Laterza: Contromano
Parigi, senza passare dal via
di Forlani Francesco
editore: Laterza
pagine: 166
Facendo base in una mansarda che divide con un amico e, occasionalmente, con qualche blatta invadente, un giovane intellettual
Salento fuoco e fumo
di Nandu Popu
editore: Laterza
pagine: 105
Ne ho visti di ulivi strani in vita mia, ma quelli di queste parti hanno forme fuori da qualsiasi logica progettuale, come se
Il contro in testa
Gente di marmo e d'anarchia
di Rovelli Marco
editore: Laterza
pagine: 143
Massa, Carrara
Due mondi e io vengo dall'altro» (Il Sudtirolo, detto anche Alto Adige)
di Banda Alessandro
editore: Laterza
pagine: 103
Quando una persona si aggira per Bolzano, sia un bighellone perdigiorno o un iperattivo pieno di appuntamenti fissi, presto o
Romagna mia!
di Cristiano Cavina
editore: Laterza
pagine: 121
"Non avrei mai potuto scrivere questo racconto della mia Romagna senza gli anni di studio forsennato ai tavolini del Bar di Sopra, a Casola Valsenio (Paese dei Matti, di Alfredo Oriani, delle Erbe Aromatiche e dei Frutti Dimenticati). Mi sono ammollato nell'avventura di questo libro anche per dare un po' di pace alla folla di voci che mi fanno compagnia da una vita intera, e che non stanno mai zitte. In una terra di chiacchieroni come la nostra, popolata da gente che bacaglia da mattina a sera, il passato e il presente si mischiano in continuazione e niente ha mai davvero un principio e una fine. E come unità di misura, ho usato la mia dolcissima e sgangheratissima famiglia. Mi è stata donata una infanzia selvatica e ingavagnata, dignitosamente povera e felice, trascorsa in un minuscolo appartamento delle Case Popolari insieme a mia mamma e i miei nonni materni, gli unici nonni che abbia mai avuto; non avevo nemmeno bisogno di andare al cinema per godere di un qualche spettacolo, mi bastava aspettare l'ora di pranzo, e qualcosa di mirabolante sarebbe sicuramente accaduto. Sono uno degli ultimi della mia generazione a essere nato in dialetto, tra persone che parlavano solo quello, e sono cresciuto in una lingua meticcia italiano romagnola in cui le cose accadevano diversamente."
Morte dei Marmi
di Fabio Genovesi
editore: Laterza
pagine: 148
Crescendo in Versilia, un bambino impara subito che al mondo esistono differenze clamorose
L'O di Roma
In tondo e senza fermarsi mai
di Giartosio Tommaso
editore: Laterza
pagine: 275
Roma "è una città ad anelli: le diverse cerchie di mura; la circolare, che è una staffetta di tram; la tangenziale, che non ha
Se fossi fuoco, arderei Firenze
di Vanni Santoni
editore: Laterza
pagine: 147
"Si sorprende di scorgere la punta di un timpano di Santa Croce che si conficca nel cielo nero, abbassa gli occhi come a riparare lo sguardo nella pace di un lembo di piazza e intanto pensa che davvero Firenze è infinita, e si potrebbe andare avanti e girarla in lungo e in largo per giorni, con la certezza che di Sante Croci ce ne sono almeno cento (e di punti da cui sbirciarla, mille) e chissà quante vie dei Pepi ancora da scoprire, una babele di marmo e torri dalla testa mozza." E dopo Santa Croce c'è San Miniato, il Cimitero degli Inglesi e il Forte Belvedere, borgo Pinti, piazza del Carmine, Santa Maria Novella, il centro e l'Oltrarno, la periferia e i giardini ermetici. È fra questi luoghi che si snoda la vita di tanti personaggi. Ognuno, a modo suo, vive Firenze: città elegante, raffinata, ma anche un po' punk e new wave, città di antichi nobili e nobildonne, città d'arte e città-vetrina. In queste pagine, si accavallano storie, episodi, aneddoti su chi vuole andarsene e chi ha deciso di rimanere a Firenze, su chi prova a smuoverne le acque e chi si accontenta di galleggiare. Fra studenti, artisti veri o presunti, delinquenti e signori, stranieri e fiorentini doc, Vanni Santoni scrive una guida-romanzo di una delle città più belle d'Italia.
