Sellerio Editore Palermo
La cappella di famiglia e altre storie di Vigàta
di Andrea Camilleri
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 319
"La cronaca contorta e pazza di Vigàta è uno spinaio di furfanterie, sgangheratezze, deliramenti, e intrichi d'amore: un intreccio di balordaggini pubbliche e di magnifiche stolidezze private. Nel villaggio, l'innocenza è spesso un candore temerario, un'allucinazione; e l'onestà è il capolavoro di falsari della morale e del buonsenso caritativo. Lo stesso crimine è un refuso dell'intelligenza, una morbida beffa. E la tristezza nuda di un cimitero si presta agli esercizi di un petrarchismo peloso versato nel corteggiamento di una Lauretta in abiti vedovili e alla resa dei conti tra parenti. Il camposanto diventa una gremita e agitata piazza d'armi e d'amori. Ci si mette anche il caso, che porta a rovescio ciò che si vorrebbe fosse il dritto. Le apparenze ingannano. E la realtà contempla situazioni che proliferano. Gli amori clandestini fanno sì che si formino collezioni di famiglie. La strampalatezza eccitabile è una corrente elettrica incontrollata: accende reazioni a catena, contagi come da 'epidemia'; assurdità ossimoriche del tipo: 'Un morto si reca all'obitorio ma cade strada facendo'. Un dono di natura è capace di distorcere un'intera vita, e trasformare l'eletto in una 'macchina' digerente, priva di 'cuore', di 'cervello', di funzioni sessuali. L'arco cronologico è lungo. Va dal 1862 al 1950, dopo avere attraversato l'aria viziata di stupidità e dissennatezza del ventennio nero." (Salvatore Silvano Nigro)
Beresina. In sidecar con Napoleone
di Sylvain Tesson
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 188
Sylvain Tesson, instancabile viaggiatore capace di gesta estreme - dal giro del mondo in bicicletta all'attraversamento dell'Asia a cavallo e della catena himalayana a piedi - ha deciso di provare a vivere l'esperienza di Napoleone e della sua armata seguendo il cammino della Ritirata di Russia a bordo di un sidecar di fabbricazione sovietica. Per Tesson il fine non è solo quello della sfida e dell'impresa fisica: immergersi nel passato, nella tragedia di un esercito vinto, così come isolarsi nella solitudine di una capanna assediata dal gelo invernale, l'esperienza raccontata in "Nelle foreste siberiane", vuol dire cercare un punto di vista privilegiato per scrutare con occhi nuovi l'anima della nostra epoca. Da Mosca, il 2 dicembre, assieme a un geografo, un fotografo e due amici russi, ha inizio il lungo itinerario di 4.000 chilometri verso la Beresina, Smolensk, Orsa, Borodino, attraversando le desolate pianure e l'inverno fatale, come i veterani francesi decimati dalle truppe dello zar Alessandro. Durante il viaggio il gruppo cerca ispirazione nelle memorie del confidente dell'Imperatore francese, il generale Caulaincourt, ed esorcizza con l'aiuto della vodka gli orrori di quella letale agonia. Ripercorrendo l'itinerario della sconfitta con dei sidecar scassati lo scrittore racconta la tremenda sofferenza dei soldati. Per fedeltà verso chi li ha preceduti sul tragitto durissimo, i viaggiatori utilizzano solo mappe stradali, nessuna moderna tecnologia, e con una media di 300 km al giorno arriveranno a Parigi.
Sei casi al BarLume
di Marco Malvaldi
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 256
Questi sei racconti, con protagonisti i quattro vecchietti del BarLume e il barrista Massimo, sono stati pubblicati per la prima volta in diverse antologie poliziesche di questa casa editrice, a partire da "Un Natale in giallo" del 2011. Nell'inedita prefazione, a sua volta una sorta di racconto tra i racconti, l'autore, informando della genesi dei personaggi e delle situazioni, ricorda cose della sua gente e dei suoi luoghi così cariche di stranezze di paradosso e di umorismo naturale che si stenta a credere che non siano opera di finzione. "Poco di quello che esce dalla bocca di nonno Ampelio è inventato". Dunque le irriverenze, i giochi geniali di parole, le "sudicerie" oltre il politicamente corretto, il cinismo miscredente, gli strani figuri che si affacciano al bancone del bar, insomma: il clima irresistibilmente anarchico del paesino toscano di Pineta che tanto profuma di antica libertà municipale, viene tutto da un vissuto. Un vissuto messo in scena poi dalla pura arte dell'intratte-nimento letterario di Marco Malvaldi. "Arte di non inventarsi nulla" la definisce l'autore: ed essa spiega bene perché i vecchietti del BarLume buchino la pagina. Ma lo spiega anche un'altra qualità: nelle storie del Bar-Lume troviamo rappresentata e tramandata, con consapevolezza antropologica ma voltata al comico della commedia dell'arte, una radicata civiltà locale, una forma di vita popolare, come una delle tante tessere che compongono il mosaico dell'identità degli italiani.
