Nell'Italia del XVI e XVII secolo la pratica dell'aborto fece parte dei casi della vita di molte donne di ogni condizione sociale e civile che vi ricorsero o furono costrette a farlo, e coinvolse anche famiglie, vicini di casa, curatori e curatrici di ogni livello, membri della più ampia comunità, autorità laiche ed ecclesiastiche. Fu una pratica diffusa e anche largamente tollerata, sia dalle comunità in cui avveniva, sia dalle autorità, le une e le altre disponibili a riconoscere le ragioni per cui una donna aveva abortito o era stata costretta a farlo. E questo anche mentre si irrigidiva il discorso ufficiale, tanto delle autorità laiche quanto di quelle ecclesiastiche. Attingendo a fonti diverse - processi, trattati di medicina, letteratura, giurisprudenza laica ed ecclesiastica - e a molteplici approcci, Christopoulos soppesa con intelligenza e sensibilità ragioni individuali e contesti sociali, scarti tra pratiche e norme, solidarietà e rapporti asimmetrici, restituendo le sfumature e la complessità dell'esperienza umana e delle scelte compiute in condizioni di libertà limitata. Ci consegna così una rigorosa ricostruzione che rettifica luoghi comuni di lunga data.
L'aborto nell'Italia moderna

Titolo | L'aborto nell'Italia moderna |
Autore | John Christopoulos |
Traduttore | F. Benfante |
Argomento | Storia, Religione e Filosofia Storia |
Collana | La storia. Temi, 121 |
Editore | Viella |
Formato |
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Pagine | 300 |
Pubblicazione | 2024 |
ISBN | 9791254695005 |
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