Einaudi: Collezione di poesia
L'infinito non finire
di Marcello Fois
editore: Einaudi
pagine: 75
Al suo secondo libro in versi, Marcello Fois racconta la sopravvivenza e la sparizione di modelli di vita legati alle origini
Sincope
di Roberta Dapunt
editore: Einaudi
pagine: 76
Dalle precedenti raccolte di Roberta Dapunt abbiamo imparato a conoscere la vita del maso, i gesti ancestrali della sua gente
Cairn
di Enrico Testa
editore: Einaudi
pagine: 125
Cairn è una parola di origine gaelica che significa «mucchio di pietre» in due diverse accezioni: da una parte mucchi di pietr
Poesie. Testo milanese a fronte
di Carlo Porta
editore: Einaudi
pagine: 167
Carlo Porta è uno dei più grandi poeti italiani, e anche uno dei meno letti perché ha scritto i suoi versi in dialetto milanes
Promemoria
di Andrea Bajani
editore: Einaudi
pagine: 62
Come il titolo dichiara, questo libro si propone come un promemoria di cose da fare, una serie di indicazioni scritte alla lav
Omaggi
di Alida Airaghi
editore: Einaudi
pagine: 133
Questo di Alida Airaghi è un libro profondamente autobiografico ma in maniera distanziata da un "gioco": scrivere le varie sez
Ermafrodito. Testo latino a fronte
di Panormita
editore: Einaudi
pagine: 217
"Trascendendo il suo tempo, Beccadelli continua a insegnare al mondo che la letteratura è stata - e ancora può essere - il sol
Paradossalmente e con affanno
di Maurizio Cucchi
editore: Einaudi
pagine: 68
Il libro è bifronte: da un lato la prima raccolta poetica di Cucchi (1963-1969), finora mai pubblicata interamente; dall'altro
Tutto qui
di Franco Marcoaldi
editore: Einaudi
pagine: 95
Dopo l'importante punto di arrivo raggiunto col poemetto "II mondo sia lodato", la nuova raccolta di Franco Marcoaldi prosegue
Mausoleum. Trentasette ballate tratte dalla storia del progresso
di Hans Magnus Enzensberger
editore: Einaudi
pagine: 279
Enzensberger è autore poliedrico: saggista, pamphlettista, romanziere, scrittore per l'infanzia, memorialista
Il prato bianco
di Francesco Scarabicchi
editore: Einaudi
pagine: 139
"Il prato bianco" uscì da un piccolo, raffinato editore, l'Obliquo, nel 1997. Era la terza raccolta poetica di Francesco Scarabicchi, che con quel libro entrava a pieno diritto fra i maggiori poeti italiani contemporanei, confermandosi poi a più riprese nei vent'anni che sono seguiti. L'atmosfera invernale evocata fin dal titolo fece parlare Gian Carlo Ferretti di «uno scenario dominato dal gelo, dalla neve, dal bianco, quasi immagini di un mondo in letargo, invisibile, ma segretamente vivo e disposto al risveglio». E in questa situazione di apparente abbandono che le immagini della natura si fanno precise: prati, serre, fiori, alberi: descrizioni realistiche ma anche metafore a indicare cura e accudimento. Sono paesaggi di una natura coltivata, non selvaggia, e questo accudimento meticoloso, nonostante l'ala fredda che incombe su persone e cose, sembra essere la cifra dell'umanità che emerge da questi versi, già a partire dalla prima poesia. Curarsi di ciò che sopravvive, celebrare senza retorica ciò che è destinato a non sopravvivere: quella di Scarabicchi è una malinconia composta e quasi serena anche quando, nel nucleo centrale del libro, viene affrontato più direttamente il tema della morte: e sono forse le poesie più intense di tutto il libro.