver partecipato a una simulazione pratica di teoria delle decisioni criminali.
Il nascondiglio
di Christophe Boltanski
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 277
La storia dei Boltanski è quella di una stravagante famiglia intellettuale che ha vissuto per anni in uno spazio circoscritto, un appartamento in rue de Grenelle, a Parigi, e qui ha costruito tutto il proprio mondo. Il racconto della loro vicenda segue la struttura dell'abitazione e attraversa in maniera progressiva ogni stanza, collocandovi via via gli eclettici personaggi. E un cammino che inizia nel cortile dov'è parcheggiata la Fiat Cinquecento e prosegue verso la cucina, l'ufficio, il bagno e le camere da letto, fino al luogo clou, «l'entre deux», il nascondiglio letteralmente incastrato tra le mura dove il nonno Etienne, ebreo, ha vissuto nascosto per quasi due anni per sfuggire alla deportazione. Il padre di Etienne, il bisnonno, era emigrato in Francia nel 1895 da Odessa, dopo aver abbandonato il sogno di diventare cantante lirico. A Parigi trova lavoro come operaio alla Citroën, e durante la Prima guerra mondiale conosce la futura moglie, la bisnonna Niania, infermiera. Etienne sarà il loro unico figlio, ed è lui, il medico malinconico, la figura centrale del romanzo, assieme alla moglie Myriam. La donna viene dalla Bretagna dove è stata cresciuta dalla matrigna, ed è claudicante a causa della poliomielite avuta da bambina, ma che rinnega con tutti. Sono la sua forza impetuosa e il carattere autoritario a mantenere saldo intorno a lei l'intero clan. Per raccontare il vertiginoso collage identitario da cui proviene, un corpo unico dalle membra molteplici, Christophe Boltanski ha interrogato i parenti, grattato nei ricordi d'infanzia, indagato nelle tracce lasciate dagli antenati, redatto uno scrupoloso inventario dell'appartamento. Con grande ironia ne scaturisce l'emozione di una libertà reinventata ogni giorno, un anticonformismo esasperato, nevrotico e creativo, il paradosso di uno spazio chiuso e limitato che contiene invece tutto e tutti: «Noi che fluttuavamo senza appigli, senza radici, noi che per le nostre origini bizzarre, per le nostre abitudini particolari, per il nostro rifiuto o la nostra incapacità di far parte di un qualsiasi gruppo etichettabile, pensavamo di essere diversi dagli altri, al punto da vivere ripiegati su noi stessi, in fin dei conti assomigliavamo a tutto il resto del mondo».
Torto marcio
di Alessandro Robecchi
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 415
"È qualcosa che viene dal passato
La volpe alla mangiatoia. Una favola di Natale
di Pamela Lyndon Travers
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 96
«Natale è arriva-a-a-to / Natale è arriva-a-a-to/Il Re d'Israele è na-a-a-to, cantavano i ragazzi del coro, lanciando, come strilloni musicali, la lieta novella per tutta la cattedrale fin su nella vasta cupola oscura. Il silenzio piombò come un tuono, e fu rotto soltanto da uno scalpiccio di scarpe nere sotto rosse tuniche e da un decoroso schiarirsi di gole, quasi apologetico, ehm, ehm, ehm, giù per tutta la fila. Poi il maestro del coro alzò il dito. Come ipnotizzato il coro stette a fissarlo raccogliendo il fiato per il prossimo sforzo. Il dito si agitò: uno, due! Ed ecco i narratori della novella, così vecchia e così nuova, partirono ancora una volta, a voce spiegata, a raccontarla in una diversa versione». P. L. Travers (1899-1996) è la creatrice di Mary Poppins: una decina di libri dal 1934, amati da generazioni. Scrisse anche poesie e saggi. E racconti sparsi in cui l'umore, severo, paradossale, affettuoso, di quel personaggio è dominante. Come questo del 1962 che inscena la prima messa di Natale dopo la fine della guerra nella cattedrale di St Paul a Londra. Frutto inatteso della suggestione, una selvaggia volpe rossa porta al Bambino un dono che solo lei può dare, circondata dall'inutile disprezzo dei mansueti animali della mangiatoia. Una vicenda della natività dal punto di vista di Reynard, la volpe; mentre corrono i commenti di tre bambini, magnifici nel loro tagliente umorismo naturale. Dalla penna di una scrittrice che sapeva ripetere la geniale facoltà infantile di spremere il surreale dalla realtà.
