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Laterza: Contromano

Romagna mia!

di Cristiano Cavina

editore: Laterza

pagine: 121

"Non avrei mai potuto scrivere questo racconto della mia Romagna senza gli anni di studio forsennato ai tavolini del Bar di Sopra, a Casola Valsenio (Paese dei Matti, di Alfredo Oriani, delle Erbe Aromatiche e dei Frutti Dimenticati). Mi sono ammollato nell'avventura di questo libro anche per dare un po' di pace alla folla di voci che mi fanno compagnia da una vita intera, e che non stanno mai zitte. In una terra di chiacchieroni come la nostra, popolata da gente che bacaglia da mattina a sera, il passato e il presente si mischiano in continuazione e niente ha mai davvero un principio e una fine. E come unità di misura, ho usato la mia dolcissima e sgangheratissima famiglia. Mi è stata donata una infanzia selvatica e ingavagnata, dignitosamente povera e felice, trascorsa in un minuscolo appartamento delle Case Popolari insieme a mia mamma e i miei nonni materni, gli unici nonni che abbia mai avuto; non avevo nemmeno bisogno di andare al cinema per godere di un qualche spettacolo, mi bastava aspettare l'ora di pranzo, e qualcosa di mirabolante sarebbe sicuramente accaduto. Sono uno degli ultimi della mia generazione a essere nato in dialetto, tra persone che parlavano solo quello, e sono cresciuto in una lingua meticcia italiano romagnola in cui le cose accadevano diversamente."
12,00

Morte dei Marmi

di Fabio Genovesi

editore: Laterza

pagine: 148

Crescendo in Versilia, un bambino impara subito che al mondo esistono differenze clamorose
12,00

La legge della giungla

di Brizzi Enrico

editore: Laterza

pagine: 256

14,00

A Neopoli nisciuno è neo

di Carrino L. R.

editore: Laterza

pagine: 160

Neomelodia
12,00

L'O di Roma

In tondo e senza fermarsi mai

di Giartosio Tommaso

editore: Laterza

pagine: 275

Roma "è una città ad anelli: le diverse cerchie di mura; la circolare, che è una staffetta di tram; la tangenziale, che non ha
12,00

Se fossi fuoco, arderei Firenze

di Vanni Santoni

editore: Laterza

pagine: 147

"Si sorprende di scorgere la punta di un timpano di Santa Croce che si conficca nel cielo nero, abbassa gli occhi come a riparare lo sguardo nella pace di un lembo di piazza e intanto pensa che davvero Firenze è infinita, e si potrebbe andare avanti e girarla in lungo e in largo per giorni, con la certezza che di Sante Croci ce ne sono almeno cento (e di punti da cui sbirciarla, mille) e chissà quante vie dei Pepi ancora da scoprire, una babele di marmo e torri dalla testa mozza." E dopo Santa Croce c'è San Miniato, il Cimitero degli Inglesi e il Forte Belvedere, borgo Pinti, piazza del Carmine, Santa Maria Novella, il centro e l'Oltrarno, la periferia e i giardini ermetici. È fra questi luoghi che si snoda la vita di tanti personaggi. Ognuno, a modo suo, vive Firenze: città elegante, raffinata, ma anche un po' punk e new wave, città di antichi nobili e nobildonne, città d'arte e città-vetrina. In queste pagine, si accavallano storie, episodi, aneddoti su chi vuole andarsene e chi ha deciso di rimanere a Firenze, su chi prova a smuoverne le acque e chi si accontenta di galleggiare. Fra studenti, artisti veri o presunti, delinquenti e signori, stranieri e fiorentini doc, Vanni Santoni scrive una guida-romanzo di una delle città più belle d'Italia.
10,00

Nella pancia, sulla schiena, tra le mani

di Rossella Milone

editore: Laterza

pagine: 95

Tutto quel che vediamo, sentiamo, viviamo, passa per il corpo, o un pezzo di esso, con cui dovremmo imparare a comunicare. Questa è a suo modo una guida per l'allenamento del nostro corpo: per irrobustire la schiena, gli addominali proteggere i nervi, sostenere la fatica. Una fatica quotidiana del vivere e dell'incontrarsi con gli altri, per abituarsi al contatto, sforzarsi di capire perché stare dentro e stare fuori al proprio corpo è prima di tutto un'attività fisica e poi emotiva. Come i paguri con le conchiglie, come le tartarughe con il carapace o gli uccelli, che si difendono volando in stormi, abbiamo bisogno di capire come adattarci ai nostri spazi, come insediarli e, soprattutto, come convivere con i luoghi invisibili che circondano le persone: quegli spazi intimi, segreti, fragili che garantiscono e proteggono le nostre relazioni.
10,00