Carne mia
di Roberto Alajmo
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 290
La storia di "Carne mia" finisce con due ragazzini che camminano ai margini di una strada, nel sud della Spagna. Qualche macchina passa accanto, rallenta, non si ferma; il ragazzo più piccolo, ancora un bambino, non smette di parlare, in un brusio continuo che si mescola al canto delle cicale. L'altro, invece, rimane zitto. Dai suoi pantaloni sbuca il manico di un punteruolo. Ma questa è la fine, prima c'è una vicenda ambientata negli anni Novanta al Borgo Vecchio, il quartiere popolare di Palermo incastonato ai margini della zona più prestigiosa della città. Qui la famiglia Montana campa grazie a una bancarella abusiva di frutta e verdura fondata dal padre. Poi una notte il padre, Calogero Montana, smette di tornare a casa, e la piccola attività dovrà essere portata avanti da moglie e figli. Due figli, Enzo il grande e Franco il piccolo, ma "il piccolo pare più grande del grande, e il grande più piccolo del piccolo". Entrambi lasciano la scuola per aiutare la madre e Franco, gran lavoratore, si getta nel mestiere; il secondo, all'opposto, voglia ne ha poca, e diventa ancora più inaffidabile quando s'innamora di una ragazza che è peggio di lui. I due fidanzati diventano sempre più strani, magri, consunti, ed estorcono quattrini alla madre in continuazione. A Franco tutto questo non piace. E poi, a complicare le cose, arriva pure un figlio. Anzi, due...
Lo specchio e l'alibi. Pagine di storia e d'altro
di Franco Cardini
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 264
La forza di chiarezza data da una grande cultura che va ben oltre il campo specialistico dell'autore, medievista; la funzione dell'analisi storica in quanto destinata a liberare dal pregiudizio certe categorie strumentalizzate dalla manipolazione del consenso; infine il gioco, il divertimento eletti a compagni della comprensione storica, allo scopo di trovare un antidoto a una scienza del passato che rinuncia alle grandi interpretazioni, ai grandi disegni. Sono i caratteri generali che immediatamente colpiscono il lettore di queste pagine. I temi specifici sono molti. Tra di essi: la domanda sull'utilità della storia in un'epoca che sembra aver eliminato il passato e con esso l'attesa del futuro; l'ambiguità occidentalista e carica di giudizi di valore del concetto Medioevo; l'influenza di eresie cristiane nella storia meridionale; la necessità di "disincantare" l'idea di Occidente (dopo quella di Oriente); l'uso politico insistente di un fallace ideale di crociata; l'alternativa difficile tra una visione delle radici cristiane dell'Europa e un'altra che le trova al contrario nella secolarizzazione; e altri. Ma particolarmente incisivi sono i capitoli finali dedicati alle Ucronìe. Sono finzioni, tra il gioco e l'ironica provocazione a non dimenticare l'universalità della comprensione storica: se Napoleone non fosse mai fuggito dall'Elba, se Tamerlano fosse dilagato in Europa, se l'Italia nel 1915 fosse rimasta nella Triplice alleanza, e via narrando una storia fatta con i se...