Storie di Natale
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 299
Una grande conchiglia sonante è il simbolo del Natale di Tridicino, pescatore di Vigàta, nella storia di Andrea Camilleri, decisamente mitico-mediterranea, in contrasto con lo spirito fiabesco e invernale. Anche i racconti che seguono parlano di Natali straordinari, e fuori dai migliori (o dai peggiori e più comuni) sentimenti, immaginati da alcuni tra i più originali scrittori del momento. Quello di Giosuè Calaciura è forse un racconto morale sulla diversità e la sua conciliante poesia. Antonio Manzini, intreccia una Vigilia beffarda ai danni di un poveraccio vittima dell'ingiustizia, di classe, dell'amore. L'eroe natalizio di Fabio Stassi è un detenuto in trasferimento verso un'isola. In un laboratorio misterioso nel mare greco si svolge l'avventura onirico virtuale inventata da Francesco Cataluccio. Il pranzo di Natale nell'autogrill isolato nella neve è comico assurdo e cinicamente ironico, specchio autentico dell'umanità come è per Francesco Recami. Alicia Giménez-Bartlett rappresenta un Natale borderline, claustrofobico, come può essere quello con la sola compagnia casuale di una fanatica religiosa. Così "Storie di Natale" forma un campionario molto vario delle versioni possibili del classico racconto: un Natale che persiste perché non può che resistere nel desiderio di ognuno, ma si sfilaccia, si deforma, si modella sulle vite d'oggi.
Una vita come tante
di Hanya Yanagihara
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 1094
In una New York fervida e sontuosa vivono quattro ragazzi, ex compagni di college, che da sempre sono stati vicini l'uno all'altro. Si sono trasferiti nella metropoli da una cittadina del New England, e all'inizio sono sostenuti solo dalla loro amicizia e dall'ambizione. Willem, dall'animo gentile, vuole fare l'attore. JB, scaltro e a volte crudele, insegue un accesso al mondo dell'arte. Malcolm è un architetto frustrato in uno studio prestigioso. Jude, avvocato brillante e di enigmatica riservatezza, è il loro centro di gravità. Nei suoi riguardi l'affetto e la solidarietà prendono una piega differente, per lui i ragazzi hanno una cura particolare, una sensibilità speciale e tormentata, perché la sua vita sempre oscilla tra la luce del riscatto e il baratro dell'autodistruzione. Intorno a Jude, al suo passato, alla sua lotta per conquistarsi un futuro, si plasmano campi di forze e tensioni, lealtà e tradimenti, sogni e disperazione. E la sua storia diventa una disamina, magnifica e perturbante, della crudeltà umana e del potere taumaturgico dell'amicizia.
Pensieri di un ottuagenario. Alla ricerca della libertà nell'uomo
di Achille Occhetto
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 217
«Questo libro di Achille Occhetto ha la natura di un giornale di bordo. Le sue pagine consegnano a chi legge il resoconto di una complicata navigazione. Di un viaggio tortuoso, in cui l'autore registra con veridicità e passione il va e vieni, gli intoppi e le oscillazioni della sua ricerca. E la ricerca prende le mosse da una convinzione meditata e "inattuale": quella secondo cui l'agire politico deve avvalersi degli esiti dell'indagine intellettuale, sia essa dovuta allo sviluppo dell'impresa scientifica o alle avventure di idee dell'esplorazione filosofica. Il tema dominante è quello del rapporto fra necessità e libertà. Occhetto imbraccia, sin dalle prime pagine, la sua lanterna di Diogene e si impegna a gettar luce su una vasta gamma di problemi e di dilemmi che si delineano a chi si metta in viaggio alla ricerca dello spazio della libertà umana. «Il viaggio è tortuoso: vi sono incontri ineludibili e incontri inaspettati. Così, la ricerca assomiglia a un vagabondaggio 'à la Montaigne' nei territori di differenti saperi, a partire da quelli scientifici e filosofici. [...] Achille Occhetto è una persona che ha dedicato la sua vita alla politica come vocazione. È stato un leader politico che si è assunto, soprattutto nel corso degli anni Ottanta e Novanta del secolo breve, responsabilità severe e si è impegnato come dirigente in scelte tanto difficili quanto lungimiranti per le prospettive di una sinistra fin de siècle che traghettasse il meglio della sua tradizione in un progetto innovativo e sperimentale, abbandonandone con consapevolezza il peggio, i tratti oscuri e condannati senz'appello dalla storia e dallo sviluppo di complesse trasformazioni e vicende. Occhetto è stato, negli anni dell'incertezza e dell'inaspettato, nel giro di boa affannoso di fine secolo, l'ultimo segretario del Pci e il primo segretario del Pds. Questa passione persistente per l'impegno politico e civile è, nelle pagine di 'Pensieri di un ottuagenario', il vero motore della ricerca. Ne è la motivazione radicale.» (Dall'Introduzione dì Salvatore Veca)
La strada nel bosco
di Colin Dexter
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 468
Mentre è in vacanza nel Dorset, indugiando come al solito nei pub e fantasticando pensieri erotici e conquiste, Morse legge sul Times di un messaggio che la polizia ha girato al giornale. Contiene un poema che parla di un bosco e di una ragazza, e avverte che questa poesia, giustamente interpretata, fornisce la chiave per risolvere il caso della Fanciulla Svedese, una bella turista scomparsa e, pare, assassinata l'anno prima. L'articolo scatena la serie delle interpretazioni da parte dei lettori del giornale. A Morse vengono affidate le indagini riaperte, mentre il grosso della polizia è interessato a contrastare un'ondata di teppismo giovanile. Morse studia il poema, setaccia ipotesi tra le lettere inviate al giornale, combinandole con le proprie indagini sul campo e con gli interrogatori, di cui è maestro. E mentre dà il tormento al paziente Lewis suo sergente, il lunatico, simpatico ispettore capo si apre una strada verso la comprensione dei misteri del bosco. Morse è un investigatore di classica stoffa inglese, ma è una persona fuori da ogni schema, caratterizzata da difetti amabili, capricci, frustrazioni e fallimenti (spesso amorosi). Le sue indagini si inoltrano nei nodi della vita, nelle piccole intimità segrete delle case, capaci di esplodere nel delitto. Colin Dexter le racconta con un'ironia di straordinaria efficacia raffiigurativa che obbedisce in tutto e per tutto al precetto di Conrad: far udire, sentire, soprattutto vedere con la sola forza della parola scritta.
