Laterza: Contromano
Parigi lato ferrovia
di Alessandro Perissinotto
editore: Laterza
pagine: 142
Le città sono come le case: c'è un lato ufficiale, presentabile, fotografabile, e un 'lato ferrovia', che è quello che permett
Vita ardimentosa di una prof
di Isabella Pedicini
editore: Laterza
pagine: 132
«FIT, TFA, PAS, GAE, TIC, PTOF, PON, BES: l'iniziazione alla setta scolastica è innanzitutto di tipo linguistico
Genova macaia. Un viaggio da Ponente a Levante
di Simone Pieranni
editore: Laterza
pagine: 147
Genova è un alto e un basso continuo, è un infinito salire e scendere
Live in Pompei
editore: Laterza
pagine: 125
"Pensa come doveva essere prima che scoppiasse", dice Camilla a mezza voce al fratello. Un po' di paura il vulcano gliela mette anche adesso. Hanno capito che un giorno di quasi duemila anni fa ha sputato fuoco, e fumo, e roccia per tre giorni, come un drago inferocito. A Pompei i bambini saltano da una pietra all'altra facendo finta di schivare gli escrementi dei cavalli antichi. Impazziscono di gioia all'idea dei grandi vasi messi a disposizione dei passanti per fare pipì che i lavandai usavano per smacchiare i vestiti. Scoprono il pane dell'ultimo giorno di Pompei, che ha le stesse forme di quello che vedono in tavola oggi. Di casa in casa, attraversiamo strade e vicoli e l'esplorazione di un passato comune diventa per adulti e bambini l'occasione per una profonda scoperta di sé e degli altri.
Pantelleria. L'ultima isola
di Giosuè Calaciura
editore: Laterza
pagine: 98
Pantelleria è bellezza. Esuberante di venti, di mare, di odori. Di vulcano. La sua natura estrema, nei millenni, ha costretto a trovare soluzioni, a contendere, pietra dopo pietra, terra alla lava, a opporre intelligenza alla ferocia dello scirocco e del maestrale. Isola di approdi perenni: è stata fenicia, romana, bizantina, araba, normanna, spagnola. Pantelleria è un confine non solo geografico, è una frontiera che accoglie, è un luogo che ci ricorda quanto sia fragile e al tempo stesso eccezionale la condizione umana.
Nella valle senza nome. Storia tragicomica di un agricoltore
di Antonio Leotti
editore: Laterza
pagine: 129
"Non sono neanche a metà del guado, mi chiedo, a dispetto della fulgida retorica sul ritorno alla sana vita di campagna, se ne uscirò mai vivo". Il diario sentimentale di un agricoltore alle prese con la vita quotidiana in una valle. Che è senza nome perché è tutte le valli d'Italia.
Scacco alla torre
di Malvaldi Marco
editore: Laterza
pagine: 85
Mi è venuto in mente che sarebbe stato bellino scrivere un libriccino su tutto quello che c'è, di significativo e di godibile,
Oceano padano
di Volpi Mirko
editore: Laterza
pagine: IX-170
Il vero abitante dell'Oceano Padano non ama il mare salato, non lo capisce, se ne tiene alla larga
Sui pedali tra i filari. Da Prato al Chianti e ritorno
di Gucci Emiliano
editore: Laterza
pagine: V-194
Una bicicletta, anzi due
Torino è casa nostra
di Giuseppe Culicchia
editore: Laterza
pagine: 199
"Torino, nel corso degli ultimi anni, ha davvero cambiato pelle e ha cominciato a scrollarsi di dosso gli stereotipi che un te
Tutte le strade portano a noi. A piedi da Milano a Bari
di Alcide Pierantozzi
editore: Laterza
pagine: 204
Mi sono messo in testa di percorrere la via Francigena a piedi con un gruppo di amici: quarantacinque giorni tra boschi secolari, valli disabitate e borghi suggestivi. Nella repentina decisione di attraversare l'Italia lungo le strade che vanno dal Gran San Bernardo a Roma e da Roma alla Puglia non ho fatto che richiamarmi al principio secondo il quale "camminando ci penserò". A cosa? A tutto più o meno: lavoro, costumi, pochissima politica e piaceri. Mentre mi chiedo se davvero camminare apra la mente e vivifichi lo spirito, non mancano appuntamenti pianificati e incontri "accidentali come in ogni on the road che si rispetti: contadini centenari e giovani che hanno scelto di vivere da eremiti, rockstar e artisti, ecclesiasti intransigenti e loschi malavitosi. Lungo la strada germogliano storie antichissime e struggenti che ci parlano da vicino, troppo conosciute da ognuno di noi per essere declinate al singolare.
Questo trenino a molla che si chiama il cuore. La Val di Chienti, le Marche, lungo i confini
di Loredana Lipperini
editore: Laterza
pagine: 166
"La Valle è abituata al doppio. Doppia è l'erba che spunta nei prati della Valle e che le donne sapienti usavano per dare concordia o sconcordia a seconda di quale parte veniva usata, e se cresceva verso l'alba o verso il tramonto. Doppie sono le antiche divinità dei luoghi, doppio è il confine, perché l'Umbria annoda le sue curve con le Marche senza che il paesaggio cambi: semmai è la superstrada che sta rompendo quelle curve, tagliando in due gole con i piloni e i viadotti." Anche la scrittura è fatta di confini, e la vita stessa di chi narra e che in quei luoghi è tornata negli anni della maturità, per ragionare su cosa significhi essere due in una, e su cosa intendeva Pessoa quando sosteneva che non c'è nulla di più reale di un personaggio di finzione.