Nella pancia, sulla schiena, tra le mani
di Rossella Milone
editore: Laterza
pagine: 95
Tutto quel che vediamo, sentiamo, viviamo, passa per il corpo, o un pezzo di esso, con cui dovremmo imparare a comunicare. Questa è a suo modo una guida per l'allenamento del nostro corpo: per irrobustire la schiena, gli addominali proteggere i nervi, sostenere la fatica. Una fatica quotidiana del vivere e dell'incontrarsi con gli altri, per abituarsi al contatto, sforzarsi di capire perché stare dentro e stare fuori al proprio corpo è prima di tutto un'attività fisica e poi emotiva. Come i paguri con le conchiglie, come le tartarughe con il carapace o gli uccelli, che si difendono volando in stormi, abbiamo bisogno di capire come adattarci ai nostri spazi, come insediarli e, soprattutto, come convivere con i luoghi invisibili che circondano le persone: quegli spazi intimi, segreti, fragili che garantiscono e proteggono le nostre relazioni.
Se dico radici dico storie
di Gian Luca Favetto
editore: Laterza
pagine: 152
Ognuno di noi è la somma delle esperienze che ha fatto, delle persone che ha incontrato e dei luoghi dove è stato, dei libri c
Il mare in salita. Da Sanremo a Dolcedo passando per i bricchi
di Rosella Postorino
editore: Laterza
pagine: 179
La Riviera dei Fiori è un corteo di paesi lungo una strada a picco sul mare, l'Aurelia, dove si vive in apnea aspettando l'estate. È una cascata di borghi aggrappati alle colline, stesi al sole come lucertole, in procinto di scivolare. Case addossate come squame di una pigna, grovigli di carugi, cattedrali di ulivi: per conquistare la cima non puoi avere fretta, devi imparare a respirare. È Sanremo con la sua mitologia dei fiori come una storia d'amore finita. È il Festival come un'ostinata speranza. È Oneglia con le ciminiere dismesse in riva al mare, Dolceacqua con la sua bellezza minerale, Apricale con le raffiche di luce. Triora con le pareti d'ardesia a intrappolare streghe. La Riviera dei Fiori sembra l'Italia: ci sono il cemento, le alluvioni, la 'ndrargheta, l'emergenza rifiuti, i ghetti albanesi e nordafricani. Ma è più dell'Italia: è un racconto apocalittico, risorgimentale, un racconto della Resistenza, una fiaba. La Riviera dei Fiori non assomiglia a niente, perché è un mondo pensato in verticale.
La banda della superstrada Fenadora-Anzù (con vaneggiamenti sovversivi)
di Matteo Melchiorre
editore: Laterza
pagine: 227
"Ma è mai possibile che debbano costruirla proprio qua, sotto ai miei occhi? Non è che sia un male peggiore di altri, ma a me non va giù. Passerà di qua, dico, la SS 50 bis/var e verrà costruita dal niente. Cose turpi, inimmaginabili, oblique. Superstrada cane carnefice tu non dovrai avere vita facile, tu avrai in me un fiero oppositore, tu avrai addosso i miei occhi tutti i giorni. Non ti perderò di vista. Giuro morissi: da oggi a quando ti percorreranno i camion non me ne scapperà una. La costruzione della superstrada io l'ho vista iniziare in una giornata di sole finissimo. Annoto la data: 26 aprile 2004." Da quel giorno l'autore e un gruppo di amici decidono di fondare una banda che impedisca la realizzazione del progetto: tirano giù reti di plastica che cingono il cantiere, scrivono sul cemento, tagliano i lacci di filo di ferro che tengono le gabbie dei tondini, arrivano anche a usare le molotov e a farsi sorprendere dai carabinieri con bombolette spray esaurite. Ma soprattutto inventano un finto patrimonio archeologico da tutelare, inviando ai giornali foto di chiodi arrugginiti. Matteo Melchiorre racconta la sua storia di sei anni di riunioni e bevute al bar per decidere che fare, di ritagli di giornale, di inchieste e fotografie, di comitati territoriali, di appalti e subappalti, di avventure e disavventure fino all'apertura della strada, avvenuta di notte senza colpo ferire.