Il sentiero della speranza
di Dominique Manotti
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 403
Al Sentier, un quartiere parigino di immigrazione turca, è in corso uno sciopero dei lavoratori stranieri: chiedono il permesso di soggiorno e il libretto di lavoro. In un laboratorio clandestino di confezioni, viene rinvenuto il cadavere di una baby prostituta thailandese. Durante il sopralluogo, i due poliziotti che s'incaricano dell'inchiesta scoprono tracce di eroina. Questo connette l'omicidio al lavoro della squadra speciale del commissario Daquin, che indaga su una "rete turca" in seguito alla soffiata della polizia tedesca. La droga turca è nelle mani dell'estrema destra e rientra nei ramificati contatti di questa in quel marasma politico della regione tra Anatolia Iran Iraq... Siamo negli anni Ottanta del Novecento, nel pieno del boom della moda, agli inizi dell'ondata migratoria, quando nuovi eventi in quella parte del mondo si preparano a rovesciare la storia. Ma "una piccola prostituta thailandese strozzata e nuda non casca dal cielo in un laboratorio del Sentier". Così Daquin trova la pista che può portarlo in alto, verso traffici internazionali, dove tutto, dalla droga ai bambini alle armi alle guerre, si scambia e, come una piramide rovesciata che tocca il vertice di un'altra piramide, s'incontra col mondo degli affari onesti. E in quel punto di contatto, il poliziotto scova una donna inquietante. Le inchieste del commissario Daquin, poliziotto omosessuale senza complessi, sofisticato e deciso, mettono in luce un universo criminoso stratificato.
L'invenzione della Terra
di Franco Farinelli
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 154
"Che idea avevano della forma della Terra gli antichi, gli uomini del Medioevo e poi i moderni? Come se la immaginavano? E perché se la immaginavano proprio in quella maniera? La questione non è affatto semplice, appunto perché decidere tra le due forme, la piatta e la sferica, è l'atto originario dell'intera riflessione occidentale, nel senso che è proprio intorno a questo problema che la riflessione dell'Occidente sul mondo si struttura, si organizza". La Terra è spazio, immensa estensione, un quadro generale. E la carta geografica che fornisce l'orientamento per muoversi nelle località più concrete della vita vissuta. Non è stato sempre così. Quando il mondo era molto più piccolo, quando era in gran parte sconosciuto e dunque i territori noti erano solo un parziale anticipo di un altrove terreno misterioso, le rappresentazioni della Terra svolgevano probabilmente un'altra funzione, o la stessa in modi diversi. Erano mappe, ma di cosa? Questo libro racconta l'evoluzione della geografia - dalla Genesi e l'Enuma Elis babilonese alla moderna cartografia - in quanto storia di un progressivo disincanto. Dal Mondo alla carta geografica. Come, attraverso cosmogonie, cosmologie, e cosmografie, il vago e mitico universo-tutto, lentamente e laboriosamente, ha partorito la Terra.
Voci del verbo andare
di Jenny Erpenbeck
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 349
Richard è un filologo classico in pensione, quasi per caso entra in contatto con un gruppo di africani alloggiati in un campo profughi di Berlino. È un uomo solo, vedovo e senza figli, e ha molto tempo a disposizione; in quel luogo si scoprirà capace di ascoltare le vite degli altri, le peripezie e le vicissitudini di chi viene dal Ghana, dal Ciad, dalla Nigeria, storie di lutto, fame, guerra, coraggio e difficoltà. Nel dialogo con gli esuli Richard scorge un'umanità a tratti capace di essere innocente e integra. La sua cultura classica funge da elemento rivelatore, lo aiuta a immergersi in un mondo e in una diversa visione del mondo, a confrontare valori a volte contrapposti. L'antichità e la modernità, l'universalismo e l'interesse individuale, il difficile bilanciamento tra gli ideali e la sopravvivenza. Gli uomini a cui pone le sue domande sono riusciti ad arrivare a Berlino nell'autunno del 2013, dopo essere sbarcati a Lampedusa. Sono quattrocento stranieri in terra straniera, e tutto per loro è diverso, difficile, alieno. Prima si accampano in una piazza del quartiere Kreuzberg per chiedere aiuto e lavoro, ma la polizia li sgombera e li ricovera nella zona orientale della capitale. Vitto e alloggio, una prima conquista, e poi un corso per apprendere la nuova lingua. Ma per loro, come per quasi tutti quelli che sono scappati dai paesi di origine per approdare in Europa in cerca di un rifugio e di una casa, la normalità è una conquista difficile.