Il manoscritto di Dante
di Claudio Coletta
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 187
Due fogli bruciacchiati, vergati di una scrittura gentile che chiude con un verso: l'amor che move il sole e l'altre stelle. È l'unico autografo esistente della Divina Commedia di Dante, avventurosamente finito nelle mani di un nobile francese e custodito segretamente nel suo castello per settecento anni, in un culto familiare esclusivo tramandato come una primogenitura. Nario Domenicucci non immagina il labirinto di delitti e di misteri in cui si mette quando accetta dal collega francese Pujol di partecipare alla nuova inchiesta. Genovese tranquillo, ispettore della Europol, con un fragile amatissimo figliolo immerso in un suo mondo fatto di poesia, ha contribuito a risolvere un caso di finanza e criminalità. Adesso il funzionario francese con cui ha investigato gli chiede di restare ancora qualche giorno al lavoro a Parigi. In un lussuoso appartamento del Marais è stato rinvenuto il cadavere di Clothilde Dumoulin, milionaria, donna d'affari, ultima di una ricchissima famiglia. Assieme a lei abitavano le grandi stanze solo il glaciale maggiordomo, che è il primo testimone del delitto, e un segretario italiano, in realtà amante della signora, che è sparito. Nella casa, un caveau che è un piccolo prezioso museo di bellezze. Da qui, sono stati trafugati un Picasso, un Constable e soprattutto un piccolo, straordinario, Giorgione. Ed è il Giorgione che pone Nario in rapporto con la contessa Eleonore de Soissons. Un'ambigua, affascinante figura con cui inseguire una traccia di sangue e di secoli per arrivare alla mano assassina. Una mano amorosa e assassina. L'autore cita anche esplicitamente Maigret e le sue pagine hanno infatti la suggestione di un mistero criminale risolto più con l'immedesimazione del poliziotto negli ambienti e nelle psicologie.
Che Guevara aveva un gallo
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 262
Sul Paraguay, Emilio Salgari scrisse un'avventura (nel 1894) "tra selve, indios spietati e complotti politici". Per aver letto quel "Tesoro del presidente del Paraguay", ma anche perché lì vive il figlio Adriano impegnato in scavi archeologici nelle antiche reducciones dei Gesuiti, Beppe e Mirella, per il loro anniversario, decidono un viaggio insolito, in quello che appare loro "il paese in cui c'è posto per tutti i sogni": l'immenso territorio una volta vergine di selve umide dalla leggendaria impenetrabilità e meta inesauribile di "irregolari, pionieri, sognatori di mondi alternativi". Succede però che, giunti ad Asunción, all'ultimo domicilio il figlio è dato per sconosciuto. Beppe e Mirella partono così alla sua ricerca, dirigendosi dapprima verso le antiche colonizzazioni inghiottite dalla selva. Ma non sono soli: li accompagna, li protegge, li conduce Invención, una bella e abilissima guardia del corpo che conosce tutti i luoghi e le persone giuste. Sotto la sua guida, l'avventura diventa, per i due coniugi non più giovani, una progressiva identificazione nell'anima di un paese sterminato, dalla natura implacabile e dalla storia crudele. Invención li introduce nei misteri mitici delle selve e della gente degli sparsi isolati insediamenti. Poi in un viaggio alla fine delle utopie, nei malinconici "posti morti" dove "le meraviglie dei sogni e le miserie della realtà" hanno urtato tra loro: le libere repubbliche di "selvaggi" fondate dai Gesuiti.