Ovunque e costantemente, la logica dell'accumulazione capitalista sconvolge gli equilibri economici e politici, la tecnica e il lavoro, l'ambiente e il clima, la società e le forme di vita. Il capitalismo è, a qualunque livello lo si consideri, un sistema di produzione dello spazio, vale a dire un potere di modellare i luoghi, di modificare profondamente i paesaggi, di trasformare le relazioni spazio-temporali. L'uniformazione del mondo da parte del mercato comporta in effetti una incessante proliferazione delle differenze: economiche, sociali, geografiche, culturali, geopolitiche. Questo stesso dinamismo fa del capitalismo un insieme instabile, in preda a crisi croniche, continuamente costretto a inventare "soluzioni spaziali" alle contraddizioni che lo minano e alle diverse catastrofi che esse producono. Produzione e distruzione, omogeneizzazione e differenziazione: per comprendere un capitalismo ormai planetario, quindi per darsi i mezzi per uscirne, per rompere i rapporti diseguali che lo fondano, è fondamentale cogliere le logiche spaziali di questo modo di produzione. Questo è ciò a cui ci invita l'opera di David Harvey, di cui questo libro intende essere una sintetica introduzione.
Geografia del dominio. Capitalismo e produzione dello spazio

titolo | Geografia del dominio. Capitalismo e produzione dello spazio |
Autore | David Harvey |
Traduttore | G. Roggero |
Argomento | Diritto, Economia e Politica Politica |
Collana | Cartografie, 92 |
Editore | Ombre corte |
Formato |
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Pagine | 140 |
Pubblicazione | 2019 |
ISBN | 9788869481246 |