Un solo paradiso
di Giorgio Fontana
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 194
Una storia d'amore: ma anche il resoconto di quanto tale sentimento possa condurre alla distruzione di sé. Il racconto di una passione assoluta, forse troppo grande per tempi così precari, di cinismo e paura: ma che restituisce ad essa tutta la sua dignità, il suo pudore, e insieme il suo peso tragico. Due vecchi amici si incontrano per caso nel bar che era stato un tempo il covo della loro tribù urbana. Si erano persi di vista e uno dei due, il protagonista, comincia a raccontare all'altro: che prima resta interlocutorio, poi stizzito, e infine folgorato dall'impeto inattuale della storia. Alessio, sul finire dei vent'anni, un lavoro normale, originario di una famiglia delle montagne lombarde con un padre autoritario e un fratello sbandato, trombettista in una piccola jazz band, coltiva una mediocrità esistenziale: un "dolceamaro contentarsi", lo chiama. Martina invece è magra e dal corpo agile e nervoso; viene da una famiglia di professionisti meridionali, non dice molto di se stessa, e i suoi gusti sono spesso poco originali. Due ragazzi qualunque: ma da questo "qualunque" si genera di colpo una strana forza tempestosa, una divina mania. Un fuoco breve che esplode per le strade di Milano - evocata limpidamente, quartiere dopo quartiere - e si consuma al suono di una musica febbrile. Fino a quando, così com'era venuto l'amore se ne va all'improvviso...
La fabbrica delle stelle
di Gaetano Savatteri
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 294
Saverio Lamanna è un giornalista disilluso, passato alla comunicazione politica. Si trova a suo agio nella Roma dei flirt occasionali e dei locali alla moda, nell'abito elegante del quarantenne disimpegnato. Ma un inciampo professionale fa crollare il suo castello di carte. Licenziato dal sottosegretario di cui era il portavoce, è costretto a tornare nella sua Sicilia e a rifugiarsi nella villetta di famiglia sul mare di Màkari. In questo approdo provvisorio, Lamanna ritrova Peppe Piccionello, esemplare locale in mutande e infradito, carico di una saggezza pratica e antica. E nel paradiso sul mare trapanese conosce Suleima, una ragazza che potrebbe farlo perfino felice. Nato e cresciuto in quattro racconti inclusi in altrettante raccolte di questa casa editrice, Lamanna ha la battuta pronta, idiosincrasia ai luoghi comuni e soprattutto ai pregiudizi, perfino quelli positivi, che ruotano attorno ai siciliani. Per campare si inventa piccoli mestieri, decide addirittura di farsi scrittore di gialli. La minuta celebrità locale gli procura qualche lavoretto atipico. Una ricca signora lo assolda per tenere d'occhio la sorella minore, dietro il paravento di ufficio stampa di una produzione cinematografica. Così Saverio Lamanna, con l'improbabile spalla Piccionello, fa irruzione alla Mostra del Cinema di Venezia: entrambi si muovono con disinvoltura tra star americane, registi famosi e tappeti rossi.
7-7-2007
di Manzini Antonio
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 369
Lo sai cosa lasciamo di noi? Una matassa ingarbugliata di capelli bianchi da spazzare via da un appartamento vuoto
Io, Franco
di Manuel Vázquez Montalbán
editore: Sellerio Editore Palermo
pagine: 999
Un editore di successo, che ha attraversato da cauto oppositore e con astuta prudenza i quarant'anni del regime appena finito, incarica un vecchio amico scrittore di immedesimarsi nel Caudillo per scrivere la sua finta autobiografia, come se quest'ultimo in punto di morte "raccontasse la propria vita agli spagnoli": "discolpati davanti alla nazione". Marcial Pombo, lo scrittore, accetta. Al contrario dell'editore, egli è figlio di un proletario che ha conosciuto la galera da antifranchista e che ha poi vissuto "usando la paura come strumento di sopravvivenza"; e lui stesso, Marcial, ha condotto quella "vita da talpa" cui era costretta la Spagna dei vinti. Quindi esegue il compito con uno stratagemma: Francisco Franco racconta di sé, dalla nascita fino agli ultimi giorni di vecchietto alquanto confuso nelle mani del cerchio magico di parenti e collaboratori litigiosi, ma lo fa in una specie di intervista. Le sue parole cariche della retorica con cui il dittatore costruiva la propria immagine, sono contrappuntate dai brevi interventi dell'oppositore che un po' racconta di sé un po' stringe l'interlocutore con fatti, testimonianze di verità, documenti di ferocia. È il quadro dinamico e inquietante di una "psicopatologia del potere" che si compone pagina dopo pagina. E in questo è rappresentato anche il dramma di chi si opponeva, un dramma della solitudine e dell'incomprensione oltre che della repressione.