Se dico radici dico storie

di Gian Luca Favetto

editore: Laterza

pagine: 152

Ognuno di noi è la somma delle esperienze che ha fatto, delle persone che ha incontrato e dei luoghi dove è stato, dei libri c
10,00

La banda della superstrada Fenadora-Anzù (con vaneggiamenti sovversivi)

di Matteo Melchiorre

editore: Laterza

pagine: 227

"Ma è mai possibile che debbano costruirla proprio qua, sotto ai miei occhi? Non è che sia un male peggiore di altri, ma a me non va giù. Passerà di qua, dico, la SS 50 bis/var e verrà costruita dal niente. Cose turpi, inimmaginabili, oblique. Superstrada cane carnefice tu non dovrai avere vita facile, tu avrai in me un fiero oppositore, tu avrai addosso i miei occhi tutti i giorni. Non ti perderò di vista. Giuro morissi: da oggi a quando ti percorreranno i camion non me ne scapperà una. La costruzione della superstrada io l'ho vista iniziare in una giornata di sole finissimo. Annoto la data: 26 aprile 2004." Da quel giorno l'autore e un gruppo di amici decidono di fondare una banda che impedisca la realizzazione del progetto: tirano giù reti di plastica che cingono il cantiere, scrivono sul cemento, tagliano i lacci di filo di ferro che tengono le gabbie dei tondini, arrivano anche a usare le molotov e a farsi sorprendere dai carabinieri con bombolette spray esaurite. Ma soprattutto inventano un finto patrimonio archeologico da tutelare, inviando ai giornali foto di chiodi arrugginiti. Matteo Melchiorre racconta la sua storia di sei anni di riunioni e bevute al bar per decidere che fare, di ritagli di giornale, di inchieste e fotografie, di comitati territoriali, di appalti e subappalti, di avventure e disavventure fino all'apertura della strada, avvenuta di notte senza colpo ferire.
11,00

L'hotel a zero stelle

di Tommaso Pincio

editore: Laterza

pagine: 228

"Ho immaginato il mio albergo ideale. Un hotel a zero stelle i cui ospiti tipo dovrebbero essere i vagabondi dell'anima, coloro che ancora gironzolano alla ricerca di sé, senza troppa arte né parte. In questo albergo non poco scalcinato si può stare fin quando si desidera, perlomeno fintanto che non si è diventati ciò che si è. L'ospite può starsene chiuso in camera, leggendo o riflettendo sul proprio passato o su cosa intende fare del proprio futuro. Se ne ha voglia, può scendere dabbasso e scambiare quattro chiacchiere con il portiere tuttofare dell'albergo, che ha sempre qualcosa da dire, qualche lezione di vita da impartire. Inoltre, diversamente dai normali alberghi, l'ospite può esplorare l'edificio dal piano terra sino al tetto, dal quale è possibile ammirare un magnifico cielo stellato nelle serene notti di luna nuova. Si può persino bussare alla stanze degli altri ospiti, i quali, essendo vagabondi dell'anima anch'essi, saranno più che felici di accogliervi e scandagliare in vostra compagnia il senso dell'esistere e tutte le questioni a questo senso legate, che sono poi la chiave per orientarsi nel mondo all'esterno, spesso assai meno inospitale del vostro albergo. Solitamente, un buon albergo a zero stelle si compone di quattro piani perché così vuole il mito della conquista di sé, articolato, come noto, in quattro fasi. Alla maniera del viaggio dantesco per i regni ultramondani, il viandante in cerca di sé passa dallo smarrimento in qualche selva oscura a tre fasi successive."
12,00

Quelli che però è lo stesso

di Dai Pra` Silvia

editore: Laterza

pagine: 161

La preside mi manda a chiamare l'ultimo giorno di marzo, mentre il sole e il cielo di un azzurro invadente promettono una prim
10,00

Il Tai e l'arte di girovagare in motocicletta. Friuli on the road

di Flavio Santi

editore: Laterza

pagine: 133

"Il Friuli è una terra di grandi contraddizioni, beve vino rigorosamente Doc ma mangia da McDonald's, esporta in Russia e Giappone ma parla spesso friulano - al punto da avere la propria Vichipedie furlane -, è un continuo alternarsi di tormento ed estasi: l'idillio di piccoli borghi contadini e la tragedia di una campagna ormai industrializzata con la monocoltura a tappeto del mais e della vite; paesaggi degni del Tiepolo e cementificazione crescente. Perché il Friuli contadino e folcloristico non esiste più. O, meglio, esiste ma molto ridimensionato". Con la moto di Flavio Santi, alla scoperta dei più bei tramonti d'Italia, di una terra ex poverissima, del tai come unità di misura della vita, della mitologia del "bon e onest lavoradór" di fronte alla modernità più spietata: una saudade in salsa cren, una scanzonata malinconia.
10,00

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