"Dino Campana morì in manicomio, ma non fu afflitto da una romantica follia connessa con il suo essere poeta. Andò in Argentina e ci rimase un mese, ma non fu il poeta italo-argentino. Conobbe Sibilla Aleramo e a suo modo l'amò, ma "un viaggio chiamato amore" è la versione storpiata di un suo verso, in una poesia dove si parla di sangue e di lacrime. Pubblicò a sue spese un solo libro e cercò di venderlo nei caffè di Firenze e di Bologna, ma non minacciò i compratori e non stracciò le pagine che loro non avrebbero capito. Amò l'Italia degli emigranti e dei poveri, e scrisse un Canto proletario italo-francese che è la più bella poesia patriottica della Grande Guerra." (Sebastiano Vassalli)
Un po' del mio sangue. Canti Orfici, Poesie sparse, Canto proletario italo-francese, Lettere (1910-1931)

titolo | Un po' del mio sangue. Canti Orfici, Poesie sparse, Canto proletario italo-francese, Lettere (1910-1931) |
Autore | Dino Campana |
Curatore | S. Vassalli |
Argomento | Letteratura e Arte Poesia |
Collana | Bur scrittori contemporanei |
Editore | Rizzoli |
Formato |
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Pagine | 298 |
Pubblicazione | 2005 |
ISBN | 9788817007702 |